CAPITOLO 24

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MAGGIE’S POV
“Ragazzi, altro giro?” urla una Nathalie visibilmente ubriaca, mentre Pablo la guarda leggermente sconvolto, facendo una faccia buffa che mi fa letteralmente scoppiare a ridere.
“Claro, esta noche va a ser inolvidable” urla Ana per sovrastare la musica alta del locale.
Dopo aver passato tutta la giornata tra nuotate, sabbia e sole, abbiamo deciso di uscire per un drink, che si sono già trasformati in due, senza contare gli shottini vari.
“Ragazze, avete già bevuto parecchio non vi pare?” ci chiede Pablo, mentre cerca contemporaneamente di reggere Nathalie, che sembra sul punto di addormentarsi sulla sua spalla. 
“Ei, tu scusa…” sento Camila rivolgersi al cameriere che ci stava passando vicino.
“Dimmi bellissima” le risponde lui con un occhiolino, mentre il mio sguardo si sposta su Rafael, che le è seduto di fianco e che sta cercando in tutti i mondi di trattenersi dal fare una scenata di gelosia.
“Vorremmo un altro giro. Io prendo un White Lady”
“Perfetto. E voi?” chiede rivolgendosi a noi.
“Io un Long Island”
“Ci va giù pesante la ragazza, così ti voglio” mi dice il cameriere senza smettere di sorridermi.
“Ha ragione amore, non esagerare” aggiunge Remy, che stava seduto di fianco a me, mentre mi appoggia un braccio attorno alle spalle, cosa che leggermente mi infastidisce, anche se non capisco perchè.
“Tranquillo, non ho bevuto molto. E tu, cosa prendi?” gli chiedo di rimando
“Io un whisky, grazie” dice rivolto al cameriere.
“Io una Margarita” aggiunge Nathalie
“Ei no no, tu non prendi più niente, sei troppo ubriaca”
“Io voglio un Manhattan” si inserisce Ana, seguita da Oscar, che ordina un Negroni, mentre Rafael ordina un Mojito.

Una ventina di minuti più tardi, Oscar, Ana, Camila e Rafael sono ormai stati inghiottiti dalla folla che riempie la pista da ballo, mentre Nathalie e Pablo hanno deciso di tornare a casa, visto che Nathalie era sul punto di un collasso.
Al tavolo siamo rimasti solo io e Remy, il quale sospetto sia ancora arrabbiato con me per il fatto che si aspettava che gli avrei dedicato tutto il mio tempo. Decido allora di uscire fuori per prendere un po’ d’aria e magari per fumarmi una sigaretta. Non che io fumi spesso, ma sta sera ne ho particolarmente voglia. Faccio per alzarmi, quando sento Remy tirarmi per il braccio.
“Vuoi andare a casa?”
“A dire la verità no, mi sto divertendo. Volevo solamente andare fuori a prendere una boccata d’aria”
“Ti accompagno allora”
“Grazie” dico cercando di nascondere la scocciatura.
Da quando è arrivato, Remy inizia a starmi stretto, lo sento troppo appiccicoso, ma so che in realtà è una mia paranoia perchè non è cambiato un granchè, e questa cosa mi spaventa.

Non appena esco, l’aria fresca mi invade i polmoni e finalmente posso tornare a respirare la brezza marina che sale dal mare.
Un’altra cosa attira immediatamente la mia attenzione, e sono delle urla provenienti da poco distanti dall’ingresso. 
Sembra che un uomo stia litigando con la sua fidanzata per qualche motivo che non riesco a capire, succube dell’alcol, della lontananza e della musica del locale. 
All’improvviso, vengo terribilmente presa di sorpresa da due braccia mi cingono da dietro e vendo una chioma bionda apparire nel mentre sento scoccarmi un bacio sulla guancia.
“Ei eccovi qui piccioncini, non vi trovavamo più” ci sorride Ana, troppo sbronza per rimanere seria.
“Colpa mia, sono uscita a prendere un po’ d’aria”
“E tu l’hai accompagnata, da bravo cavaliere” lo punzecchia lei, iniziando poi una discussione poco sobria con Oscar, chiedendogli se avrebbe fatto lo stesso per lei.

“...C’è qualcosa tra di voi?”
“Ma ti senti quando parli? Nonostante siamo fidanzati non ti devo nessuna spiegazione, soprattutto perché non c’è niente tra me e lei, e poi sei ubriaco, smettila”

Il soffio leggero del vento porta fino a me la voce strascicata dell’uomo e quella impaurita della ragazza.
La sua paura è palpabile, e dai suoi atteggiamenti sembra si aspetti che il ragazzo inizi a picchiarla perché al suo minimo movimento si copre con le mani.
Decido di tenere d’occhio la ragazza per tutta la sera, e, se ce ne sarà bisogno, interverrò personalmente.
“Maggie, tesoro mio ma buongiorno, vuoi unirti alla litigata di quei tipi? Li fissi da due minuti ormai” continua Ana, che sta sera è in vena di prendere in giro la gente a quanto pare.
“Ah, calla tìa, solo ho paura per quella ragazza, non mi piace come si sta comportando lui” le spiego io con voce preoccupata.
“Ha ragione, preoccupano anche me” mi appoggia Camila.
“Beh, saran fatti loro no? A me non piacerebbe che vi immischiaste nella mia vita se fossi in loro” improvvisamente Ana diventa terribilmente fredda, per poi entrare dentro il locale, seguita da tutti gli altri.
Stranamente, l’unica che si ferma fuori con me è Camila, preoccupata quanto me per la ragazza.
Percepisco i suoi occhi fissi su di me, e ci basta solo uno sguardo per intenderci.
Lentamente, iniziamo ad avvicinarci verso la coppia, e la loro voce si fa sempre più chiara.

 
“Non mi interessa Thiago, non ho più intenzione di continuare così, abbiamo chiuso.”
“Non puoi fare questo, brutta troia.” le urla lui in faccia, mentre io mi giro a guardare Camila, sconcertata quanto me.
“Posso eccome. Mi sono stancata di subire sempre i tuoi insulti e le tue botte. Abbiamo chiuso qua.” gli urla la ragazza con una determinazione che mi fa essere fiera di lei, nonostante non la conosca.
Lui però, non sembra gradire la cosa, e immediatamente la prende per un braccio, cercando di trascinarla chissa dove.
Io e Camila corriamo cercando di stargli al passo per poter aiutare la ragazza, ma una volta raggiunto il vicolo in cui si erano nascosti, notiamo con piacere come la ragazza sia stata in grado di liberarsi da sola.
“Sei stato molto chiaro in questi anni, con tutti i tuoi comportamenti di merda nei miei confronti, quindi non ti azzardare a tornare da me. Se ti avvicinerà ancora chiamerò la polizia”
“E va bene piccola troietta, tanto di te non me ne frega un cazzo, non ho bisogno di te, eri solo la mia puttana” urla in faccia alla ragazza, che scoppia immediatamente a piangere. 

Vorrei correre subito a consolarla, ma qualcosa dentro di me si sta svegliando e balza sopra tutto quello che sta accadendo.
Percepisco tutto così strano e lontano, come se stessi vivendo un deja-vu.
Varie immagini si stanno sovrapponendo a quelle di stasera, come se le avessi già vissute, in un mondo parallelo.
Una voce si insinua violentemente nella mia testa ripetendo le stesse identiche parole che il ragazzo ha urlato poco fa, ma la voce che le urla non è la sua, ma quella roca e soave allo stesso tempo di Najwa. 
La confusione prende il possesso.
Non capisco che cazzo mi stia succedendo.
Senza rendermene conto me la ritrovo davanti.
Non sono più in Brasile però, ora sono sul terrazzo di un ristorante che mi sembra conosciuto, mentre davanti ho Najwa, che mi sbraita contro le stesse frasi che il ragazzo ha detto poco fa.
Mi sembra di rivivere la stessa scena di poco fa, solo in prima persona.
Ma a me non è mai capitata una cosa del genere, o almeno non che io ricordi.
Mi sento esattamente come si sentiva la ragazza, sento delle lacrime scorrermi lungo le guance, mentre il dolore che mi provocano le parole di Najwa prende il sopravvento su qualsiasi altra emozione, esattamente nello stesso momento in cui qualcuno mi afferra per un braccio.
"Maggie, Maggie che cosa succede?” una voce mi riporta a Rio.
Sbatto le palpebre per qualche secondo, profondamente confusa.
Intorno a me è buio, ma grazie a delle scritte neon riesco a riconoscere Camila che mi guarda preoccupata. 
“Cos’era quello?” chiedo istintivamente cercando di riportare alla mente quello che ho appena vissuto
“Niente Mag, non c’era niente” 
“Ho appena visto-” incomincio, fermandomi subito dopo.
Nessuno di loro sa di Najwa, e non voglio di sicuro dover spiegare tutto ora.
Sono terribilmente spaesata.
“Aspettami qui senza muoverti” mi ordina la mia amica, che sparisce poi dietro l’angolo.
In meno di due minuti è di ritorno, accompagnata questa volta da Remy.
“Maggie! Cosa le è successo?” chiede preoccupato
“Non lo so, un momento prima era di fianco a me, e un momento dopo si è appoggiata al muro e il suo sguardo era vitreo” spiega spaventata Camila.
“Ho visto…” incomincio non sapendo come spiegarlo senza tirare fuori Najwa.
“Cosa, Mag, contina. Cosa hai visto?” mi incita Remy
“Portami a casa” dico io solamente, per poi iniziare a muovermi in direzione dell’auto, mentre sento Remy che rassicura la mia amica dicendole che si sarebbe occupato lui di me.

RINASCITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora