KUBASA
Il suo sguardo di pura disapprovazione si posò sul leone dalla criniera scura. Kubasa si rannicchiò, spaventato dalla ferocia della sua espressione. "Adesso devi darmi un motivo. Un solo maledettissimo motivo per giustificare ciò che hai fatto." "Tch" sbuffò Kubasa, infastidito dalla domanda (alla quale non aveva alcuna voglia di rispondere, naturalmente). Nel tentativo di evitare di rispondere a quella domanda in modo sincero si voltò. Doveva assolutamente trovare una scusa plausibile... non ne ebbe il tempo però, perché Saharah lo esortò a rispondere il più in fretta possibile. "La odio!" "Uh?" "Odio la sensazione che provo quando lui ti è vicino! Perché... Perché... PERCHE' PENSO DI ESSERMI INNAMORATO DI TE!" "Cooosa?" "Io ti amo Saharah!" "Tu non sai neanche cos'è l'amore!" ringhiò Saharah, stupita dalla rivelazione inaspettata. "Non capisci? Ti ho appena detto che ti amo, questo non vale niente per te?" "Kubasa! Hai ucciso mio padre! Mio padre capisci? Io gli volevo bene e tu me lo hai portato via! senza contare che hai tentato di uccidermi! Come puoi pensare che io possa perdonarti? O addirittura amarti? Mi dispiace, ma semplicemente non ci riesco. Non posso. NON POSSO!" "Se mi odi così tanto, allora perché mi hai salvato la vita?" "Non lo so! Forse perché, sebbene io non ami stare in tua compagnia- perché non ti odio, credimi, altrimenti ti avrei lasciato morire- non potrei mai sopportare di lasciar morire qualcuno quando invece avrei potuto salvargli la vita!" "Capisco..." disse Kubasa, affranto. Le voltò le spalle e corse via, addolorato dal rifiuto secco che Saharah gli aveva dato.
Il muso contorto dalla disperazione, gli occhi pieni di lacrime; il cuore in frantumi, come un pezzo di vetro e diviso a metà, una parte lì, con lui, mentre l'altra metà era lontana, tra le zampe di Saharah. Il suo corpo era pesante, come se fosse stato di pietra. Si fermò. Il sole cocente che, con i suoi raggi, colpiva il suo corpo stanco, surriscaldandolo. Kubasa, nonostante tutto, non si lasciò andare. Le sue lacrime non toccarono mai terra. Rimasero lì, ancorate ai suoi occhi, come a dimostrare che, anche nel dolore, una montagna rimaneva una montagna. Perché sì, Kubasa era forte come una montagna e potente come un fiume in piena, ma non altrettanto aperto a nuove idee. La superbia e il disprezzo non avevano fatto altro che renderlo ancora più sgradito di quanto già non fosse e contribuito a inaridire ancora di più il suo cuore.
KARA
Kara e Charta guardarono la loro amica con compassione. Dopo l'accaduto Saharah si era chiusa in sé stessa e si era rifiutata di spiccicare parola. Wind, da gentil leone quale era, aveva provato a consolarla, ma non c'era stato verso di farla uscire da quella sua spirale di dispiacere e sofferenza che era iniziata con l'arrivo di Kubasa. Charta si avvicinò alla leonessa, si sedette vicino a lei e le diede un colpetto affettuoso con il muso. Kara si sdraiò al suo fianco e le fece un sorriso complice. "Stai bene?" Saharah sbuffò sonoramente. "A te come sembro?" "Sei triste non è vero?" "Sì, ma non solo. Credo... Credo di essere delusa da me stessa." "Avresti voluto poter ricambiare il suo amore, non è così?" "Io... Non lo so, forse sì, o forse semplicemente non volevo che soffrisse... il suo muso distorto dal dolore mi ha fatta sentire come se avessero spezzato il cuore a me, e non a lui. Forse non avrei dovuto dirglielo così." "Non potevi certo mentirgli e dargli false speranze... Per quello che vale io credo che tu abbia fatto la scelta giusta" ribatté Kara, sostenuta dalla sorella. Le due sorelle sapevano che la loro amica si trovava in un momento difficile e che aveva bisogno di sostegno.
Non so perché ma mi sono immaginata questa scena: Saharah guardò malissimo Kubasa, il quale si era appena dichiarato a lei e disse "Dimentichi un piccolo piccolino sebbene cruciale dettaglino IO TI ODIO. Vattene e non tornare più, assassino." Ehhh sì, sarebbe stato troppo crudele. Penso che tutti prima o poi ricevano un sonoro rifiuto (però ammetto che sarebbe bello non essere rifiutata tutte le sante volte che mi piace qualcuno LOL). COMUNQUE. Visto che so quanto fa male essere rifiutati (sebbene io non sia nella situazione- diciamo- pessima di Kubasa) non potevo certo esagerare in questo modo no? Quindi scherziamoci su! In fondo il mio motto è: rido per non piangere. E dopo questa perla la vostra autrice sfaticata vi saluta!
STAI LEGGENDO
La leggenda del leone bianco
AdventureLa pelliccia bianca è una sorta di maledizione per un leone, è simbolo di sfortuna e di tristezza. Chi la possiede è costretto a scappare e ad essere solo per sempre. Un leone rinnegato, una leonessa ribelle, 2 sorelle molto legate che sono sole con...