KUBASA
Non si trovava a suo agio in quel luogo, circondato da felini di diverse razze che andavano d'amore e d'accordo come se fosse una cosa normale. Era davvero assurdo. E poi c'era quel leone. Già in condizioni normali non avrebbe tollerato un altro leone maschio nel suo stesso territorio, inoltre c'era qualcosa che provava, che sentiva, nei confronti di quel leone, che lo confondevano. Non erano sentimenti contrastanti, anzi, erano molto chiari. Ed erano emozioni, sentimenti e sensazioni dolorose, che non aveva mai provato prima.
Gelosia. Questa era l'emozione che provava quando li vedeva insieme.
Invidia. Questa era l'emozione che provava guardando quel leone bianco.
Ira. Questa era l'emozione che provava guardandola ridere con un altro, senza di lui.
Queste nuove sensazioni lo spaventavano. Era furioso. Non gli piaceva sentirsi così. Non gli piaceva essere superato da quel leone bianco, portatore di sfortuna. Non gli piaceva essere ignorato da lei. Da quando si trovavano lì, la sua leonessa si era allontanata da lui e si era avvicinata a pelo bianco, quel leone così strano. E questo non gli piaceva. Aveva sviluppato un desiderio quasi morboso di stare con lei. Un desiderio morboso di sbarazzarsi di quel rivale e conquistare quello che credeva essere suo di diritto. Da quando Saharah lo aveva salvato aveva iniziato a pensare solo a lei. Era un pensiero fisso nella sua mente, impossibile da cancellare. Le altre leonesse se ne erano andate per la loro strada e lui aveva deciso di non seguirle. Aveva deciso di rimanere. Aveva deciso di rimanere per poter stare con lei. La ammirava e voleva conoscerla meglio. Voleva capire perché le piacesse così tanto fare amicizia con altre razze. Voleva capire come riuscisse a fare amicizia con felini che non erano leoni. Semplicemente perché lui non ci riusciva. Voleva sforzarsi di capire. Di capirla. Voleva stare insieme a lei. Ma c'era un ostacolo da eliminare. Con le orecchie premute sul cranio per la rabbia, lo sguardo affilato come un coltello e un nascente ringhio in gola, si diresse verso il suo bersaglio. Aumentò la velocità. Estrasse gli artigli. Con un solo balzo gli fu addosso.
WIND
Il possente corpo muscoloso di Kubasa si scontrò con il suo. L'attacco fu talmente inaspettato da impedirgli di reagire. Venne atterrato senza troppa difficoltà. Kubasa lo guardava con un odio tale da spaventarlo. Perché? Perché mi sta attaccando? Non gli ho fatto niente. E sì, è vero che lo odio, ma l'ho sempre trattato con rispetto. Quindi perché? Pensò, in preda alla confusione. Non capisco... Tentò di reagire. Con un potente colpo delle zampe posteriori allontanò Kubasa e si liberò da quella posizione svantaggiosa. I due incominciarono a studiarsi l'un l'altro, pronti ad azzuffarsi di nuovo. Wind balzò verso Kubasa, con l'intenzione di atterrarlo e renderlo inerme, ma l'altro leone lo schivò all'ultimo e in un attimo gli fu addosso. Wind gli assestò un colpo talmente forte da strappargli un grugnito di dolore. Sembrava di star assistendo ad uno scontro tra due titani. Anzi, tra due divinità. Le loro criniere, una di un bianco candido come la neve e una lucida e nera come la pece, danzavano al ritmo dei loro movimenti. Tremendi ruggiti provenivano dai due combattenti, privando chiunque volesse fermarli del coraggio necessario ad intervenire. I due leoni si separarono. Erano alla pari sia in forza che in velocità, ma Kubasa era più esperto nei combattimenti rispetto a Wind e questo stava lentamente facendo la differenza. Kubasa scattò in avanti, pronto a colpire. Se la sarebbe vista brutta. Se la sarebbe vista brutta se Saharah non lo avesse fermato mettendosi in mezzo.
SAHARAH
Ma per caso il mio scopo nella vita è fermare questi due prima che si ammazzino a vicenda??? Saharah era arrabbiata. E parecchio. E non si può discutere con una leonessa arrabbiata, questo lo sapevano tutti. E cavolo, lei non era semplicemente arrabbiata. Era FURIOSA. Con una zampata decisa (con gli artigli ritratti) colpì prima Kubasa e poi Wind. Quest'ultimo, incredulo, tentò di giustificarsi "Ehi! Ma perché mi hai colpito? Ha palesemente iniziato lui!". Saharah lo guardò, seccata. Aveva l'espressione di una mamma spazientita dalle marachelle del proprio cucciolo. "Perché tu, Wind, gli hai dato corda." Wind mise il broncio. Sembrava proprio un cucciolo. Saharah si lasciò intenerire dalla sua espressione. Lo aveva già perdonato. La questione era diversa per l'altro marmocchio. Quello che aveva aggredito il leone bianco senza alcuna ragione apparente. Gli riservò un'occhiata piena di risentimento. Beh, con lui era ancora arrabbiata.
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La leggenda del leone bianco
AdventureLa pelliccia bianca è una sorta di maledizione per un leone, è simbolo di sfortuna e di tristezza. Chi la possiede è costretto a scappare e ad essere solo per sempre. Un leone rinnegato, una leonessa ribelle, 2 sorelle molto legate che sono sole con...