CH26: INTERLUDIO

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In questo capitolo non verrà letto il libro, ma penso che vi piacerà lo stesso. Vi dico solo una cosa: SOLANGELO! Preparatevi a sclerare. Posso già immaginare i vostri commenti...hahahahahahhha
Ci sarà anche un bellissimo momento tra Jason e Percy e Percy e Annabeth.

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I semidei erano già a metà della sala prima ancora che Zeus potesse dare il suo permesso, non necessario, per fare una pausa. Vedendoli così ansiosi di uscire, li si sarebbe potuti confondere con degli studenti al loro ultimo giorno di scuola. Molto presto il cortile e dintorni si riempirono di semidei iperattivi che chiacchieravano con le cacciatrici e gli dei.

Il ragazzo dai capelli biondi si guardò intorno alla ricerca del suo amico che, poteva giurarci, era stato accanto a lui fino a pochi istanti prima. Alla fine, il figlio di Apollo scorse la familiare giacca da aviatore da qualche parte davanti a lui: seriamente, chi indossava una giacca del genere in piena estate?

Will si fece strada tra la folla e finalmente si accostò al figlio di Ade. Nico alzò lo sguardo sorpreso quando il biondo apparve dal nulla accanto a lui; e Will fu abbastanza sicuro di aver visto un leggero rossore sulle guance del ragazzo, prima che si ricomponesse. Il figlio di Apollo disse una rapida preghiera a suo padre e ad Afrodite, sperando che Nico fosse come lui, perché stava cominciando davvero ad avere una cotta per quel ragazzino.

- Hey - disse sicuro Will, anche se era tutto tranne che quello.

- Hey - rispose Nico, cercando di ignorare quelle stupide farfalle-scheletro nello stomaco. Non era possibile che Will fosse come lui, pensò. Il ragazzo stava cercando di non tenere troppo alte le sue aspettative, proprio come aveva fatto con Percy. Tuttavia, più ci passava del tempo insieme, più diventava difficile.

- Quindi...- Avanti Solace. Pensa a qualcosa...aha! - Riguardo a prima, hai detto qualcosa riguardo il 1930?

- Oh, quello - disse tranquillamente Nico. Era scettico nel rivelare quella informazione. E se Will pensasse che era un tipo strano? Lo avrebbe trattato in modo diverso?

I due camminarono in silenzio lungo un corridoio isolato attorno al cortile, oltrepassando di tanto in tanto qualche cacciatrice o dio minore. Will aspettò pazientemente una risposta dal suo amico. Si era reso conto che convincerlo ad aprirsi sulla sua infanzia o, se è per questo, su qualsiasi cosa, era come tirarsi via i denti. E Will aveva già estratto dei denti, anche se dalla bocca di un cavallo. Onestamente non capiva cosa si aspettasse il campo da lui: di essere un guaritore, un veterinario o un aiutante nella nascita dei satiri...Will fu richiamato dalle sue riflessioni quando Nico iniziò a parlare.

- Dunque, hai presente il patto che hanno fatto i tre pezzi grossi? Quello di non avere più figli?

- Sì. - Era noto a tutti, visto che era stato infranto da tutti e tre i fratelli.

- Mio padre non lo ha infranto - disse Nico sperando che Will capisse e che quindi non dovesse spiegare tutto dal principio.

- Cosa? - rispose scioccato il figlio di Apollo. - Ma tu e tua sorella...

Nico sospirò. - Quando il patto è stato fatto, solo Ade aveva dei figli al di sotto dei sedici anni. Gli altri due no. Zeus quindi voleva che venissero uccisi e aveva ordinato ad Ade di farlo.

Will si corrucciò. Come si poteva chiedere a qualcuno di uccidere i propri figli? Poi gli venne l'illuminazione. - Tu e tua sorella...umm...Bianca? Eravate entrambi bambini?

- Esatto - Nico si fermò e fissò il pavimento davanti a lui. Meglio togliersi il cerotto, pensò. - Quando Ade ha realizzato che Zeus non si sarebbe fermato davanti a nulla, ha chiesto ad una Benevola di farci perdere la memoria e metterci nel Lotus Hotel. In quel luogo il tempo scorre lentamente. Quindi noi siamo invecchiati lentamente, ma siamo comunque rimasti lì dentro per quasi 70 anni. Quando Talia è tornata in vita, papà ha pensato che fosse giunto il momento per noi di uscire. Perciò...va beh, okay - spiegò velocemente Nico. Chiuse gli occhi e aspettò che Will gli dicesse quanto fosse strano. Che non valesse la pena di essere amico con qualcuno come lui: qualcuno che non solo era figlio di Ade, ma non era nemmeno dello stesso tempo di Will.

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