CAPITOLO 36

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NAJWA’S POV
È quasi un'ora che sono seduta su questi gradini del cazzo e di lei ancora non so niente.
Ogni volta che qualcuno passa mi guarda storto, come se stessi facendo una delle cose più strane al mondo, eppure non mi interessa.
Non mi interessa perchè tutto questo lo sto facendo per averla nuovamente, e per lei, per quello che abbiamo avuto insieme questi due giorni ne vale la pena.
Mai mi ero sentita così in pace con me stessa, mai mi ero trovata così bene in compagnia di una persona.
Per un istante ero addirittura riuscita a dimenticare tutti i miei problemi.
Ero riuscita a sentire possibile la visione di una vita insieme a lei.
Ma il destino ha giocato le sue carte, portando Ale davanti alla mia porta, nel momento peggiore possibile.
Lui, per me, non è altro che un amico.
Gli voglio bene si, ma niente di più.
Ma lei questo non lo sa.
Mi guardo intorno ancora una volta da quando sono qua.
Forse dovrei semplicemente andarmene, per poi tornare domani, o magari chiamarla.
La sua faccia sconvolta e piena di lacrime mi torna in mente, e mi maledico per averla fatta soffrire per l'ennesima volta, nonostante questa volta non sia del tutto mia, o per lo meno è qualcosa di vecchio.
Ma nonostante continui a ripetermi questa stupida convinzione nella testa per rincuorarmi, il senso di colpa cresce ogni secondo di più.
Afferro il telefono, che continuo a tirare fuori dalla tasca giusto per passare il tempo, e controllo l’ora.
Per la precisione, è quasi un’ora e un quarto che sono seduta qua fuori, con la musica nelle orecchie e il cuore che batte senza voler accennare a fermarsi.
Scorro un po’ nella home di instagram, per poi passare a twitter, repostando qua e là qualche contenuto che ha attirato la mia attenzione.
Amo i miei fan, sono qualcosa di davvero inspiegabile.
E vedere con che forza, e con che tenacia mi sostengono ogni giorno mi fa commuovere, e per come sono fatta, ce ne vuole per farmi commuovere.
Ma loro ci riescono, non so come, ma mi rendono felice.
Proprio mentre stavo repostando un disegno davvero incredibile di Zulema, il cellulare inizia a squillare, segnando una chiamata di Teo in entrata. Immediatamente la mia ansia cresce, andandosi a sommare con quella che già avevo per Maggie. 
“Pronto, Teo?” rispondo con un leggero turbamento percepibile nel tono di voce
“Ciao mamma, scusa se ti disturbo” 
“Amore lo sai che non mi disturbi mai. Tutto bene?” 
“Certo, tutto bene. Dove sei?” mi chiede lui, mentre io non so cosa dirgli.
Non voglio mentirgli, ma di sicuro non posso spiegargli tutta la situazione in fretta e per telefono.
Soprattutto perchè nemmeno saprei come spiegargliela.
“Mh, a casa di Alba, mi sta aiutando a provare il copione. Hai bisogno che torni a casa?”
“No, non ti preoccupare. Volevo solo farti sapere che esco in centro con i miei amici, e a dir la verità ti volevo chiedere un passaggio, ma non importa, prenderò la metro.”
Non appena sento le sue ultime parole storgo il naso, facendo una leggera forma di disapprovazione.
Sarà che forse sono un po’ troppo protettiva con lui, che reputo la cosa più bella che io abbia mai fatto e quella più importante, ma nonostante questo cerco di lasciarlo sempre libero. 
“Forse c’è Ale che ti potrebbe dare un passaggio, prova a chiamarlo” cerco di suggerirgli, nonostante io sappia già la risposta. 
“No ma, non ti preoccupare, tanto volevo chiedere a Lucas di passare a casa prima, per poi uscire insieme agli altri. E’ un problema se viene?” mi chiede lui sapendo bene che cerco sempre di limitare le visite in casa nostra, per evitare che i giornalisti possano scoprire e diffondere il mio indirizzo, ma dopotutto non posso tenere Teo in gabbia, e invitare gli amici a casa è una delle cose più comuni quando si è ragazzi. 
“Certo Teo, nessuno problema. E se hai bisogno chiamami” 
“D’accordo, a stasera mamma”
"Ciao tesoro" lo saluto chiudendo poi la chiamata.
Mi guardo intorno, per controllare che Maggie ancora non sia arrivata.
Non vedendo la sua auto, constato che ancora non c'è.
Lo schermo del telefono segna ormai le tre di pomeriggio, e io sono seduta qua da un'ora e mezza.
Probabilmente sto solo facendo una grande cazzata, probabilmente dovrei stare a casa mia, per i fatti miei, e lasciare che sbollisca un po' la rabbia prima di parlarle, o rischio di peggiorare solo le cose.
Mi alzo, seppur controvoglia, dato che l'unica cosa che vorrei ora è stare qui ad aspettarla e chiarire tutto, ma so che in fin dei conti è meglio così.
Assurdo il modo in cui fino a due giorni fa io e Maggie eravamo in guerra perenne, per poi passare le ore a fare l’amore senza mai stancarci un attimo, mentre ora siamo in una situazione di stallo che mi sta distruggendo.
Fa male pensare che fino a poche ore fa tenevo tra le mani tutto quello che volevo, mentre ora potrei averla persa per sempre.
Mi alzo, decidendo che è giunto il momento di tornare a casa, ma sento una presenza dietro di me.
Non mi giro, ignorando i passi, pensando che probabilmente è qualche passante che non avevo notato. 
“Hai bisogno di qualcosa, Najwa?” non appena quella voce raggiunge le mie orecchie, una scossa di rabbia pura percorre il mio corpo, mentre una forte gelosia si impossessa di me.
Solo ora capisco a pieno cosa deve aver provato maggie quando si è vista Ale di fronte a me, fuori dalla porta di casa mia, e sinceramente, non avrei mai voluto essere al suo posto.
E forse questo è un segno di quanto grave sia la situazione, di quanto male io le abbia fatto.
“Non ti preoccupare Remy, me ne stavo giusto andando” mi giro lentamente, pronta ad incontrare quegli occhi enormi e chiari che amo così tanto, ma è solo.
La delusione cresce dentro di me, mentre nella mia mente un’unica domanda senza risposta ha preso il sopravvento sulle altre.
Remy sa o non sa che Maggie è tornata in Spagna?
Nella mia mente sta infuriando una battaglia: dovrei andarmene esattamente come avevo intenzione di fare, o rimanere e provare a tastare il terreno.
So che non sono per niente brava in questo, ma forse dopotutto provocarlo un po’ non mi sembra una brutta idea, e muoio dalla voglia di farlo.
“Anzi no, una cosa ce l’avrei” aggiungo prima che possa dire qualsiasi cosa.
“Spara pure allora” mi dice lui con un sarcasmo irritante.
“Come sta Maggie? Immagino che tu la senta spesso” gli chiedo fingendo innocenza, mentre la mia mano si chiude a pugno, trattenendo qualsiasi istinto di fargli del male, fisico  psicologico o emotivo che sia. 
“In effetti si, l’ho sentita giusto oggi e devo dire che sta bene, grazie per l’interessamento” mi risponde sempre con lo stesso tono falso, che sto cercando di ignorare con tutte le mie forze. 
Noto come spesso si guarda indietro, nella stessa direzione in cui è arrivato lui, per poi girarsi a guardare la porta di casa di Maggie, e le finestre.
Così ogni due minuti.
Il suo comportamento mi insospettisce terribilmente tanto, motivo che mi induce ancora di più a non lasciare perdere il discorso.
“Tu non l’hai sentita in questi giorni?” mi chiede lui dopo che i suoi occhi sono vagati spaesati tutto intorno, come se si stesse trattenendo, ma non fosse riuscito nell’intento. 
Ma è esattamente in quel momento che capisco che Maggie non gli ha raccontato nulla, niente di niente di quello che è successo tra di noi e del nostro litigio, ne del fatto che abbiamo dormito insieme.  
Per un istante vacillo sulla risposta.
Sono estremamente indecisa, so che non dovrei dirgli niente, non spetta a me, ma una parte di me è consapevole che Maggie in realtà non lo ama, che non l’ha mai amato.
Questo pensiero inevitabilmente mi fa arrabbiare, e non capisco se la sua sia una mossa per distrarsi da me, da tutto quello che è successo tra di noi, o se l’ha usato semplicemente per farmi ingelosire, o per provocarmi.
La gelosia mi pervade per l’ennesima volta al solo pensare che ufficialmente stiano insieme.
Le parole escono dalla mia bocca senza che io nemmeno sia stata in grado di filtrarle.
“Remy, sappiamo benissimo entrambi che Maggie è tornata in Spagna, o io non sarei qua, e tu non continueresti a guardarti intorno con la paura che spunti da un momento all’altro e mi veda” 
L’uomo davanti a me impallidisce nel sentire le mie parole, mentre io mi compiaccio con me stessa per il mio grande spirito di osservazione.
Questa è una cosa che devo molto al personaggio di Zulema.
Lei è una donna estremamente osservatrice, legge le situazioni con un solo sguardo ed è capace di studiare le sue mosse in un attimo.
E interpretarla, ha svegliato questo lato un po’ anche in me.
Questo pensiero mi fa sorridere.
Riporto l’attenzione su Remy, che ora mi fissa estremamente arrabbiato, con le vene del collo sporgenti e le mani chiuse a pugno.
La verità è che potrei scoppiargli a ridere in faccia, per quanto è ridicolo, e in realtà mi fa anche un po’ pena, ma il suo sguardo spaesato mi mette un po’ in soggezione, nonostante io non voglia ammetterlo.
Fuori sembro impassibile, ma dentro, la sua espressione indecifrabile e il suo sguardo di fuoco mi trasmettono una strana sensazione.
“Come fai a saperlo?” sussurra lui con uno sguardo minaccioso, mentre si gira verso la casa.
“Oh, ci sono tante cose che non sai” gli sussurro di rimando con un sorrisetto strafottente sul volto, mentre dentro la sensazione di allerta non accenna ad andarsene.
“Che cazzo stai dicendo, stronza?” mi urla fuori di sé.
Faccio un sorrisetto al nomignolo, per poi assumere un’aria vaga ed iniziare a gesticolare a caso.
“Sai, nessuna valigia, nessuna notizia, orari sfalsati…” incomincio, mentre vedo i suoi occhi spalancarsi increduli sempre di più, come se stesse pian piano capendo tutto. 
“Come sapevi che era già tornata? Da quello che avevo capito, non vi parlavate più molto” insiste, toccando esattamente le corde che volevo che toccasse.
Il suo sguardo ora è confuso, ma la traccia di rabbia rimane in ogni caso.
“Diciamo che abbiamo capito che mettere da parte le nostre divergenze beneficia entrambe di più” gli dico con un sorriso enigmatico, che non può fare altro che trasformarsi in uno malizioso al pensiero di ciò che abbiamo fatto io e Mag ieri, nel mio letto.
Istintivamente mi mordo il labbro, mentre la mia mente non smette di immaginare Maggie tutta nuda e sudata sopra il mio corpo, ma con un sorriso in volto.
Automaticamente, un sorriso si apre anche sul mio di volto, mentre i miei denti afferrano violentemente il labbro inferiore.
E sono sicura che sia in quel momento che capisce tutto. 
“E’ stata da te per tutto questo tempo” 
Lo sussurra mentre annuisce e fissa un punto non definito per terra, quasi come se gli fosse arrivata una rivelazione, una conferma a tutti i suoi sospetti e a tutte le sue domande.
Poi, la sua testa scatta verso l’alto, e nei suoi occhi infuocati di rabbia e delusione intravedo una nuova sfumatura: la vendetta brucia nelle sue iridi, mentre le mie sono piene di paura, nonostante cerchi di non farlo notare.
Poi però, avviene qualcosa che non mi aspettavo.
Alle sue spalle, la porta si apre, e Maggie sbuca, con una faccia leggermente preoccupata.
La guardo, e tutta la paura che fino a due secondi fa provavo, ora sembra completamente sparita.
Ora che la guardo, dopo aver avuto paura di perderla sul serio, senza che avevo la possibilità di decidere come o di controllare la situazione, tutto ciò che la mia testa e la mia ragione mi hanno sempre ripetuto, tutte quelle convinzioni sul mio non essere abbastanza per lei, ora non esistono più.
Non esiste più niente.
Non esistono i miei pensieri e le mie paure, non esiste Remy, nè il suo sguardo assassino, non esiste Tito, che abbaia come un ossesso dietro la sua padrona. Per un momento, esistiamo solo io e lei, ed è fottutamente stupendo.
I suoi occhi incrociano i miei, e riesco a vedere tutto l’amore che prova per me, riflesso nelle sue iridi.
Sta per pronunciare qualcosa, ma non appena i nostri occhi si incrociano, la preoccupazione si trasforma in pura paura, mentre qualsiasi cosa stesse per dire, le muore in gola.
Remy, dal canto suo, non appena nota che la mia attenzione non è più rivolta verso di lui, si gira di scatte, seguendo con la testa la direzione verso cui stavo guardando.
Lo sento prendere un bel respiro, mettendomi in guardia, aspettando una sfuriata nei miei confronti.
Poi però scatta in avanti, iniziando a camminare verso maggie, con un andatura pomposa ma allo stesso tempo estremamente rabbiosa, e con le mani chiuse a pugno. 
“No, prenditela con me” urlo a Remy, riuscendo ad afferrarlo per un braccio.
Lui si divincola, liberandosi, mentre continua dritto per la sua strada.
Maggie gli corre in contro, cercando in qualche modo di fermarlo, ma lui la schiva, entrando in casa.
Lei rimane a guardarmi, con una faccia confusa e le lacrime agli occhi.
Un colpo che arriva dalla casa ci fa sobbalzare, mentre corriamo entrambe verso l’ingresso.
Poco prima di affacciarci, un altro colpo esplode.
“Cazzo Remy smettila” 
Maggie arriva prima di me, e si para davanti a lui, per cercare di farlo fermare dal tirare i pugni al muro. Trovo un paio di oggetti per terra. 
“Sei stata con lei ieri. E non me l’hai detto” urla lui indemoniato.
“Io…” 
Posso percepire tutta la confusione della donna che amo, raccolta in un solo sguardo implorante che mi rivolge. 
“Tu cosa, Mag?” gli chiede lui, mentre lo sento chiamarla con lo stesso soprannome che uso io, cosa che mi fa terribilmente incazzare.
“Forse ti sei dimenticata? Oppure non ti andava di dirmelo? Oppure è questa stronza che non significa niente, o siamo entrambi che non contiamo un cazzo per te? Mh? Illuminami” pronuncia queste frasi con una voce carica di odio, mentre continua a lanciarmi sguardi di fuoco.
Ignoro l’insulto di Remy, ma rimango all’ascolto.
Dopotutto, avrei già fatto un casino, se solo questo argomento non mi toccasse da così vicino.
Sono estremamente curiosa, e anche impaurita, di sapere la risposta.
Lei resta in silenzio, girandosi a guardarmi, e per un momento mi cade il mondo addosso.
In quello sguardo leggo un dolore straziante, insieme a delle scuse profonde.
Per un momento, penso che questo sia il suo modo per scusarsi per avermi fatta sentire importante quando non lo ero.
Poi, le sue parole mi fanno completamente cambiare modo di vedere. 
“Si, sono stata con lei, ma non solo. Sono scappata da lei, ho pianto per lei, ho sofferto a causa sua, ma inevitabilmente sono tornata da lei. Avrei dovuto dirtelo molto prima Remy, mi dispiace” 
Il suo sguardo è tremendamente scosso. Il suo viso ha perso tutto il colore che aveva. I suoi occhi sono umidi, così come i suoi.
“E questo cosa significa?” chiede lui con fare afflitto, mentre io inizio a sentirmi come la terza incomoda. 
“Significa che sei stato come un’ancora per me. Mi sentivo male, mi sentivo rifiutata e avevo bisogno di dimenticarla, e mi sono aggrappata a te, come la mia unica speranza. E mi rendo conto di quanto sia ingiusto nei tuoi confronti, me non riuscivo a vedere il male che ti stavo facendo in quel momento. Perdonami, ti prego” 
I singhiozzi sommessi della bionda arrivano alle mie orecchie e trafiggono il mio cuore come cento lame.
Mi porto immediatamente una mano al petto.
Mai nella mia vita mi era capitato di sentirmi così male per un’altra persona.
Ho sempre pensato che chiunque dicesse una cosa del genere mentiva, ma ora so che non è così.
So che questo dolore è l’altra faccia dell’amore. Gli occhi di Remy si fissano sui miei, e sento tutto il suo odio.
“Non ci credo, mi hai deluso Maggie, davvero” dice dopo essere stato in silenzio per qualche minuto “E non voglio vedervi mai più nella mia vita”
Una parte di me, quella più cattiva, è felice di sentire queste parole.
“No Remy non puoi farmi questo!” urla Maggie
“Non posso farti questo? Sul serio? Direi che non sei proprio nella posizione giusta per dirmi cosa posso o non posso fare, soprattutto dopo quello che mi hai fatto. Il tuo comportamento mi ha fatto schifo”
Sputa queste parole con una violenza ed un odio quasi sovrannaturale.
Maggie inizia a piangere a dirotto, mangiata dal senso di colpa che quelle parole le hanno suscitato.
Vorrei tanto intervenire per difenderla, ma so che è una cosa in cui io non c’entro, e soprattutto ora come ora non so quale sia la mia posizione nei confronti di Mag.
La verità è che è tutto così instabile e precario che non so cosa devo o non devo fare, cosa posso o non posso fare. 
"Remy ti prego" insiste lei, cercando di ottenere non so che cosa.
Mi fa male vederla così, soprattutto a causa sua.
"Me ne vado" aggiunge con un tono di voce basso e roco, mentre sussulta leggermente.
In un batter d'occhio, afferra la borsa e estrae delle chiavi, quelle che penso essere le chiavi di casa di Maggie, mentre il sangue mi ribolle nelle vene.
La cosa che più mi distrugge, è sapere che per tutti questi mesi lui ha potuto viverla, mentre io, bloccata da me stessa no.
E sinceramente, ancora non so se ho passato questo blocco.
Sto cercando con tutte le mie forze di lasciarmi trasportare dal cuore, esattamente come mi ha detto di fare Alba, ed è proprio grazie a lui che in questo momento sono qui con Maggie, altrimenti probabilmente nemmeno sarei venuta a cercarla.
Sento la porta di casa sbattere violentemente, e un sussulto mi percorre da cima a fondo.
Un silenzio inquietante cala all’interno della casa, e l’unico rumore che si sente è quello dei motori delle auto che passano per la strada, tra cui ci dev’essere anche quella di Remy.
Finalmente, ora che lui se n’è andato sono estremamente più rilassata, e approfittando del fatto che Maggie è girata di spalle, lascio uscire quel mio sorriso caratteristico, quello che solitamente uso per far innervosire la gente.
So che se l’avessi fatto davanti all’uomo che ha appena lasciato la casa, sarebbe scoppiato il finimondo, perciò mi sono trattenuta.
Sento i miei muscoli molto più rilassati, ora che il momento di tensione è passato, o almeno spero.

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