Ti prego...abbracciami

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Emma era rimasta abbracciata a Regina tutta la sera. Le sue braccia l'avevano calmata e rassicurata. Regina aveva questo potere su di lei di farla sentire in una maniera incredibilmente meravigliosa.

Si addormentò, dopo tanto, sul suo petto. Aveva pianto per ore nel silenzio della mora e poi era crollata sapendo di essere al sicuro.

Regina invece non aveva chiuso occhio quella sera, non solo per vegliare Emma e calmare i suoi incubi e i suoi pianti, ma anche perché voleva ricordare.

Si sentiva confusa ed impotente. Non sapeva la verità, non sapeva cosa fosse successo e questo la turbava, soprattutto perché aveva il presentimento di aver fatto qualcosa di brutto.

Erano le tre meno un quarto. Regina era seduta sul divano mentre beveva una camomilla rilassante e accarezzava i capelli della bionda che era appoggiata sulle sue gambe.

Qualche ora prima la mora aveva preso una coperta per avvolgere Emma e aveva acceso il fuoco.

Adesso si perdeva con lo sguardo in quelle fiamme danzanti mentre cercava di sforzare la mente di ricordare qualcosa.

Ogni tanto sentiva sulle sue mani qualche lacrima di Emma e la stringeva per farle capire che era ancora lì. Era sempre stata lì.

Non si voleva spostare e non lo avrebbe fatto. Girò lo sguardo verso l'albero di Natale e guardò alcune palline rotte alla base.

Doveva scoprire cosa fosse successo ma probabilmente quello non era il momento adatto.

Sorseggiò la camomilla bagnandosi le labbra e poi osservò il viso addormentato della bionda. Era così bella anche con le lacrime sulle guance, il trucco leggero colato e i capelli arruffati.

Non sapeva perché ma era come se avesse riempito qualcosa, era come se prima le mancava e adesso quel vuoto che aveva si stava riempendo, ma lei non sapeva cosa fosse accaduto.

Sospirò e portò la mano sulle guance calde della bionda. Erano morbide e lisce e lei amava sfiorarle.

Sorrise a pena e poi socchiuse lentamente gli occhi cercando di memorizzare quella sensazione, la sensazione di casa.

Poco dopo il telefono di Emma squillò. Regina aprì in fretta gli occhi e si guardò attorno ma il telefono non c'era. Fece per alzarsi ma la mano di Emma la blocco.

"Lascia stare" disse con la voce assonnata. Portò una mano nella tasca posteriore del jeans e prese il telefono.

"Sei stata tutto il tempo qui?" chiese prima di vedere di chi fosse la chiamata.
"Certo, dove pensavi che andassi?" rispose Regina con un piccolo sorriso.

Emma la guardò negli occhi e sorrise istintivamente. Se Regina avesse potuto descrivere cosa emanava lo sguardo di Emma, avrebbe sicuramente detto calore e gioia.

Quel calore che dopo tanto freddo ti calma e ti fa rilassare, e quella gioia di una bambina al parco con il suo palloncino tra le mani.

Quasi quasi Emma si dimenticò del telefono che squillava, voleva solo dimenticarsi il resto e ritornare in quel sonno profondo dove Regina stava con lei. La cosa bella era che Regina era con lei anche nella realtà. 

Si mise poi seduta e rispose alla chiamata.

"Pronto?" chiese con voce bassa mentre si stropicciava gli occhi.
"Emma, vieni qui devo dirti una cosa. Vieni da sola" disse Mary Margaret al telefono. Emma strofinò la mano alla fronte sospirando.

"Mh..va bene, ma è succes-" cercò di rispondere ma la madre riattaccò. Allontanò il telefono dall'orecchio e guardò lo schermo per poi chiuderlo. Chiuse gli occhi e si asciugò le guance ancora umide.

𝑳𝒊𝒆𝒔 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒉𝒆𝒂𝒓𝒕 ➶ swanqueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora