Capitolo Trentadue - Inferius

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Quando Alicia si svegliò, si rese immediatamente conto che qualcosa di irreversibile era successo.

Il cielo era scuro, in riva al lago non si udivano animali né se ne vedevano di alcun tipo.

L'acqua del lago pareva immobile, come se stesse trattenendo il respiro, in attesa di capire alla luce del giorno ciò che era realmente successo.

Tra le braccia di Alicia, il caro vecchio preside di Hogwarts giaceva immobile.

Hogwarts quella sera era stato testimone del ritorno ufficiale di Lord Voldemort.

Ed aveva assistito anche all'abbandono plateale della sua erede.

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La pelle della mezza-demone al contatto dell'acqua tetra del Lago, si stava ripristinando. Le sue ferite si stavano rimarginando. Il suo corpo acquisiva piano piano sempre più forza, riacquistando il suo stato originale. Ma il corpo del mago più potente di tutti i tempi continuava a giacere immobile tra le sue gambe.

La porta nella mente di Alicia che dava su quella di Tom Riddle era spalancata. La sua rabbia, la sua gioia nella vendetta, la sua cattiveria, la stava invadendo, rendendole difficile anche il compito di formulare pensieri di senso compiuto.

Nello sgomento, Alicia afferrò la bacchetta di sambuco del preside e tentò di praticare il Legilimens sul vecchio, ma la mente del Supremo Pezzo Grosso era ormai spenta da troppo tempo.

Lei doveva sapere.

Doveva capire se Lui fosse stato lì. Se L'Avana Kedavra fosse stato scagliato da lui in persona.

Se fosse stata a un soffio dal rivederlo.

E così vicina da vederlo squartare la Sua casa. La Loro casa.

Così chiuse gli occhi, alla ricerca del suo io più profondo.

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Tom Riddle giaceva disteso nel suo letto singolo da prefetto quando l'uragano vivente, identificatosi nella Signorina Slytherin, invase la sua ordinata camera da letto privata.

"Questa Casa è infestata dai vermi più che dai serpenti" esordì lasciando la sua borsa sulla sedia della scrivania.

"Quel porco viscido di Yaxley.." Continuò sollevandosi il maglione per restare in camicia. ".. striscerebbe ovunque senza dignità pur di finire nelle grazie di qualcuno di importante" concluse ravvivandosi i capelli.

Si sentiva a suo agio, lei, in quell'umidità e in quel freddo rigido che era il microclima del loro dormitorio. Era l'unica persona che conosceva in grado di spogliarsi in maniera tranquilla in quel gelo, senza rincorrere il caldo accogliente delle coperte o di un bagno caldo.

"Avresti dovuto vederlo.. solo Salazar sà quanto fosse patetico" disse rivolgendo un occhio agli scritti dell'amico che si trovavano sulla scrivania.

Lui continuò a leggere il suo volume.

Lei sbuffò pesantemente, in quanto ignorata. Lei, la principessa Serpeverde.

Si avvicinò silenziosamente, come solo un serpente sa fare, e si fermò a debita distanza dal suo letto, facendo troneggiare la sua figura dietro le pagine del libro che Tom stava leggendo.

"Negromanzia Tom?" Sibilò. "Davvero?!" Disse leggendo il titolo del libro.

Tom Riddle posò il tomo sul proprio addome. "Esattamente" rispose, monotono.

"Ed è interessante?" Chiese Alicia, prendendo il libro per poterne leggere delle frasi.

"Molto. La tua libreria è ricca di spunti, ti consiglio di farci un salto ogni tanto, fra un pettegolezzo e l'altro" esordì Tom, stirandosi e mettendosi comodo per poterle parlare.

"Perché affrettarmi? Sarà li anche domani. È lì da millenni" disse leggendo velocemente qualche pagina. Risvegliare i morti per usarli a proprio piacimento.

"Ti prego, dimmi che non vuoi creare inferi qua dentro" disse, chiudendo e lanciando il libro sul comodino del ragazzo, in modo poco delicato.

"Per il momento no." rispose sollevandosi dal materasso per anticipare la mossa di lei. Si sarebbe presto seduta sul suo letto, appoggiandosi al ginocchio di lui. E bene, ultimamente faticava a starle vicino senza distrarsi. O, per meglio dire, faticava ad impedire l'annebbiamento completo della sua mente, inondata da pensieri frenetici su di lei.

"Però pensavo, .." Cominciò a camminare su e giù per la stanza, per schiarirsi le idee.

"Tu vali quanto 100 maghi. Cosa significherebbe questo in una materia come il richiamare morti? Potresti resuscitarli, carne, ossa e pensieri? Quanto questo potrebbe avere un effetto boomerang sulla tua anima?" Si fermò

"Dovremmo provare" concluse il riccio, sollevando il mento verso la sua migliore amica, che come previsto, si era lasciata cadere sul suo letto

"Giuro solennemente che non toccherò nessun morto. Ne ora, ne mai. Toglitelo dalla testa" rispose secca Alicia. Riddle mollò la presa, in quanto giudicò il terreno non ancora fertile, appuntandosi mentalmente di riprovare in tempi più maturi.

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Quando Alicia riaprì gli occhi avvertì qualcosa di caldo sotto il suo palmo. Qualcosa di ritmico.

Qualcosa di vivo.

Albus Silente riaprì gli occhi terribilmente spaventato.

"No!" Esalò Silente in preda al panico, con la voce roca dal riposo. Il vecchio preside prese ad agitarsi, anche se senza forze, nel tentativo di allontanarsi il più possibile da lei.

Alicia si ferì un polso e gettò il contenuto sulle labbra di Silente, che scuoteva la testa contrariato e terrorizzato.

Le istruzioni sapeva di averle seguite correttamente, in quanto sentiva la voce di Tom Riddle ripeterle costantemente nella sua testa.

Aveva rianimato una persona -carne, ossa e pensieri- cosa che al suo vecchio amico di altri tempi non era mai riuscita.  Probabilmente il costo di quella sua azione era quello della sua anima frammentata e versata in un altro corpo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17 ⏰

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