Chapter 30: Torta al cioccolato

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"Mi stai ascoltando cara?" Artemisia alzò lo sguardo spento, e lo posò sul dolce viso di Alycia Lynch

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"Mi stai ascoltando cara?" Artemisia alzò lo sguardo spento, e lo posò sul dolce viso di Alycia Lynch.

No, Artemisia non stava ascoltando, stava fissando la lettera di Hermione. "Perché non rispondi alle lettere di Harry?".

Aveva ricevute tante lettere, perfino Ron che non amava scrivere, le aveva spedite regolarmente. Erano tutti preoccupati per lei, per come stesse davvero.

La risposta di Artemisia era sempre la stessa: sto bene. Ma non stava bene affatto, e il fatto che fosse confinata nelle quattro mura di casa perché un certo Signore Oscuro che voleva uccidere il suo ragazzo la stesse cercando, non aiutava di certo.

Le prime settimane erano state tremende. Usciva a stento dalla stanza, mangiava poco e piangeva tanto. Poi prese la decisione di reprimere il dolore e fare finta di stare bene. E le mancava terribilmente Harry.

Eppure non rispondeva alle sue lettere, perché parlare con lui sarebbe stato un ammettere il dolore. Harry sarebbe riuscito a tirarle fuori tutto ciò che provava e lei non era ancora pronta a farlo.

"Colpevole" sorrise debolmente la ragazza.

"Dicevo che io e papà saremo fuori tutto il giorno. Bor ti farà compagnia, a domani cara" Alycia le posò un dolce bacio sulla fronte e si avviò verso l'uscita di casa.

Era la prima volta che lasciavano Artemisia da sola, ma i doveri all'ospedale e al Ministero richiedevano la presenza dei suoi genitori. Harold, in particolare, aveva raccontato che il lavoro degli auror era notevolmente aumentato dopo il ritorno di Voldemort. Uccisioni, sparizioni, tutta colpa dei Mangiamorte.

"Signorina Lynch, le preparo qualcosa da mangiare?" la domanda di Bor assimigliava più a una supplica.

"Sto bene così, Bor, grazie" rispose Artemisia, e posò lo sguardo nuovamente sulla lettera.

Era egoista a non rispondere a Harry, anche lui stava sicuramente soffrendo. Sirius era molto importante anche per lui. Eppure, il dolore la accecava, la logorava dentro, quasi la divorava da non pensare ad altro.

"Signorina Artemisia, la prego, deve mangiare. Bor può farle la torta al cioccolato che le piace tanto, o i biscotti? Bor può cucinarle quel che vuole, signorina".

Artemisia sorrise, intenerita dalla preoccupazione dell'elfo. "Vada per la torta, allora". Bor fece un grande sorriso e corse in cucina.

Artemisia era sdraiata sul grande divano, intenta a leggere un libro che Hermione le aveva regalato per Natale, Piccole Donne. Si rivedeva molto in Jo, che lottava sempre per i suoi sogni.

"Oh, sono così contento di conoscerla, Signor Potter" Artemisia alzò di scatto lo sguardo dal libro, quando sentì quel nome.

"Anche per me è un piacere conoscerla, signore" se Artemisia non era impazzita, cosa da non escludere, quella era proprio la voce del suo Harry.

Artemisia Black ||Harry Potter||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora