CAPITOLO 42

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MAGGIE'S POV
Le vedo entrare, sfilando, una in fila all'altra.
Tengo gli occhi bassi, cercando di fermare l'istinto di cercarla.
Ci sono solo due posti liberi al nostro tavolo.
Uno di fianco a me e uno di fianco a Berta.
Alba prende posto per prima, sedendosi di fianco alla ricciolina.
Chiudo gli occhi, aspettandomi il peggio.
Un'occhiata, un sospiro arrabbiato, o forse sconfitto, una provocazione.
Ma non arriva niente.
E forse il peggio è questo.
Il vuoto più totale.
Ma Najwa è così, si chiude a riccio quando viene ferita o attaccata.
E non lascia trapelare più niente.
Come se volesse dimostrare che sta da dio, che niente l'ha ferita e che niente lo farà ancora.
Ma so che l'ho fatto.
L'ho ferita.
E mi dispiace, mi sento terribilmente in colpa per questo.
Ma allo stesso tempo, sono estremamente fiera di me.
Ho sempre saputo che Najwa avesse un carattere più forte del mio.
Sono sempre stata quella più "debole" tra le due.
Sul lavoro, ho sempre avuto paura di contraddirla, forse a causa della sua fama, del suo carisma, o del suo sguardo di fuoco che mi inceneriva ogni volta che la contraddicevo, o per lo meno a me così sembrava.
Mi sono sempre creduta inferiore a lei, in quanto a capacità lavorative, ad esperienza nella recitazione e nel cinema.
Ma ora no.
Siamo due donne adulte, capaci di prenderci le nostre responsabilità.
Entrambe con la propria esperienza, con i propri pensieri e i propri sbagli.
Ed è per questo che sono fiera di me stessa, per essere riuscita a tenerle testa.
Sono innamorata di lei, si, ma questo non significa che io debba sottomettermi.
La osservo di nascosto, cercando di seguire tutti i suoi gesti e le sue espressioni.
Cerco di capire a cosa pensa in questo momento, se sia arrabbiata.
Ma niente, è davvero una donna assurda.
Sospiro frustata, constatando che sarà davvero una lunghissima serata.

Siamo in questo ristorante da quasi due ore.
Le due ore più lunghe della mia vita.
Abbiamo mangiato bene, perlomeno.
Ho ordinato degli spaghetti allo scoglio, uno dei miei piatti preferiti.
E poi mi è arrivata una bella dose di battutine sarcastiche da parte di Najwa, ovviamente non richieste.
Ho stretto i denti, cercando in ogni modo di arrivare a fine cena.
Ogni tanto le ho tirato qualche occhiata nascosta, ma niente di più.
Da quando l'ho vista sotto casa mia poco qualche ora fa, non ho avuto altro che l'istinto di salirle a cavalcioni non appena entrata in macchina, lasciarmi marchiare da lei e dal suo profumo e baciarla fino a rovinarle quel rossetto scuro che porta.
E ancora, fuori dal ristorante, mentre ci urlavamo in faccia i nostri peggiori segreti, l'unica cosa che avrei voluto fare è afferrarla per i fianchi e cercare la sua lingua con la mia, finchè tutti gli sguardi che scivolavano lungo il suo corpo fasciato non si sarebbero spostati, sospirando a metà tra la delusione nel vedere quella divinità baciare qualcun'altra e l'invidia nei miei confronti, per aver la fortuna di avere al mio fianco una donna come lei.
E io, nonostante questo, nonostante la loro invidia, li avrei solo disprezzati.
Non tanto per gli sguardi perversi sulle sue forme, e sui suoi lineamenti.
E' una donna forte, una delle più forti che conosca e so che sa gestirli.
Ma per la loro superficialità, perché si sono soffermati sulle curve, non sapendo che grande donna ci sia se solo ti immergi in lei.
E non intendo solo letteralmente.
Anche, ma non solo;)

"Che ne dite di un bel drink nell'area bar?" chiede una Berta che ha ritrovato il buon umore subito dopo.
Anche lei, da parte sua, non ha mai smesso di provocarmi.
Lei però cercava solo di attirare la mia attenzione, mentre Najwa la trucidava con lo sguardo ogni volta che aprendo bocca si rivolgeva a me.
"Pues claro" risponde alba rimproverando me e la rossa con lo sguardo, nonostante ci stia intimando di comportarci normalmente da tutta la sera, ovviamente senza successo.
Annuisco debolmente.
Ho sonno, voglio solo andare a casa a pensare e ragionare su tutto quello che è successo, ma dopotutto, un drink bello forte è quello che potrebbe servirmi ora.
"Un Long Island"
"Whoa bionda calma eh, abbiamo anche bevuto una bottiglia di vino intera" mi riprende alba sorridendo, ma proprio mentre sto per rivolgerle uno sguardo di rassicuramento, parla di nuovo, stavolta riferita al barista.
"Direi due Long Island. E magari dopo anche uno shottino di tequila sale e limone, che ne dici Mag?" continua ridendo, mentre io scuoto la testa sconvolta.
"E poi vieni a fare la ramanzina a me eh?" le urlo, mentre lei va a scegliere un tavolo abbastanza appartato.
"Tu Berta, che prendi?" le chiedo avvicinandomi, mentre vedo con la coda dell'occhio Najwa girarsi di scatto, guardandomi con uno sguardo omicida.
Mentre io continuo ad ignorarla volontariamente.
"Lo stesso che prendi te, che ne dici?" mi chiede sorridendomi con uno strano luccichio negli occhi, mentre una sua mano si posa sulla mia schiena, con un leggero tocco di malizia.
Le sorrido, dolcemente, un po' con quell'espressione da angioletto che tanto mi esce bene, per poi appoggiarmi con le braccia al bancone.
Sento il suo profumo estremamente vicino, ed estremamente buono, mentre lei si avvicina sempre di più.
La sua mano accarezza la mia schiena continuamente.
Ad essere sincera, ora mi sento leggermente a disagio, e con gli occhi cerca una via di fuga, ma sono intrappolata tra Berta e un'altro uomo.
Sospiro, aspettando che ordini per poi potermene andare, quando sento una voce parlare da dietro.
"Per me una caipirinha, e ora andiamo." urla Najwa per contrastare la musica, facnedo un cenno distratto al barista, che risponde con un assenso, mentre con una mano mi afferra per un braccio, staccandomi da Berta e da quella situazione scomoda in cui mi ero cacciata.
Devo ammettere che un po' me l'ero cercata, naturalmente.
Volevo vedere la reazione di Najwa se Berta si fosse avvicinata un po' troppo.
Ed ora, guardandola negli occhi, li vedo ardere di fuoco puro.
Le sorrido, come a dirle "Che ti dicevo?", per poi staccarmi dalla sua presa e avviarmi verso Alba, che ha già trovato il tavolo perfetto.

RINASCITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora