ℰ𝓋ℯ𝓇𝓎 ℒℴ𝓋ℯ 𝒮𝓉ℴ𝓇𝓎 𝒾𝓈 𝒶 𝒢𝒽ℴ𝓈𝓉 𝒮𝓉ℴ𝓇𝓎

Capitolo Ventisette - Lady Oscura

10 marzo 1943

Era passata una settimana da quell'incidente in vasca.
Il giorno dopo si erano ripresentati accanto in Sala Grande come se nulla fosse successo : lei aveva trascorso la notte nella stanza di lui, mentre lui era prima fuggito per schiarirsi le idee e poi si era diretto nei dormitori femminili.
Non ne avevano fatto parola, sancendo quindi un patto di mutua indifferenza.
Lei non voleva perdere il suo migliore amico, lui non voleva perdere la sua arma letale.

" Ho ragione di pensare che il mostro sia un basilisco e si trovi sotto il Lago Nero " esordì Alicia mentre sbuffava fumo fuori dalla finestra del settimo piano.
Era appena terminata una riunione coi fidati del Signore Oscuro e Tom stava riassettando la stanza per farla sembrare un salottino.

" Spengi immediatamente quella sigaretta Alicia " ordinò perentorio mentre si sedeva su una comoda poltrona di pelle scura.
Alicia dispettosamente sbuffò fumo nella sua direzione prima che lui con un gesto infastidito la gettasse nel vuoto.

" Hai qualche argomentazione utile ad avvalorare la tua tesi? " Domandò versandosi del Whiskey Incendiario nel bicchiere.

" Il mio patronus è un enorme basilisco, Riddle. La nostra stessa Casa è situata nelle profondità del Lago Nero. Io stessa ho affini nelle profondità. " Spiegò sedendosi sul bracciolo della poltrona di Tom.
Il ragazzo era già scocciato che stesse ribadendo quel concetto di magia a lui preclusa, se poi poggiava la sua deliziosa coscia accanto al suo braccio la pazienza veniva meno.

" Quindi consigli di cercare un accesso nei sotterranei? " Chiese voltando il viso per guardarla.

Lei si sedette con entrambe le gambe sul bracciolo e girò sia il viso sia il corpo verso di lui.
" Dico che dovremmo cercare in qualsiasi luogo umido "

Il suono dalle sue labbra non uscì pulito come aveva previsto. Vide gli occhi di Riddle scenderle sulle cosce semiaperte, riducendo il suo tono di voce a un sussurro.

Riddle si alzò per mettere più spazio possibile tra loro.

" Io inizio la ricerca dai sotterranei, tu invece dovresti studiare " concluse uscendo dalla Stanza che iniziava a essere troppo stretta.

11 marzo 1943

Tom Riddle non voleva alzarsi dalla tavola nel mezzo della cena, ma quella stupida gli aveva detto che doveva andare in bagno ed era più di mezz'ora che non tornava.
Inoltre, cinque minuti dopo il Capitano della squadra di Quidditch si era alzato a sua volta.

Non era geloso.
Voleva solo assicurarsi che la sua migliore amica non gli stesse mentendo quando aveva detto che tra lei e il capitano non c'erano stati sviluppi. In caso contrario, l'avrebbe punita.

Scavalcò la panca e si diresse a passo svelto verso il bagno del primo piano.
Quando entrò aspettava di vederla in atteggiamenti intimi col suo amante, non sofferente con la testa contro la parete.

" Slytherin " chiamò andandole incontro.
Lei, colta di sorpresa, si passò frettolosamente la manica della camicia sul viso, peggiorando la situazione di trucco colato sul viso, e indossando il più falso dei sorrisi.

" Riddle, mi stavo rinfrescando prima di tornare in Sala "

" Devi dirmelo se stai male " esordì lui con tono rigido. Lei lo percepì come il tono più dolce che avesse mai usato.
" Cos'è successo? " Continuò sollevandole il mento e pulendo le sue guance con i pollici.

Lei in risposta scoppiò a piangere e si gettò tra le sue braccia.
Nonostante probabilmente gli stesse imbrattando la camicia, la strinse al petto contento che non fosse tra le braccia di un altro.