MAGGIE’S POV
Sono passati un paio di giorni da quando sono arrivata qui.
Mi sono ambientata già parecchio bene, anche se penso di aver bisogno di qualche giorno ancora per trovare la mia stabilità.
Rio è una città favolosa, esattamente come me l’ero aspettata, se non meglio.
Ho sempre desiderato andarci, sono sempre stata affascinata dai colori e dalla vità di Rio, dalla gente che balla, dai canti, dall'allegria, dal mare e i tramonti.
É molto diverso rispetto allo stile di vita dell’Europa, ma è anche per questo che mi sono innamorata del Brasile.
Qui non sento quella fretta che costantemente mi perseguitava in Spagna.
Amo Madrid, è e sarà sempre casa mia, ma il Brasile ha un posto speciale dentro al mio cuore e non vedo l’ora di viverlo e scoprirlo tutto.Io e Pablo stiamo tornando da un piccolo giro in jeep.
Lui aveva bisogno di fare della spesa, e io mi sono offerta per accompagnarlo, ma siamo finiti a girare per le strade di Rio, per ammirare tutta questa bellezza.
Pablo è innamorato di Rio quanto me, se non di più, tant’è che ormai 4 anni fa si è trasferito qua.
Inizialmente ho pensato che presto avrei seguito le sue orme e mi sarei trasferita anche io, e in un certo senso è quello che sto facendo, ma poi con il tempo ho capito che per ora è Madrid la mia casa.
Magari, tra tanti anni, verrò a viverci stabilmente.Alle mie spalle c'è una casa davvero molto carina, piena di colori e con una piccola piscina interrata sul davanti, una di quelle che ho sempre sognato.
Il mare si staglia davanti a me, mentre in ogni modo cerca di replicare l'immagine del sole, invano.
L'unico risultato che ottiene è una lunga linea, che parte dall'orizzonte e si allunga sempre più fino a me.
Sento le onde infrangersi testarde contro gli scogli su cui sono seduta, mentre tengo d'occhio la birra alla mia destra per evitare che scivoli, e con una mano faccio cadere la cenere dalla sigaretta, che si sta consumando.
All'improvviso, il profumo della salsedine si mescola a un profumo che trovo familiare, ma che ogni volta mi sorprende, mentre sento una mano posarsi sul mio fianco destro, e la sigaretta venirmi strappata di mano.
Non oso girarmi, perchè nonostante so chi ci sia dietro di me, il terrore che le mie aspettative vengano infrante è troppo alto, preferirei rimanere in questo eterno secondo, cullata dalle sensazioni e dalle illusioni.
Vorrei terribilmente rimanere intrappolata tra le carezze del tempo fermato.
Sento un rumore di vetro, e la birra viene sottratta dal mio campo visivo, sostituita da una gamba.
L'altra, invece, appare alla mia sinistra, mentre sento la stessa mano che ha spostato la bottiglia afferrarmi dolcemente la gola e tirarmi verso il corpo dietro di me.
Miliardi di brividi si formano sul mio corpo, tanti quanti le stelle in una notte di agosto, mentre una scia di baci viene posata sul mio collo, lentamente.
Dopo aver rubato qualche minuto all'egocentrismo del sole, in cui ho tenuto gli occhi chiusi, li riapro e seguo il percorso del centro della palla luminosa finchè non è sul punto di immergersi nelle calme acque, sento dentro di me che il momento di girarmi è arrivato, ma la mano torna sulla mia gola, impedendomi qualsiasi movimento.
Con la coda dell'occhio, riesco a scorgere i capelli della persona dietro di me, che volano seguendo il ritmo della brezza marina.
Sono rossi fuoco, estremamente lucenti, alleati con la luce del sole morente.
Mi giro di 180 gradi, nella direzione opposta a quella in cui ero.
Le mie gambe finiscono per avvolgere la vita della persona che era dietro di me e che ora mi trovo davanti.
Il mio stomaco fa una capriola nel momento esatto in cui le mie labbra si trovano a pochissimi centimetri da quelle della donna che in realtà dovrei cancellare dalla mia vita.
I nostri occhi si incatenano, e dentro i suoi scorgo un mondo infinito, un mondo che vorrei incidere nella mia memoria.
Sento il suo fiato caldo sulle mie labbra, leggermente velato dall'odore del fumo che aveva aspirato, mentre le sue mani si posizionano sui miei glutei, che usa per attirarmi di più a lei.
Le nostre labbra si sfiorano più volte, senza mai entrare in contatto per più di un paio di secondi, come se volessero ritardare il momento fino a che l'attesa e il desiderio sarebbero risultati troppo grandi per essere sopportabili.
Dopo un'eternità, o forse solo qualche secondo, le sue mani finiscono sul mio viso, che con un'immensa dolcezza attira verso di sè, per far incontrare le nostre bocche in un bacio che rende onore all’idea di amore, e che resterà vivo finchè avrò memoria per ricordarlo.Mi sveglio di soprassalto nel momento esatto in cui sento il motore dell'auto spegnersi, e una portiera chiudersi violentemente, mentre mi sento come se la fredda verità mi fosse stata sbattuta in faccia esattamente come il colpo che mi ha svegliato.
Sento il cuore battere impazzito, come se volesse crearsi un varco per fuggire dal mio petto, mentre il respiro concitato rende difficile ritrovare la calma.La sera è scesa su Rio.
Entrando in casa, trovo Pablo che si sta fumando una sigaretta.
“Posso?” gli chiedo facendo un cenno con la testa in direzione della sigaretta che teneva tra le mani.
“Claro, mi amor” mi risponde porgendomela.
“Comunque, già che siamo qui, volevo parlare un po’ con te”
Cazzo, quando mi dicono così mi viene sempre un’ansia terribile, spero solo non siano brutte notizie.
Poi, una lampadina mi si accende nel cervello.
Joder, forse devo iniziare a cercare una casa, dopotutto lui è stato così gentile da accettare di ospitarmi per i primi giorni, ma forse è già ora che prenda una casa per me.
“Aspetta, così mi preoccupi. Senti Pablo, se è per la casa, so che ti avevo detto giusto un paio di giorni e me ne sarei trovata una mia, però non l’ho ancora fatto, non ne ho avuto tempo mi spiace. Domani mi metto e ne cer-” inizio tutto d'un fiato.
“Frena frena frena biondina niente di tutto questo, sai che mi fa solo piacere se stai qui con me. In realtà ti volevo parlare di un’altra cosa, anzi, di due. La prima è che domani sera voglio farti conoscere la mia ragazza.” mi dice guardandomi negli occhi leggermente impaurito, forse perchè non è sicuro della reazione che avrei potuto avere.
“Cosa?! Ma stai scherzando? E me lo dici così? No cazzo, ora voglio sapere tutto? Da quando? E come di chiama?”
Sono estremamente sorpresa ma soprattutto felice di sentire che finalmente ha trovato una ragazza che ama e che lo ami.
Questo pensiero mi porta inevitabilmente a Najwa, e penso che io non ho avuto la stessa fortuna sua.
“Con calma, biondina, fammi respirare” dice ridendo, mentre io arrossisco leggermente.
“Hai ragione scusa. Forza, prendiamo qualcosa da bere e sediamoci, poi mi racconti per bene”
Lo vedo sorridere a questa mia affermazione, forse felice per il fatto che io sia così interessata e felice a questa notizia, per poi dirigersi verso la cucina
“¿Te gustarìa una Cerveza?” mi urla lui dall’altra stanza.
“¡Claro!” gli urlo di rimando, mentre sento l’anta del frigorifero sbattere violentemente, come suo solito.
“Certo che tu e la delicatezza due rette parallele proprio eh” gli rinfaccio mentre mi appoggio allo stipite della porta della cucina.
“Ah ah ah, ma senti chi parla, Miss La-prima-volta-che-ci-siamo-visti-ti-sono-caduta-addosso” mi canzona lui di rimando, mentre io divento tutta rossa per la vergogna.
“Non ricordarmelo, ti prego” piagnuccolo
“Allora, si chiama Nathalie, è più giovane di me di un anno - nel caso te lo stessi domandando-,” inizia lui dopo qualche minuto di silenzio, mentre io annusico vigorosamente “ci siamo conosciuti a lavoro, o meglio, io avevo ordinato un caffè d’asporto nel bar vicino al mio negozio per fare surf e tutte quelle cose lì, e lei si è presentata con il caffè. Da quel giorno ho iniziato ad andare al bar e così ci siamo conosciuti. Ah già, prima che lo chieda, stiamo insieme da ormai quasi un anno, ma sappi che io quella ragazza me la sposerò” mi spiega con gli occhi vivi di chi ha trovato l’anima per dare un senso alla sua vita, il che in un certo senso è quello che sto cercando di fare anche io con questo viaggio, ma dopo ciò che mi ha raccontato, ho come l’impressione che l’unica opportunità che avevo mi è scivolata dalle mani nello stesso momento in cui ho deciso di chiudere ogni rapporto che avevamo il giorno in cui abbiamo litigato sul set per ciò che era avvenuto nel bagno del ristorante in cui mi aveva invitato a mangiare l’ultimo giorno di riprese.Pablo deve aver notato del mio sguardo perso nel vuoto, o forse del sorriso malinconico stampato sul mio volto, perchè all’improvviso mi sento afferrare il viso dal mento, e i miei occhi verdi si incontrano con i suoi color nocciola.
“Ei, tutto bene? So che c’è qualcosa che non va, me ne sono accorto subito appena sei arrivata. Non ti farò pressioni e rispetterò i tuoi tempi, ma spero che prima o poi tu possa parlarmene. Magari posso darti una mano, o per lo meno sfogarti ti farà sicuramente bene.” mi dice lui con la timidezza di chi ha paura di essere troppo invadente.
“Certo, lo so grazie, ma ora non me la sento, scusami davvero”
“Non ti devi preoccupare, quando vuoi sono qua lo sai” mi rassicura stringendomi in un abbraccio, nonostante tutto quello che voglia è di fronte a un bivio: voglio lei, ma allo stesso tempo voglio riuscire a dimenticarla per stare bene.
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RINASCITA
Fanfiction"È nella solitudine, scevra da ogni sorta di condizionamento, che ognuno di noi può ritrovarsi e conoscere appieno se stesso." e questo Maggie lo sa bene. o meglio, sentirà la necessità di scoprirlo.