LT-CH13: NORMALITÀ

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Tutti i diritti sono riservati a Rick Riordan e a justsmileandwaveboys. Non sono proprietaria di questa storia, sono solo un'intermediaria.

!!!!!!!Per chi non avesse letto entrambe le saghe di Percy Jackson, sappiate che ci saranno spoiler; quindi, per evitare spiacevoli inconvenienti, se siete tra quelle persone non iniziate nemmeno a leggere!!!!!!!

Per favore, niente insulti o imprecazioni nei commenti. Sono tornata indietro e ho aggiunto questa postilla 5 mesi dopo aver pubblicato questo capitolo, grazie a *cough cough* qualcuno che, molto gentilmente, non ha smesso di usare gli insulti nei commenti. Se li vuoi usare, almeno fai sì che siano divertenti. Mh, okay. (ho voluto lasciare questa postilla dell'autrice perché, anche se è un fatto accaduto a lei, sono perfettamente d'accordo).

NOTA: tutto ciò che è scritto in questo font non è di mia proprietà, ma appartiene allo scrittore Rick Riordan. Non ho motivo di utilizzare i libri con un motivo che non sia la fan fiction e non intendo guadagnarci sopra. È solo un lavoro creato per il puro amore verso la saga.

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Dopo quelli che mi sono sembrati anni sono tornata. Questo è uno dei capitoli più lunghi che abbia mai scritto...5375 parole hahahahaha! Divertitevi!

"CATTURIAMO UNA BANDIERA"

"Oh, finalmente!", disse Ecate. "Sembra di averne sentito parlare per secoli".

"Nei giorni seguenti [...] quando dovette sfilarsi una freccia dalla coda"

Chirone trasalì al solo ricordo, mentre gli altri iniziarono a ridere.

"Tutto okay. Nessuno di noi è molto bravo con arco e frecce", disse Teseo. "Non so perché, ma personalmente penso sia il fatto di dover stare fermo e concentrarsi. Non sono bravo in nessuna delle due cose".

"Sì. Nemmeno io", disse Percy e poi, i due eroi si girarono verso il padre per avere conferma, ma il Dio alzò semplicemente le spalle.

Onestamente, non aveva idea del perché i suoi figli non riuscissero ad usare l'arco. Beh, il tiro con l'arco non era comunque nel suo stile.

"La corsa? Macché [...] essere più lenti di un albero"

"Non sei l'unico", dissero Grover ed Hedge. Nessun satiro poteva battere le ninfe.

"E la lotta? [...] mi sussurrava nell'orecchio"

"Vero. Ma ora è più divertente. Almeno puoi controbattere", disse Clarisse.

"E quindi, in cosa sei bravo?", chiese Ares. Per ora, il ragazzino non aveva mostrato alcun talento, se non quello di fare cose avventate quando era arrabbiato.

Non che il Dio della Guerra fosse contro le azioni impulsive - lui le faceva sempre - solo che in battaglia non erano molto utili, a meno che non venissero usate come ultima sponda.

"Oh, lo vedrai", disse Percy con una luce maniacale negli occhi, mentre Annabeth e Grover ridacchiavano.

I semidei che sapevano del duello con Ares, non vedevano l'ora di poterla leggere.

"L'unica cosa in cui eccelleva era il canottaggio, ma non era il genere di abilità che la gente si aspettava dal ragazzo che aveva ucciso il Minotauro"

"Vero. E' stato frustrante", disse Katie. All'ora non era ancora un capogruppo, ma sua sorella maggiore veniva sempre a lamentarsi, cercando di capire chi fosse il genitore di Percy.

"Com'è possibile che nessuno abbia ancora capito il suo genitore divino?", chiese Tritone. "Può usare l'acqua come un'arma ed è bravo in canottaggio. Pensavo fosse abbastanza".

THE READING: IL LADRO DI FULMINI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora