(Tutta la pappardella presente negli altri capitoli la saprete ormai a memoria....e anche io. Quindi non la scriverò più d'ora in avanti😂)
Godetevi il capitolo!
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Tritone sorrise mentre prendeva il libro. Era entusiasta di leggere di suo fratello. Voleva vedere se Percy aveva avuto la possibilità di confrontarsi con Ares e come era riuscito a tornare sull'Olimpo in un solo giorno per restituire la folgore, quando il viaggio gli avrebbe richiesto almeno tre giorni senza distrazioni.
"MI BATTO CON QUELL'IDIOTA DI MIO CUGINO"
- Spero tu non intenda letteralmente - disse Tritone a Percy, ma grugnì di paura quando la risposta fu un'alzata di spalle e un sorriso.
"Ci raccolse una barca [...] uno di noi avesse gli zoccoli."
- Ottima idea. Anche se la Foschia avrebbe potuto coprire gli zoccoli del satiro - disse Ecate.
- In realtà, la maggior parte delle volte non lo fa oppure li trasforma in qualcosa di ancora più strano - rispose Grover.
"Raggiunta la terraferma [...] il cuore perfino più pesante."
Molti si chiesero come avesse fatto a riavere indietro sua madre. Aveva provato a tornare negl'Inferi dopo l'impresa?
"- Non ci credo [...] degna di Atena."
- Scusami?! - gridò la dea in questione, e Percy alzò le mani per difendersi, per poi fare cenno a Tritone di continuare a leggere prima che Atena potessere farlo esplodere.
"- Ehi [...] come un bambino dell'asilo."
- Chiunque lo avrebbe fatto - disse Leo con voce sottile mentre pensava alla madre. Non poteva immaginare cosa avesse provato Percy nel averla persa due volte. Una era già più che a sufficienza.
"- La profezia aveva [...] sarò stato io a provocarla."
Molti si sentirono in colpa per Percy. Era un bel fardello da portare a dodici anni: sentirsi responsabile di una guerra su tre fronti che avrebbe distrutto quasi tutto ciò che gli dei rappresentavano.
"Grover scosse [...] Cavolo, fammi pensare."
- Se mi trascini in questa storia, ragazzo... - Ares lasciò in sospeso la sua minaccia.
- Sei stato tu a dargli lo zaino. Ha tutto il diritto di sospettare di te - disse Efesto. Ares roteò gli occhi e stava anche per commentare, ma Tritone continuò a leggere.
"Eccolo là, con [...] Tu dovevi morire."
Molte divinità guardarono il dio della guerra. Il suo comportamento diventava ogni secondo più colpevole. Ares aveva la brutta sensazione che fosse davvero coinvolto in qualsiasi cosa stesse accadendo nel futuro. Ma perché? Non pensava che sarebbe cambiato così tanto da volere una guerra a scapito della stabilità del Consiglio.
"- Mi ha ingannato - replicai. - E' stato lei a rubare l'elmo e la Folgore."
- Impossibile - rispose Ares come se gli stessero parlando. - Nessun dio può rubare il simbolo del potere di un altro.
- Zitto, Ares - disse Atena. Voleva andare in fondo a questo mistero.
- Mi hai appena 'zittito'? ME? - gridò Ares.
Era lanciò un'occhiata al figlio. - Starai zitto. - Il dio della guerra annuì docilmente. Non serviva a nulla discutere con sua madre. Nemmeno suo padre, il re degli dei, avrebbe potuto vincere una discussione contro Era.
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THE READING: IL LADRO DI FULMINI
FanficGea è stata sconfitta e i semidei stanno cercando di riprendersi da quella che è stata una guerra mai vista prima. C'è la pace, direte voi, ma purtroppo con il mondo della mitologia non si può mai stare tranquilli. Per questo motivo, un bel giorno...