WIND
Hikari era letteralmente la regina del sarcasmo in persona. Era in grado di smontarti in mezzo secondo e pronta a farti sorridere di nuovo in un altro mezzo secondo. Era semplicemente unica. Semplicemente sé stessa. Non aveva paura di essere quello che era. Non era come Wind. Perché lei amava sé stessa e non voleva cambiare nulla. Per carità, non si riteneva perfetta, ma si amava, difetti compresi. Il leone non era capace di ritenersi perfetto così come era. l'amica lo aveva capito e voleva aiutarlo ad accettarsi, ma non era facile. "Vuoi sapere una cosa?" disse Hikari. "Dimmi... " rispose lui. "Non si può amare gli altri finché non si inizia ad amare sé stessi. Forse se inizierai a credere in te stesso e ad amare ciò che sei, anche gli altri potranno amarti." Era questo che gli piaceva di Hikari. Sapeva essere profonda se necessario. Sapeva cosa dire per aiutarti. "Non è facile, lo so - continuò lei - però devi provarci. Come potrai amare qualcuno se non ami ciò che sei?"
CHARTA
Saharah e Kara attaccarono contemporaneamente il leone dalla criniera nera e questo contrattaccò tirando zampate potenti sui corpi delle sue avversarie, quelle reagirono mordendo e artigliando a destra e a manca. Il leone si ritrovò preso alle strette e coperto di graffi e morsi. Charta si alzò, con rinnovato coraggio, e disse, con una certa strafottenza, "Chi è solo ora?" il leone non rispose, si girò e fuggì. Le tre si rotolarono nell'erba secca come delle cucciole e si misero a giocare facendo le fusa per la soddisfazione. Erano una famiglia ora.
RAZUKI
Stava camminando tranquillamente all'ombra, l'afa pomeridiana lo stava facendo soffrire notevolmente, strascicava le zampe sul terreno e ansimava con la lingua di fuori, quando notò una leonessa che stava facendo un agguato ad una femmina di leopardo ignara. La leonessa le saltò addosso ringhiando e presero a lottare. Stava per correre in aiuto alla femmina di leopardo, quando si accorse che le due stavano giocando. Alla lotta si unì anche un'altra femmina di leopardo. Le tre ridevano come delle matte. Allora lui si girò e cercò di non farsi notare, fallendo. Le tre lo scorsero (scuro com'è era praticamente impossibile non notarlo) e corsero da lui ringhiando. "Cosa ci fai qui?" "Non sapevo fosse il vostro territorio " "Ci stavi osservando?" "Sì, pensavo che la leonessa vi stesse attaccando, ma stavate giocando. Insieme." "Qualche problema?" "No, solo non credevo che ci fosse qualche chance di poter vivere tutti in armonia, ora so che è possibile. E' una buona notizia direi " sorrise alle tre femmine e poi corse via con eleganza.
STAI LEGGENDO
La leggenda del leone bianco
AventuraLa pelliccia bianca è una sorta di maledizione per un leone, è simbolo di sfortuna e di tristezza. Chi la possiede è costretto a scappare e ad essere solo per sempre. Un leone rinnegato, una leonessa ribelle, 2 sorelle molto legate che sono sole con...