𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓𝐌𝐀𝐑𝐄- ΎΠΝΟΥ ΑΓΩΝ

𑁍𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐕𑁍

Gli altri raggiunsero Gaia relativamente presto, ma alla ragazza non era ancora accaduto nulla e ciò fece da una parte sospirare di sollievo i ragazzi, dall'altra li fece preoccupare. Magari Hypnos non aveva intenzione di mettere alla prova troppe persone insieme o semplicemente voleva solo prendersi gioco di loro.

Qualunque fossero le intenzioni del dio, quella fu la prima opportunità per i ragazzi di potersi parlare senza troppi problemi e, la sera successiva, si ritrovarono nella stanza del teatro, a parlare di un argomento al quale non avevano ancora posto attenzione da quando erano cominciate le prove.

<Voi che cosa vorreste esprimere come desiderio?> La domanda era sorta spontanea, tanto che non si ricordavano chi l'avesse posta, o se qualcuno di fatto l'avesse posta e non stessero pensando tutti alla stessa cosa.

Le risposte non giunsero, alcuni non avevano semplicemente idea di cosa desiderare, altri invece non avevano intenzione di dirlo, magari per paura di sembrare stupidi o di rivelare troppi dettagli di sé. Amelia, che ancora non aveva rivelato i suoi desideri, in quanto uno di questi era superare i suoi timori, si ritrovò a pensare alla frase che lei e John avevano tradotto, e la scoprì terribilmente simile a ciò che loro stavano passando.

<Il rifiuto della Dea che nasconde è sfogato tramite il terrore dal Dio che rivela, conosci te stesso prima di accettare. I desideri sono volubili e cercare di raggiungerli senza conoscerli in profondità ti farà perdere la gioia
di averli esauditi> Amelia sobbalzò e così John nel sentire nominare quella frase.

I due si guardarono allarmati, chiedendosi chi tra loro lo avesse detto senza rendersene conto, me nessuno dei loro compagni stava guardando loro.
<Come scusa? E questo cosa dovrebbe centrare?> domandò Ethan, accigliato. Il ragazzo si sporse con il busto verso Amadrien, che guardava gli altri con tono convinto e serio.

Amadrien si limitò ad alzare le spalle.
<È la frase scritta sul muro di quest'aula, che è del tutto inerente a ciò di cui stiamo parlando>
<E quando l'avresti tradotta, quando nemmeno gli esperti ci riescono?> chiese Nathaniel, interrompendo Riccardo con una mano, prima che parlasse. Il corvino guardò Amadrien senza tono scherno, ma solo con sospetto e curiosità.

<Non l'ho mica tradotta io, io ho solo dato una mano, sono stati i vostri compagni a farlo> rispose lui indicando i due ragazzi, che lo guardavano colpevoli.
<E quando avevate intenzione di dircelo, a sfida conclusa, quando magari qualcuno di noi ci è già rimasto?> Ethan si alzò dalla sedia, portando con rabbia le mani alle tasche e guardando i due.

<Da quando ti fidi delle parole di Amadrien?> domandò invece Ester a Ethan, incrociando le braccia.

<Non potevamo sapere che fosse collegata a quello che stavamo affrontando, non lo sapevamo e non sappiamo nemmeno perché Amadrien lo sappia> si giustificò John senza lasciare che Ethan risplendesse, alzandosi in piedi e sostenendo lo sguardo sprezzante dall'altro.

<Non è importante, se loro non glielo avessero chiesto, Amadrien non avrebbe saputo niente> continuò imperterrito lui, alzando la voce.
<Volevate tenervi il significato della frase solo per avere un vantaggio sugli altri?>
<Stai esagerando adesso> lo riprese Gaia, stringendogli la spalla con un piccolo spasmo al braccio a causa della forza che ci aveva messo.

<Ricordati che c'è un dio di mezzo, loro non possono di certo sapere cosa significhi> gli ricordò Gwen, alzandosi a sua volta e affiancandosi ad Amelia.
<Certo voi prendete le loro difese solo perché sono vostri amici e io invece sono il fotografo che vi sta antipatico>

<Non c'entra niente, dimmi, se ti avessimo detto la traduzione, prima, avresti impedito gli incubi, no! Avresti soltanto chiarito...che ne so, dei desideri che vuoi esprimere quando nemmeno hai il coraggio di dire agli quali siano> saltò su John, puntando un dito accusatore contro il più piccolo.