8.08.1939
Alicia stava saltellando in giro per Londra contenta che finalmente fosse arrivato il giorno degli acquisti per il suo secondo anno a Hogwarts.
Si portava appresso Otto, il suo elfo personale terribilmente trasfigurato in un anziano, mentre girava per Londra babbana in direzione di Diagon Alley.
Amava passare da quelle splendide strade signorili dove poteva osservare eleganti donne che portavano sul capo appariscenti cappelli e sul corpo vestitini accollati, coperte poi d'inverno da folte pellicce, cercando di immaginarsi sé stessa da grande.
Stavano girovagando, mentre Alicia tentava di insegnare al suo elfo qualcosa di nuovo sulla grammatica, quando la bambina si fermò alla vista di una tenuta quasi lussureggiante che emanava un'aria un po' tetra. Il nome sul cancello le era terribilmente familiare.." Otto, cos'è? " Chiese la bambina con un filo di voce.
" È un orfanotrofio padroncina, ci abitano i bambini sfortunati che sono rimasti senza genitori "
" L'ho già visto.. " disse sostenendosi le meningi
" Si Padroncina. I suoi occhi da falco l'hanno visto tra le lettere di sua madre "
Sua madre. Bambini senza genitori.
" Otto, che c'entra mia madre con questo orfanotrono? "
Chiese sbigottita, allungando una mano per entrare" Sua madre padroncina finanzia questo posto. Donna incredibile la padrona. Un cuore enorme per tutti. Anche per chi è contro le sue origini "
Disse l'elfo accompagnando la padroncina alla porta.Si, sua madre era una splendida donna, buona come la torta alla melassa.
Era stata data in sposa tramite contratto a Robert Slytherin all'età di tredici anni.
Non era cosa voluta alla sua tenera età ma non desiderava contraddire i suoi genitori, e men che mai mancare di rispetto al suo futuro marito, così imparò a conviverci.
Non andava molto d'accordo con i rigidi ideali di quella famiglia e suo marito lo sapeva, comprendendo quanto impegno ci mettesse sua moglie per passare sopra tutto e cercare di renderlo felice. Così aveva acconsentito a quella pazzia, lasciandole donare annualmente migliaia di galeoni a quell'edificio per espiare i suoi peccati.Quel giorno Alicia vide com'erano i giovani orfanelli babbani e si rese conto di come lei stonasse con quel suo vestitino blu e i suoi capelli lucenti, sentendosi a disagio.
Ma riuscì ad individuare un giovane come lei e un sorriso le illuminò il volto." Tom! "
Strillò la bambina allegra correndogli incontro. Ma vedendo il ragazzo trasalire si ricordò di dove fosse e di come i bambini la stessero guardando male.
Il ragazzo prese a scappare ma lei lo inseguì e lo raggiunse con non poca fatica mentre Otto era impegnato a spiegare il motivo della loro presenza alla Signora Cole.Il ragazzo si fermò e chiuse la porta alle spalle di lei.
Alicia ebbe un sussulto quando si rese conto di essere in camera sua. Di un maschio. Sua madre era stata perentoria nel dirle che una giovane fanciulla non doveva mai farsi trovare in compagnia di un giovanotto nelle sue stanze del dormitorio. Alicia non capiva perché ma si rese conto di avere tredici anni, l'età in cui sua madre fu data in sposa. Forse succedeva quello se ti trovavano con un maschio.Tom Riddle non riusciva a guardarla.
Era terrorizzato dall'idea che quella dolce bambina potesse farsi di lui. Era terrorizzato dall'idea che spargesse quella voce a scuola. Era anche terrorizzato che dopo quella volta non avrebbero più mangiato accanto in Sala Grande e che sarebbe tornato solo, come sempre." Tom, questo sarà il nostro picccolo segreto "
Sussurrò la ragazza con voce piccola.
Il bambino alzò gli occhi di scatto.
Non gli aveva chiesto niente. Né perché si trovasse lì ; né perché i suoi genitori non ci fossero più ; né chi fossero ; tantomeno chiese perché si trovava in compagnia di babbani.
La bambina gli stava solamente tendendo un dito, il mignolo, così magro e curato, come Lei d'altronde, con quella carnagione pallida su cui risaltava adesso due palloncini di fuoco a causa della corsa.
Pensò a quanto fosse stata gentile con lui e a quanto spesso lo aveva accompagnato nel silenzio.
Pensò a quanto fosse bello condividere il banco con lei e i libri in biblioteca.
Così senza pensarci due volte le allungò il dito per intrecciarlo al suo e lei gli regalò un dolce sorriso.
Gli afferrò il braccio, decisa a uscire il prima possibile da lì, e si diresse da Otto ordinandogli di accompagnare lei e il Signorino Riddle fino a Diagon Alley , indicando con la testa la Signora Cole.Così quel giorno Alicia Slytherin e Tom Riddle condivisero per la prima volta un giorno estivo, sperando in cuor loro che non fosse l'ultimo.
Quando Alicia tornò a casa corse a farsi stringere dalla madre, raccontandole tutto.
Lei sorrise alla vista della figlia così entusiasta e decise che avrebbe chiesto al signorino di tenerle compagnia almeno durante l'ultimo mese della prossima estate, premurandosi di avvertire lei l'orfanotrofio.
In fondo lei e il marito erano sempre fuori e la figlia trascorreva le sue vacanze in quell'enorme residenza, con la sola compagnia degli elfi e dei suoi animali.Così nacque una profonda amicizia che veniva coltivata nei giorni di Hogwarts e consolidata nei giorni al Manor.
Sebbene fossero già conoscenti sin dal giorno dello smistamento, in cui i nomi Riddle e Slytherin furono consecutivi così come i loro posti al tavolo, quel giorno di Londra portava con sé uno dei segreti più grandi, ed è una delle cose che per forza portano due persone a unirsi.
" Tom Riddle .. " pensò la donna
" Che nome familiare "
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ℰ𝓋ℯ𝓇𝓎 ℒℴ𝓋ℯ 𝒮𝓉ℴ𝓇𝓎 𝒾𝓈 𝒶 𝒢𝒽ℴ𝓈𝓉 𝒮𝓉ℴ𝓇𝓎
RomanceLui è lo spietato 𝒯ℴ𝓂 ℛ𝒾𝒹𝒹𝓁ℯ, e lei non è da meno. Stesso carattere, stesso fascino, stessa casata, stessi voti, stessa magia oscura nelle vene. Non è la storia di una relazione; è la storia di personaggi spesso distanti, discorsi non pronunci...