𑁍𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐈𝐈𑁍

42 8 48
                                    

Dopo una settimana da quello strano incontro, non era ancora successo nulla. All'inizio erano rimasti tutti scioccati, in particolare perché la mattina dopo non si seppe quasi nulla di ciò che era accaduto, oltre al fatto che i sotterranei fossero stati messi sotto sorveglianza per un crollo improvviso.

La notizia non sembrava aver riscosso molta popolarità, ma i giovani del teatro l'avevano presa in modo del tutto diverso, dato che avevano visto quell'angusto corridoio crollare alle loro spalle.

Quella stessa notte affrontarono un lungo discorso punitivo di Amadrien per il fatto che loro fossero scesi e anche perché Gwen aveva fatto scattare un secondo allarme e Riccardo lo avesse chiuso in uno sgabuzzino con la scusa di essere claustrofobico.

Il comportamento del ragazzo stranì Riccardo ancora di più, anche perché Amadrien aveva abilmente evitato ciò che il biondo gli aveva detto e aveva approfittato del fatto che nessuno degli altri glielo avesse domandato.

Allo shock iniziale si sostituì un'ansia nervosa, che fu a sua volta scacciata da una tranquilla indifferenza. A tre settimane dall'accaduto, a metà ottobre, i ragazzi erano troppo impegnati nei loro corsi e nei loro club per poter prestare attenzione a ciò che era accaduto, ed era passato tanto di quel tempo che oramai credevano che quelle fossero parole vuote.

Del resto, non si poteva pretendere che qualcuno credesse ad una storia del genere anche se, grazie al racconto del ragazzo che si denomina Hypnos, i conti tornavano in modo a dir poco spaventoso.

Dopo quella notte, non avevano più parlato di quella serata e non avevano mai avuto strane visioni, però erano successi alcuni episodi strani, come luci che crollavano a pochi centimetri dai membri del gruppo, porte di armadietti che si stringevano fino a soffocare la mano, gradini che sparivano e improvvisi allagamenti di alcune aule, che duravano un paio di secondi.

Anche in quei casi, si erano confrontati a vicenda ma non era successo nulla di ciò che Hypnos aveva minacciato, e avevano cominciato a considerarlo un semplice ciarlatano.

Quel giorno di ottobre era freddo e ventoso, i ragazzi erano usciti dalla loro sala comune per poter andare nell'anfiteatro, avvolti in giacche più pesanti, le maniche corte ormai abbandonate in valigia.

<Abbiamo due mesi per organizzare il prossimo spettacolo> urlò Riccardo, per farsi sentire oltre il vento, con la sua classica pila di fogli in mano.
<Ripetiamo procedure e ruoli> iniziò, alzando la voce, seduti in semicerchio al centro del palco.

Amelia estrasse dalla sua metà di fogli un rotolo di carta piegato su sé stesso e lo porse a Riccardo, mentre lei, Gwen e Gaia iniziavano a controllare gli altri documenti, facendosi schermo con le mani, pe evitare che questi volessero via.

<Opera: Oreste di Euripide, tragedia. Inizieremo a lavorare al copione e al resto già da oggi, avremo tempo fino al ventidue dicembre per poter portare in scena lo spettacolo, ci divideremo tra l'anfiteatro e la sala comune a causa del maltempo. Questi sono i ruoli che abbiamo deciso io e Amelia, ditemi se vi fanno bene>

Abbassò il tono di voce, dato che il vento pareva essersi placato proprio per lasciarlo parlare.
<Allora i personaggi sono: Oreste, Menelao, Pilade, Elettra, Elena, Coro, alcuni di questi erano già presenti nel primo spettacolo quindi direi che anche per motivi di comodità ci terremo alcune scene con i nostri personaggi.

Dunque, Gwen interpreterà Elena, mentre Amelia farà Elettra, vi va bene?> chiese, più rivolto alla bionda che ad Amelia, visto che aveva deciso con lei i ruoli dei personaggi.

Gwen si limitò ad annuire.
<Va bene, ne approfitto per sistemare meglio il vestito usato nello scorso spettacolo, così avremo già un problema di scena in meno>

𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓𝐌𝐀𝐑𝐄-                                                   ΎΠΝΟΥ ΑΓΩΝDove le storie prendono vita. Scoprilo ora