HOPE

Capitolo 5

Guardo il cellulare che si trova in tasca, sono le sette di sera, e mio malgrado mi alzo dal balcone per andare verso casa.
Il vento che aveva iniziato ad alzarsi mi fa rabbrividire.
Mi stringo di più nella mia grossa felpa e canticchio una canzone che
risuona nelle mie orecchie.
Osservo le mie scarpe da ginnastica con lo sguardo rivolto verso il basso quando vado incontro a qualcuno.
È molto più alto di me,ma sono troppo in pensiero per accorgermi chi c'è davanti a me.

Serro gli occhi quando vedo il mio caro compagnetto Harry con i capelli disordinati, senza fascia, e con un mezzo sorriso che, divertito mi guarda.
Sono rimasta con la bocca aperta per la sorpresa, e lui sfacciatamente con un gesto delicato mi sfiora il mento per richiudermi la bocca.
Inizia a sorridere, uno di quei sorrisi dove si possono notare agli angoli della bocca delle fossette, ha davvero un bellissimo sorriso, soprattutto quelle fossette.

Harry parla per prima.

"Ma di tante persone devo per forza incontrare te?" chiede alzando gli occhi al cielo, il suo tono è provocatorio e mi da leggermente fastidio, rispondo subito volendo troncarla li.
"Potrei farti la stessa domanda".
Il suo sorriso invece di spegnersi si incrementa maggiormente e risponde velocemente.
-"Sarà che mi segui" dice mordendosi il labbo inferiore.
-"Scusa, io ti starei seguendo? E dimmi, perché dovrei fare una cosa così stupida?" domando avvolgendo le mie mani dentro le tasche.

-"Perché ogni ragazza vorrebbe seguirmi piccola" dice facendomi l'occhiolino.
É irritante.
Però mi ha appena chiamata piccola, oh merda.
Smettila di farti solo flash.

Mi avvicino a lui, anche se devo dire che é molto alto in confronto a me.
-"Vorresti" dico, facendogli l'occhiolino.
Per un momento, sembra guardarmi dritto nei occhi, poi ritorna ad essere il ragazzo sicuro di sé, e sorride.

-"Mi implorerai solo di respirare la mia stessa aria, ricordati le mie parole" dice, facendomi rabbrividire.

-"Adesso vado, fa dannatamente freddo, torna a casa piccola" mi fa un'ultima volta l'occhiolino e sbatte la sua spalla contro la mia, per andare via.

Cavolo, questo ragazzo ha davvero tanta autostima.
Vuole prestarmene un po?
Ammetto che non sono molto brava a parlare, ma questa volta penso di avergli almeno fatto capire che non sono stupida.

Ritorno a casa, dopo un'esperienza drammatica avuta con mister sex simbol, e trovo mia madre che sta indossando la giacca per andare a lavoro.
Avrà il turno fino a notte fonda.

"Hope, ordina la pizza per te e tuo fratello, comportatevi da persone civili, e non come animali in preda ad un'attacco isterico" dice mentre mi lascia i soldi nelle mani.
Sorrido per la sua battuta.
In effetti non ha tutti i torti, ricordo che io e mio fratello quando mia madre usciva facevamo le cose più assurde del mondo.
Eravamo arrivati perfino a costruire una trappola per mia madre.
Non voglio ricordare le grida di mia madre quando rientrò a casa.

Però era divertente vedere la sua faccia piena di farina in testa.

Verso le otto il fattorino porta la famosa pizza che avevo ordinato per me e Max.
Pago la pizza, e richiamo mio fratello dal salone.
Ho fame, sopratutto quando la pizza contiene delle deliziose patatine fritte.
Inizio a tagliare la pizza, in modo da rendere semplice il lavoro.
-"Non l'hanno tagliata vero?" dice Max, ritornando dal salone.
-"No, é inutile che lo dico al telefono, non la taglieranno mai" dico sbuffando.

Passo il piatto, contenente la pizza fumante a mio fratello, ed iniziamo a mangiare.
L'unica parte in cui non si parla è proprio quando si mangia.
Anzi no, aspetta, mio fratello parla anche quando mangia, quindi c'è qualcosa che non va.

-"Ei, mi sembra davvero strano che non parli dei tuoi fantasiosi poteri" dico ridacchiando.
-"Cos'hai?" domando, posando la pizza nel piatto.
Max smette di mangiare e abbassa lo sguardo.