𑁍𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐕𝐈𑁍

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{Leggere lo spazio autrice alla fine. Siamo ad un capitolo dalla fine del primo atto, ci sono cose che devo chiedere, specificare e sapere]

L'arrivo dell'inverno pareva aver portato con sé anche un periodo di tranquillità da parte di Hypnos, che non si palesò più per due settimane. Il tempo scorreva velocemente e, tra preparativi e ultime interrogazioni, si stava anche avvicinando il periodo dello spettacolo di fine anno.

Il palco era nuovamente stato organizzato per poter ospitare al meglio gli oggetti di scena e il tutto era stato nuovamente nascosto per evitare ai più curiosi di rivolgere occhiate indiscrete alle attrezzature o per evitare che queste venissero rovinate.
In quel periodo si stava anche organizzando il compleanno di Amelia, che capitava lo stesso giorno dello spettacolo, il ventitré dicembre, quindi il tempo libero era realmente poco.

I ragazzi del gruppo di danza avrebbero dato una mano, ma necessitavano di costumi che non avevano detto di non avere fino a pochi giorni prima dello spettacolo, quindi Gwen e Gaia si erano divise il lavoro, per poter andare più veloce. Mentre i ragazzi si trovavano nel giardino vicino al teatro per organizzare le ultime cose, la più piccola infatti si trovava seduta in una calda e luminosa stanza riservata al cucito o a tutte le attività che si volessero fare dentro sotto prenotazione.

Nella stanza regnava un silenzio molto tranquillo, rotto dalla macchina da cucire e dai continui lavori della ragazza. Se in quel piccolo angolo della scuola il silenzio era un'alternativa molto ghiotta dopo i costanti rumori degli altri ragazzi, la mente di Gaia era invasa da una moltitudine di pensieri, senza che questi fossero per forza seri.
La testa della ragazza era sempre piena di rumori e voci, il flusso di pensieri all'interno della sua mente era qualcosa con cui viveva da sempre. Come poteva essere molto disagiante un silenzio troppo prolungato tra due persone, allo stesso modo lo era per la ragazza non sentire nulla per troppo tempo.

All'interno di quelli stessi pensieri, Gaia si era persa e vagava con l'immaginazione a scene come lo spettacolo che si sarebbe portato in scena, ai costumi, agli spalti e alla faccia dello sceneggiatore americano, rimasto molto stupito quando aveva visto quanto poco venisse calcolato dai ragazzi del gruppo. Mentre la sua mente si concentrava sulla musica, Gaia non si era accorta che la macchina da cucire stesse cominciando a fare gradualmente molto meno rumore, fino a diventare muta.

Se ne rese conto dopo un paio di minuti e le venne l'impulso di controllare se fosse spenta, ma lei poteva benissimo vedere la macchina continuare ad andare. Forse si stava rompendo? Possibile, era molto vecchia, del resto. Continuò a lavorare, la mente che vagava con più fatica tra mille pensieri, ma ancora abbastanza attiva da poter riempire la sua testa di suoni e voci.

Tamburellò le mani sul legno della scrivania e nemmeno questa emise alcun suono. Gaia interruppe il suo lavoro, alzandosi e spostando la sedia. Questa non emise un suono fastidioso come pensava, ma poté intuire lo stridio dal modo in cui aveva grattato la pietra del pavimento. Accarezzò il tessuto dell'abito da Coro che stava preparando e ne sentì la morbida stoffa, ma non il debole fruscio che accompagnava quel movimento, eppure le parve di sentirlo.

Quando si era abituati a sentire sempre gli stessi rumori, questi avvenivano nella testa degli altri senza che questi ci fossero davvero, come quando stesi a letto si cominciavano a sentire voci indistinte e confuse, che sembravano parlare ed essere reali, ma poi ci si alzava e ci si rendeva conto che il rumore esistesse solo nella propria testa.

Provò, forse ironicamente ma nemmeno stupidamente, a sbadigliare per strapparsi le orecchie, ma non cambiò nulla. La stanza sembrava essere piena solo d'aria: niente vento che muoveva la finestra, niente macchina da cucire, niente ragazzi del gruppo di storiografia a parlare tranquillamente proprio sotto la sia finestra. Per quanto un calmo silenzio potesse ispirare calma, un'ansia silenziosa quanto il luogo dove si trovava iniziò ad agitare Gaia, che iniziò a guardarsi attorno in cerca di qualcosa con cui fare rumore.

𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓𝐌𝐀𝐑𝐄-                                                   ΎΠΝΟΥ ΑΓΩΝDove le storie prendono vita. Scoprilo ora