Tutti i diritti sono riservati a Rick Riordan e a justsmileandwaveboys. Non sono proprietaria di questa storia, sono solo un'intermediaria.
!!!!!!!Per chi non avesse letto entrambe le saghe di Percy Jackson, sappiate che ci saranno spoiler; quindi, per evitare spiacevoli inconvenienti, se siete tra quelle persone non iniziate nemmeno a leggere!!!!!!!
Per favore, niente insulti o imprecazioni nei commenti. Sono tornata indietro e ho aggiunto questa postilla 5 mesi dopo aver pubblicato questo capitolo, grazie a *cough cough* qualcuno che, molto gentilmente, non ha smesso di usare gli insulti nei commenti. Se li vuoi usare, almeno fai sì che siano divertenti. Mh, okay.
(ho voluto lasciare questa postilla dell'autrice perché, anche se è un fatto accaduto a lei, sono perfettamente d'accordo)BUON VIAGGIO.
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Mentre andavano ad occuparsi dei loro lavori quitidiani, gli abitanti dell'Olimpo lanciarono delle occhiate sospettose all'imponente palazzo che sorgeva in cima alla montagna.
Erano passate tre settimane dalla guerra dei giganti, e si erano appena abituati a non avere più il blocco d'emergenza.
Quella che normalmente sarebbe una bellissima città, ora aveva un'aura di infelicità e di paura.
Paura non tanto per i Titani, o i Giganti, o chiunque altro, ma più per gli Dei e il fatto che possano gettarsi addosso tutta la rabbia e la frustrazione e, per estensione, sui loro sudditi.Ma per ora, niente di tutto ciò era successo ed era di questo che le persone avevano paura.
Si erano aspettati i classici bisticci, le litigate e il caos generale che di solito segue due guerre combattute nell'arco di un anno - non che una cosa del genere non sia mai accaduta prima - ma il Consiglio era stato silenzioso per così tanto tempo, che alcuni avevano cominciato a chiedersi se gli Dei fossero ancora in stato schock; o se si stessero semplicemente rimettendo dagli effetti di essere divisi tra la loro personalità greca e romana.Normalmente, il cielo sopra il palazzo, in particolare la sala del trono, sarebbe ricoperto di nuvole con tuoni e fulmini, in base all'umore degli Dei.
Ora invece era sereno.
Troppo sereno.Tuttavia, a parte qualche fascio di luce o debole bagliore blu causato dal confine magico del palazzo - che indica l'andare e venire degli Dei -, c'era un silenzio inquietante.
Dentro la sala del trono, sedevano gli Dei: alcuni persi nei propri pensieri e altri a lavoro.
Nei due giorni appena passati, quattordici di loro erano stati seduti a guardare i loro figli, sia greci che romani. Alcuni di questi erano rimasti indietro al Campo Mezzosangue, per aiutare con i postumi della guerra: dal guarire i feriti al liberare il campo dai detriti degli edifici crollati.Gli Dei avevano assistito all'evolversi della strana amicizia tra i due campi: le inevitabili lotte, scoppiate a causa delle tensioni crescenti e gli effetti della PTSD (*sindrome da stress post-traumatico) dei ragazzi.
Questa, tutti erano d'accordo, era la cosa peggiore che avessero mai visto e che gli aveva fatti rimanere senza parole. Ora che gli Dei sedevano in silenzio, con il messaggio-iride sullo sfondo aperto su entrambi i campi, pensavano ai rispettivi figli.
Apollo alzò lo sguardo dal suo IPad che, in pratica, gli stava mostrando i suoi figli, mentre Estia appariva accanto al focolare. La Dea aveva controllato entrambi i campi, dovendosi spesso alternare tra questi ultimi e l'Olimpo.
Qualche momento più tardi, Ade comparve nella sua forma divina prima di sedersi sul suo trono, di fianco a quello di Poseidone.
"Le porte sono finalmente stabili e Thanatos ne ha riacquistato il controllo. Perciò non dovremmo più avere problemi da questo punto di vista".
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THE READING: IL LADRO DI FULMINI
FanfictionGea è stata sconfitta e i semidei stanno cercando di riprendersi da quella che è stata una guerra mai vista prima. C'è la pace, direte voi, ma purtroppo con il mondo della mitologia non si può mai stare tranquilli. Per questo motivo, un bel giorno...