Capitolo 13

1K 62 8
                                    


La classe ormai é piena.
Tutti gli studenti sono nei propri posti.
Mentre la professoressa guarda attentamente Harry, non posso fare a meno di pensare a quando il mio respiro ha rallentato.
Quando l'ho rivisto, dentro di me c'è stata un'esplosione.

L'aria intorno a me si fa sempre più pesante.
Guardo i suoi capelli, e distolgo lo sguardo immediatamente.
Per fortuna non può vedermi.
Il viaggio ormai è finito e ognuno di noi è ritornato alla vita di sempre.

La professoressa che un attimo prima le aveva fatto una domanda, cerca di attirare la sua attenzione, e riformula la domanda.

-"Signorino Styles, potrei sapere come mai é dovuto andare via prima?" chiede gentilmente.

Parla. Ho davvero bisogno di sentire la tua voce.

Tutta la classe si volta per aspettare il verdetto che non arriva..
Io guardo fuori, non ho assolutamente voglia di guardarlo.
Ma i miei piedi non fanno altro che muoversi, sono nervosa.
D'un tratto sento di nuovo la sua meravigliosa voce..

-"Dovevo proprio andare" dice con voce roca, tutti si guardano intorno per avere una spiegazione, ma non c'è.

La professoressa decide di non insistere e inizia la sua lezione facendo leggere a tutti il proprio tema. Harry non l'ha fatta, ne sono certa, non è un tipo che ama scrivere.

Leggono tutti quello che hanno scritto, quando arriva al suo nome.
Lui estrae un foglio dal quaderno e Judi lo osserva con occhi attenti.

Prende il foglio nelle mani e inizia a leggere.

-Io non amo particolarmente le gite, non amo stare a contatto con la gente, non amo il confronto e non amo sentirmi parte integrale della gente, ma di questa gita vari ricordi ci sono che sono indelebili.
Non mi piace girare per le città a guardare palazzi e monumenti importanti, preferisco guardare due occhi dove il mare si può sfiorare, e un sorriso dove la paura può finire. Non mi piace stare ore sotto il sole a squagliare, ma mi piace guardare le persone che riflettono l'animo dentro. Non mi piace neanche scrivere stupide tesine dove parlo della gita, ma mi piace sapere quello che la gente pensa di me, non mi piace mettermi in mostra con un pezzo di foglio tra le mani, ma certe attenzioni si.
Infine non amo niente se non le cose più piccole, quelle che non cercano di farsi notare, quelle impercettibili.
Ma di questa gita l'unica cosa dove ho trovato conforto é stato con la speranza.
La speranza è il peggiore tra i mali, poiché prolunga i tormenti degli uomini.
Vivo di speranze e solitudini dove persone l'hanno cambiato!

Sono rimasta bloccata la, mentre lui ha appena finito di leggere.
È stato davvero stato lui ha scrivere quelle parole?

Scrive davvero bene, e sono sicura che ha tirato fuori quello che sente dentro.
Ma una piccola domanda si fa spazio dentro di me, per chi parlava in particolare?

Decido di non pensarci e sbatto gli occhi, che sono rimasti sbarrati per tutto quel tempo.

Nonostante abbia detto che non gli importa niente della gita, la professoressa inizia ad applaudire e in seguito tutti gli altri, tranne io.
Non che non voglio, perché ha scritto cose belle, ma non voglio fare finta di niente.

Harry è rimasto là anche lui fermo, si aspettava qualche commento negativo dalla professoressa, invece no.

-"Sei stato bravissimo Harry, anche se non hai parlato della gita hai parlato di te" la professoressa dice mentre probabilmente scrive il voto nel suo registro.

Harry sembra indifferente al suo commento e annuisce solamente.
Tipico di lui.

Judi è ancora scossa e io più di lei.
La campana suona e Zayn va ad abbracciarlo per salutarlo.
Io mi alzo dal mio banco e vado subito fuori, non ho voglia di scontrarmi con lui.

HOPEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora