𑁍𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐗𑁍

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𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓𝐌𝐀𝐑𝐄;; ΎΠΝΟΥ ΑΓΏΝ
𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 020.--- ( 𝖶𝖺𝗏𝖾𝗌 )

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La caduta di Riccardo non fu lunga quanto il ragazzo si aspettava. Il buio che lo aveva inglobato si dissolse, lasciando posto ad una luce soffusa e ad una discreta botta sulla schiena, che si scontrò contro una superfice abbastanza dura, marmosa. Il biondo aprì gli occhi, scombussolato, e si alzò. Si trovava in una sorta di corridoio molto lungo e stretto, delimitato da un corrimano in pietra continuo, al cui termine era fissata una grossa lastra di vetro, come per impedire di far crollare qualcosa o cadere qualcuno. Alzò la testa, sorpreso: davanti a lui si stagliava un meraviglioso paesaggio dipinto di una cupola, decorata con angeli, creature della religione cattolica e affreschi di ogni genere. Non impiegò molto tempo per capire dove si trovasse: la Cupola del Brunelleschi, Firenze.

L'aveva già visitata con i suoi genitori e sarebbe stato rimasto molto colpito, nonché rincuorato, dal panorama, se non si fosse trovato a quasi trecento metri da terra, dentro ad un corridoio di meno di un metro di larghezza. Si appiccicò alla parete, il terrore dipinto sugli occhi grigi, mentre le mani artigliavano il muro, in cerca di un appiglio. Proprio in quel frangente, un buco nero si aprì dal medesimo punto dal quale Riccardo era arrivato, e Hypnos con grazia atterrò vicino a lui, osservando il luogo.

«Ah, non hai idea della nostalgia. Sono stato qui durante il periodo della costruzione di questa cupola. Non sai quante ne ha passate, sia lei sia il suo costruttore...pensa che gli ho fatto vincere io quel concorso per decidere a chi affidare il proget-» «FAMMI SCENDERE» fu l'acuto strillo che il Dio ricevette in risposta e che interruppe la sua frase. Hypnos spostò le sue iridi azzurre verso il ragazzo, coprendosi la bocca con una mano per non rider alla reazione dell'altro. «Ma ci sei o ci fai, mio caro? Pensavo che oramai avessi capito come funziona, non serve più che io finga di esser altre persone per le mie prove. Non ti ricordi che il nostro primo incontro è stato proprio su delle scale? Se vuoi scendere, allora devi esser tu a trovare "le scale"» e con uno schiocco delle sue dita, corrimano e protezione in vetro scomparvero, lasciando una trentina di centimetri di distanza tra le punte dei piedi del ragazzo e il vuoto.

Riccardo lanciò un altro urlo stridulo e, tirando la testa di lato, cercò di spalmarsi ulteriormente sulla parete. «Aiuto, fammi scendere» implorò, ormai dimentico del tono saccente che aveva fino a quel momento utilizzato con Hypnos. Il Dio in risposta scosse il capo e gli dette una pacca sulla spalla, guadagnando solo un ennesimo, terrorizzato strillo. «Te l'ho già detto, devi scendere tu». La chioma biondo cenere del dio del sonno volò per un paio di istanti nel vuoto, sparendo alla vista, poi tornò in alto, mentre Hypnos allegramente fluttuava nell'aria. «S-Sei fuori di testa, d-da quest'altezza...io» ma non riuscì più a parlare, perché il Dio sospirò, quasi infastidito. «Che l'Olimpo mi assista, possibile che non siate in grado di capirlo? Posso fare quello che voglio, è una prova riguardo una tua paura, quindi se la supererai non ti accadrà niente. E se non la supererai, non morirai lo stesso, mica sei a quella finale»

𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓𝐌𝐀𝐑𝐄-                                                   ΎΠΝΟΥ ΑΓΩΝDove le storie prendono vita. Scoprilo ora