La mattina dopo, Taehyung non si svegliò con il solito trillo della sveglia.
Quando aprì gli occhi, infatti, si rese conto che in casa c'era troppa calma per essere mattina presto.
Non sentiva l'acqua della doccia scorrere o i rumori generati dai movimenti che il minore svolgeva in cucina preparando la colazione.Raccattò il cellulare dal comodino e guardò l'orario, il quale ormai segnava le undici e mezzo del mattino.
Si allarmò immediatamente, mettendosi a sedere sul letto per poi notare, sullo stesso mobile su cui era poggiato il dispositivo, un bicchiere d'acqua, un'aspirina e un biglietto.
Prima di allarmarti e maledirmi,
prendi questa così ti sentirai meglio
e il mal di testa, che sicuramente
hai, sparirà.Stamattina non ti ho svegliato
perché stanotte sei stato malissimo
e non mi sembrava il caso
di permetterti di andare a lezione.Non arrabbiarti con me,
ti voglio bene.
-JKEffettivamente solo in quel momento si rese conto che la testa gli martellava tantissimo e che era fortemente indolenzito.
Ricordava vagamente la serata precedente ma non poteva di certo dimenticare quanto avesse bevuto e quanto fosse stato male al loro ritorno a casa.
Il minore gli era stato accanto tutto il tempo scostandogli i capelli quando era chino sul water e aiutandolo a tenersi in piedi quando, dopo l'ennesimo conato, si ritrovava a lavare nuovamente i denti per spazzare via il brutto sapore acido che sentiva in bocca.
Molti pezzi della serata erano stati rimossi dalla sua mente ma era sicuro di non aver fatto nulla di stupido anche perché era sicuro di essere rimasto incollato a Jungkook per tutto il tempo, essendo il minore molto più sobrio di lui.
Sentendo la testa appesantirsi ancor di più a causa della posizione che aveva assunto sul letto, si affrettò a fare ciò che il suo amico gli aveva consigliato e a rimettersi nel letto.
Ripensò al bigliettino e sorrise istintivamente, ripensando a tutto ciò che il corvino faceva ogni giorno per lui.
Era al settimo cielo ogni volta che l'altro gli diceva di volergli bene. Sapeva quanto fosse difficile per lui esprimere a parole ciò che provava e forse era anche per quello che, ogni volta che lasciava un biglietto, non mancava mai di scriverglielo, dando voce ai suoi taciti pensieri.
Il moro in realtà non aveva bisogno che Jungkook glielo dicesse, capiva dai suoi occhi che lo amava tantissimo.
Per Taehyung, il minore era un libro aperto, non servivano parole eclatanti quando erano insieme perché i gesti che compievano erano sufficienti.
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➵ COINQUILINI ; vkook
Fanfiction«𝐍𝐨𝐧 𝐡𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐥𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐳𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐬𝐚. 𝐅𝐢𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐦𝐞𝐧𝐭𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞 𝐩𝐢𝐚𝐧 𝐩𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐜𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞, 𝐛𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐟𝐮𝐨𝐜𝐨...