Emozioni

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La voce della radio svegliò di soprassalto Emma. Aveva "dormito" in macchina, con il sedile abbassato, il cappellino di lana fin sugli occhi e la sua giacca rossa come coperta.

Si mise seduta e si alzò il cappello chiudendo immediatamente gli occhi per la luce mattutina. Nonostante non ci fosse molto sole faticava a tenere gli occhi aperti, forse perché stanchi oppure perché gonfi.

Si era addormentata a tarda notte dopo aver pianto. Non piangeva di continuo ma quando lo faceva era perché si doveva liberare di qualcosa.

Chiuse la radio e aprì lo sportello della macchina. Scese dall'auto e si sgranchì lasciando che la brezza mattutina le avvolgesse il corpo.

Davanti a lei scorreva l'acqua fresca e pulita del laghetto del Toll Bridge. L'acqua la tranquillizzò e la rilassò, ed era proprio grazie ad essa che la sera prima si era addormentata, anche se con difficoltà.

Il rumore rilassante dell'acqua la cullò fino a che non si addormentò e ora la stava di nuovo accogliendo. Si avvicinò ad essa e si accovacciò sulla riva porgendo le mani verso l'acqua.

Ne prese un pò con le mani e se la portò al viso rinfrescandolo. Si sciacquò la faccia e ritornò al suo maggiolino. Chiuse la portiera e riaccese la radio per sentire qualche notizia.

Non sembrava essere una bella giornata nonostante fosse domenica. Emma aveva sempre ritenuto la domenica il giorno più bello, forse perché con il tempo aveva capito che la domenica non si lavorava.

Con Regina avrebbe iniziato la sua domenica alzandosi verso le 10 accanto alla bruna che la coccolava tra le sue braccia, sarebbe continuata con le continue gare ai videogiochi con Henry, e  a pranzo sarebbero venuti Mary Margaret e David.

Insomma avrebbe passato una domenica diversa e più piacevole da quella che sicuramente doveva affrontare quel giorno.

Controllò il telefono e notò una chiamata persa da David, così lo chiamò e abbassò il volume della radio.
"David, dimmi" chiese Emma appoggiando il braccio allo sportello alla sua sinistra mantenendosi la testa con la mano.
"Non sei venuta a lavoro" rispose il padre.
"Ma è domenica, oggi non ho il turno" affermò la bionda.

"Emma devi compilare ancora i documenti di due giorni fa e per di più devi fare la lista delle persone scomparse" spiegò il vice sceriffo. Emma sospirò e si massaggiò la fronte.
"Va bene arrivo" rispose per poi chiudere la chiamata.

Gettò il telefono sul cruscotto della macchina e girò la chiave per farla partire. Al diavolo la domenica.

Prima di andare alla centrale passò però da Granny per farsi un bel caffè come si deve.
"Guarda un pò chi si vede!" fece Aretha guardando Emma. La bionda chiuse la porta e sorrise all'amica.
"Vedo che mi parli finalmente" rispose Emma sedendosi sullo sgabello vicino alla ragazza dai capelli viola.
"Si ecco forse mi sono comportata un pò male con te" ammise Aretha girando il cucchiaino nel suo tè.
"Non fa niente" rispose Emma.

Sapeva che comunque la sua amica non la voleva veramente ferire, quindi arrabbiarsi con lei sarebbe stata una cosa un pò stupida, da una parte.
"So che hai un piccolo problema con la cazzuta cattiva" affermò Aretha guardando Emma e posando il cucchiaino.
"Non si chiama 'cazzuta cattiva', si chiama Regina e... Si diciamo che non va proprio bene" replicò la bionda sorridendo un pò per quel soprannome.

"Ho saputo anche che ce l'ha a morte con tua madre" continuò Aretha. Emma sospirò e incrociò le braccia sul bancone.

"Esatto. È arrabbiata con lei per tutto ciò che le ha fatto nella foresta incantata" dichiarò la bionda.
"È solo arrabbiata? Mi sembra a un passo da scatenare la fine del mondo, come se provasse solo rabbia e nient'altro" commentò l'amica sorseggiando il tè leggermente caldo.

𝑳𝒊𝒆𝒔 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒉𝒆𝒂𝒓𝒕 ➶ swanqueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora