Capitolo Due - Pozione Soporifera

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Quel mattino la nostra protagonista si svegliò con un obiettivo : doveva prepararsi un po' di pozione soporifera.
Si stiracchiò nel letto e volse il suo sguardo all'altra metà, trovandoci un giovane ghignante dalla pelle lattea.
" Buongiorno princ-
" Esci immediatamente da questa stanza Malfoy " tuonò, tirandogli un cuscino.
Il ragazzo in tutta risposta sbuffò, alzandosi controvoglia e mostrandosi in tutta la sua giovane nudità, iniziando a raccogliere i propri vestiti.
" Come fai a essere così cattiva anche di prima mattina "
" Al contrario tuo, mio caro, non necessito di dormire, per questo ti sfrutto, per stancarmi almeno muscolarmente " disse mentre lentamente faceva scivolare via il lenzuolo di seta dalla sua pelle, e si dirigeva verso l'enorme vasca-piscina incastonata nel pavimento della sua camera. Scese i primi gradini e si lasciò andare al piacere dell'acqua calda sulla sua pelle, mentre fissava maliziosamente ogni guizzo di muscoli nel corpo della sua preda notturna.
Il giovane, una volta sciolto il legame di sguardi che lo legava alla sua amante preferita, finì di abbottonare l'ultimo bottone del polsino e augurandole una buona giornata, uscì dalla stanza, lasciandola sola coi suoi pensieri.

- Devo smettere di lasciarlo dormire nel mio letto o non smetterà mai di sentirsi il più affascinante ragazzo di Hogwarts. Ridicolo - riflettè, mentre si massaggiava con dello shampoo il dietro della nuca, pensando che avrebbe potuto solo legargli le scarpe al vero ragazzo più affascinante che aveva conosciuto in quella scuola, l'unico con cui si sentiva onorata di poter condividere la notte, l'unico che riusciva a possederla, dominarla, sottometterl- " Mia signora, eccovi servita la vostra colazione " esclamò una piccola creaturina dagli occhi enormi eseguendo un profondo inchino.
Alicia si destò dal profondo mare di ricordi in cui si stava lasciando annegare e guardò quel piccolo essere con sufficenza, inducendolo a scomparire con la stessa velocità con cui si era presentato.

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Poco prima delle dodici, Alicia chiuse il grosso tomo che stava studiando in biblioteca, decisa a completare ciò che si era prefissata la mattina.
Così decise di dirigersi verso i sotterranei, nell'Aula di Pozioni, tanto a quell'ora le lezioni sarebbero state sul finire.
Quando entrò nell'aula, una quindicina di ragazzi si girarono a scrutarla curiosi mentre finivano il compito assegnatoli.
Il Professor Lumacorno era entusiasta di vederla e subito le prese una mano per accompagnarla direttamente all'ingrediente che necessitava, poi sapendo che la sua giovane prediletta alunna aveva da sempre avuta una passione per pozioni, decise di integrarla nella lezione.
" Ragazzi miei, voglio un volontario che porti la sua creazione sulla mia cattedra per farla esaminare dalla mia alunna preferita " disse con la sua solita allegria.
Due ragazzi dal fondo aula si alzarono e accompagnarono la loro pozione nelle mani di Alicia. Scrutò attentamente la madreperlescenza perfetta e subito un forte profumo le invase le narici, facendole storcere il naso.
" Complimenti ragazzi, basterebbe una sola goccia per fare innamorare l'intera classe " si congratulò con il duetto di Serpeverde. Lumacorno ridendo esclamò che per far innamorare tutta la classe loro non necessitavano assolutamente di quella pozione e che quindi sarebbe andata sprecata se non ... " Sente degli odori in questa pozione Signorina? Sa, sono rimasto deluso quando nella mia non avvertì niente. Questa è abbastanza potente? " Chiese il professore, speranzoso di gongolare dei propri studenti.
Alicia però, tremò impercettibilmente alla domanda, cosa che fece spuntare un sorriso beffardo sulla faccia di uno del duetto davanti a lei : Malfoy .
" Oh beh, sì .. Avverto odore di pergamena nuova, colonia al pino selvatico e ... Fumo "
Il Professor Lumacorno entusiasto della sua dichiarazione battè le mani felice e dette una pacca sulla spalla di Zabini e Malfoy prima di congedarli, strizzando l'occhio a quest'ultimo a causa dell'ultimo ingrediente avvertito dalla ragazza.

" Alicia hai sentito odore di fumo, eh? Perché la tua Amortentia mi sembra cosi dannatamente simile a quella della Greengrass? " Chiese ghignando Malfoy all'uscita della classe, raggiungendola a passi svelti.
" Si da il caso che quella stupida abbia confuso il pino selvatico col muschio.. tu non sai di pino " esclamò con tono ovvio Alicia
" E Lui non sa di fumo " ribatté Malfoy, pronto a voler sottolineare che lui sapeva molte più cose rispetto agli altri. Infatti era l'unico che si era reso conto che l'ultimo ingrediente era stato pronunciato con fretta, probabilmente dicendo la prima cosa che le passava per la mente per sviare l'attenzione.
" Malfoy per favore, lasciami in pace adesso. Devo preparare una pozione soporifera " rispose irritata dalla sua costante presenza.
" Sempre così di fretta Alicia, sai, sono sempre disponibile per aiutarti a rilassare i muscoli e farti dimenticare di aver bisogno di una pozione per dormire " sussurrò il biondino, tentando di azzerare la distanza con la sua CapoCasa.
Alicia decise di stare al gioco, per mettere una volta per tutte a suo posto Malfoy che si credeva padrone della situazione, così fermò la sua camminata verso le serre.
Si avvicinò al giovane scostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e inumidendosi il labbro inferiore con la lingua, cosa che lo fece letteralmente tremare di eccitazione, appoggiò una mano sul petto di lui e si spinse lentamente verso il suo orecchio. Sapendo di averlo in pugno, sussurrò con voce suadente " Malfoy, tu si che sai come trattare una donna. Ti concedo di aiutarmi "
Malfoy rimase estasiato dalla vicinanza col corpo della mezza demone e avvertì il dolce odore di vaniglia e cannella dei suoi capelli. Totalmente nelle mani di lei voltò lentamente la testa per fare in modo che le loro bocche si sfiorassero e lei riprese il discorso " Perciò tieni la bava di vermicolo, corri a prendermi la lavanda alle serre e preparami la pozione. Inoltre gradirei ti rivolgessi a me con Signorina Slytherin o Professoressa quando siamo in situazioni mondane " concluse allontanandosi quel tanto che bastava per godere dello stupore sul suo viso e accarezzargli una guancia per conforto.
Malfoy, fortemente umiliato dal comportamento della sua CapoCasa si allontanò bruscamente per rivolgerle uno sguardo disgustato, ma non poté che allargare la mano per farsi posare gli ingredienti necessari per aiutarla.

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Scrollatasi della responsabilità, decise di portare a termine la missione per cui aveva studiato in quel lungo mese.
Si diresse al bagno di Mirtilla Malcontenta, verso il lavandino col serpente intagliato.
Mentre lo accarezzava un moto di disprezzo verso Potter la invase e carica disse al lavandino di aprirsi. Esso si spaccò e lasciò libero un grosso passaggio circolare. Chiuse gli occhi e si buttò.

ALICIA P.O.V.

Trovarsi da sola qui faceva molto strano. Guardandomi intorno niente era cambiato, una leggera fanghiglia scivolava sotto le scarpe, il tanfo di palude ti entrava nei polmoni con violenza e ovunque erano sparse carcasse. Avvertivo un terribile silenzio, solitamente rotto da dei flebili sussurri che adesso però erano inesistenti.
Pronunciai la parola d'ordine al varco con i serpenti ed entrai nella Camera.
Era sempre stata la mia parte preferita di Hogwarts, lì mi sentivo totalmente a casa, padrona di ogni cosa. Era maestosa, sembrava ricavata da una grotta sotterranea ma era curata da numerose statue di serpenti.
Lì lo vidi, il mio suddito che giaceva inerme sul pavimento senza vita, dinanzi all'enorme statua del mio antenato.
Anni prima l'avevo fatto imbalsamare con la scusa che era un animale rarissimo, e sarebbe dovuto essere studiato dai maghizoologi.
in realtà era solo un modo per mantenerlo più fresco possibile, sperando che un giorno mi sarebbe riservito.

Quando ero una studentessa il mio migliore amico mi spiegò l'inquietante arte della negromanzia di cui si avvaleva per richiamare gli Inferi. Mi ero esercitata tanto e avevo compreso che, come avevano fatto le altre cose, anche quel potere in me si sarebbe amplificato. Infatti una decina d'anni fa ero riuscita a far rivivere degli unicorni che erano stati brutalmente assassinati nella Foresta Proibita. Ci riuscii anche con un Centauro, anche se non ne sono mai andata fiera perché Quello si era rigirato accusandomi di sfidare gli astri. Creature strane i Centauri.
Ma con una creatura magica di quelle dimensioni non avevo mai provato.
Impugnai la bacchetta e mi tagliai la carne sul polso, riversando il sangue in una fiala.
Teoricamente ero pronta per il rituale ma volevo di più.
Non volevo sacrificare solo il mio sangue per quell'animale che aveva obbedito anche a qualcun'altro. Così cercai il sangue di un altra persona, anche se non era stato versato precisamente dalla sua persona.
Era un'idea totalmente folle mischiare il sangue di un defunto assieme a un essere che sta per essere resuscitato. Ma la sua mancanza mi stava consumando e avrei gettato persino il mio corpo tra le fiamme per avere un'ultima conversazione con lui.
Era terribilmente pericoloso.
Individuate tre gocce di sangue ossidato e rattrappito sul pavimento, porsi un dito per sfiorarlo ed esse divennero di nuovo vivaci e si sollevarono come per effetto di un Wingardium Leviosa, come se avesse riconosciuto la padrona.
Le raccolsi e le aggiunsi agli ingredienti per il rituale, pronta ad eseguirlo.

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Mi ritrovai in ginocchio, senza forze.
Avevo provocato un terremoto e pregai che fosse stato percepito in modo leggero nel castello.
Ansimavo, tremavo e dal petto continuava a sgorgare sangue.
L'ultima cosa che vidi furono due occhi gialli.
Poi il vuoto.

ℰ𝓋ℯ𝓇𝓎 ℒℴ𝓋ℯ 𝒮𝓉ℴ𝓇𝓎 𝒾𝓈 𝒶 𝒢𝒽ℴ𝓈𝓉 𝒮𝓉ℴ𝓇𝓎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora