𑁍𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐗𝐈𑁍

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Amadrien si trovava al piano di sopra e stava passando in rassegna tutte le aule, fino a quando non si trovò davanti Riccardo, che camminava a passo sicuro verso di lui.

<Se il tuo tentativo è distrarmi per scendere giù, lascia perdere, non sei il primo ad averci provato e, se non te ne fossi accorto, io qui starei lavorando> disse con un accento di superiorità e fastidio, prima ancora che il ragazzo parlasse.

<Da quando sei arrivato qui a questa parte il tuo lavoro è sempre stato infastidirmi, quindi di certo non sto interrompendo il tuo lavoro. Ti devo parlare> tagliò corto Riccardo, portando le braccia al petto e Amadrien gli fece cenno di sbrigarsi.

<Sono rimasto molto colpito da ciò che mi hai detto al nostro primo incontro, e ho fatto qualche ricerca> iniziò con tranquillità Riccardo, consegnando al ragazzo alcuni fogli.
<Fai sempre così quando qualcuno ti dà fastidio? Cerchi il suo passato per poterlo prendere in giro?> domandò beffardo Amadrien, sempre più convinto che la sua fosse solo una scusa.

<Dopo un po'di ricerca> continuò, senza badarlo <mi sono imbattuto su una cosa molto interessante, la tua età. Hai detto di aver frequentato questa scuola e di essere stato il direttore di questo gruppo ma, ironia della sorte, hai solo diciannove anni> rispose secco il ragazzo, aumentando il sarcasmo nella sua voce come piccola vendetta personale.

<Sai com'è, io ho diciannove anni e sto frequentando ancora questa scuola, e anche mettendo che tu abbia finito un anno prima di me, io sono il direttore di questo gruppo dalla fine del secondo anno, e noni pare di averti mai visto>

Amadrien si irrigidì per un paio di istanti ma si rilassò poco dopo. Erano informazioni poco rilevanti e facilmente aggirabili, per quando poteva riguardargli, avrebbe potuto non frequentare quella scuola per tutti e cinque gli anni.

<Ma sai qual è la cosa che mi ha stupito di più? Un altro ragazzo corrisponde esattamente a tutte le mie ricerche, Amadrien Rowan-Emilton, diciannove anni, direttore del gruppo di teatro, peccato che questo ragazzo sia nato->

Riccardo non fece in tempo a concludere che sentirono un secondo allarme partire e Amadrien capì che nulla di quello che il ragazzo aveva detto era un reale frutto di ricerche, si era inventato tutto.

Non serviva andare a cercare nel suo passato per scoprire che lui avesse diciannove anni, era anche intuibile. Non aveva lasciato finire il ragazzo ma poco gli importava.

Con uno strattone afferrò il ragazzo, che stava iniziando a correre giù dalle scale, per la divisa e lo spinse dentro ad uno sgabuzzino, serrando la porta. Era una tattica che avevano usato alcuni ragazzi del primo anno con lui che l'aveva lasciato molto stupito, incredibile quanto si potesse imparare dai bambini.

Riccardo iniziò a tirare pugni sulla porta e spintoni, e Amadrien si concesse una risata soddisfatta. Era tornato in quella scuola per stroncare una minaccia e gli sembrava di essere tornato ai tempo di quando era studente e si divertiva come un bambino.

<Sono claustrofobico fammi uscire> rispose categorico il coetaneo, con un forte pugno alla porta e Amadrien esitò. Dato che ciò che stava cercando di distruggere c'entrava con le paure, lasciare uno studente in balia di una situazione ansiosa non avrebbe di certo aiutato la sua causa.

Peccato che, appena aperta la porta, il biondo non lo avesse afferrato per un braccio, tirando dentro e chiuso la porta a chiave, per poi scappare giù dalle scale, lasciandolo a scardinare la porta a furia di spallate.

~ βλέπος θεών ~

La discesa verso il sotterraneo si era rivelata di una calma decisamente troppo insolita per la situazione. John era rimasto per ultimo e continuava a lanciare ansiose occhiate alle scale dietro di lui, voltandosi al minimo rumore proveniente da sopra.

𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓𝐌𝐀𝐑𝐄-                                                   ΎΠΝΟΥ ΑΓΩΝDove le storie prendono vita. Scoprilo ora