Tutti i diritti sono riservati a Rick Riordan e a justsmileandwaveboys. Non sono proprietaria di questa storia, sono solo un'intermediaria.
!!!!!!!Per chi non avesse letto entrambe le saghe di Percy Jackson, sappiate che ci saranno spoiler; quindi, per evitare spiacevoli inconvenienti, se siete tra quelle persone non iniziate nemmeno a leggere!!!!!!!
Per favore, niente insulti o imprecazioni nei commenti. Sono tornata indietro e ho aggiunto questa postilla 5 mesi dopo aver pubblicato questo capitolo, grazie a *cough cough* qualcuno che, molto gentilmente, non ha smesso di usare gli insulti nei commenti. Se li vuoi usare, almeno fai sì che siano divertenti. Mh, okay.
(ho voluto lasciare questa postilla dell'autrice perché, anche se è un fatto accaduto a lei, sono perfettamente d'accordo).
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Adoro gli Dei che litigano e si insultano a vicenda!Afrodite aspettò pazientemente, perché alcuni dei semidei avevano cambiato posto. Una volta che tutti furono seduti, iniziò, "DISTRUGGO UN AUTOBUS CHE FUNZIONAVA A MERAVIGLIA"
"Cos'è un autobus?", chiese Teseo.
"Ricordate quando vi abbiamo spiegato cos'era una macchina? Ecco, è la stessa cosa solo più lunga", disse Percy con Annabeth che roteava gli occhi, per poi lanciarsi in una dettagliata spiegazione di cosa fosse un bus.
"Non ci misi molto a fare [...] qualunque cosa significasse"
"Nessuno ti aveva spiegato i messaggi-iride?".
"No".
'Come ha fatto a sopravvivere?', pensò Ercole.
"Diede a me e ad Annabeth [...] avremmo preso fuoco, letteralmente"
"Un gran bene per noi", borbottò Annabeth.
"Annabeth aveva con sé il suo berretto magico degli Yankees: un regalo della madre per il suo dodicesimo compleanno, mi spiegò"
Atena sorrise, grata di aver dato a sua figlia un dono così utile.
Dall'altro lato, Annabeth aggrottò la fronte nel pensare al suo capellino e a come avesse smesso di funzionare quando più ne aveva bisogno. Non lo aveva più usato, anche se una volta tornata al campo aveva scoperto che aveva ripreso la sua magia.
Annabeth provava dei sentimenti contrastanti per sua madre, grazie all'incontro avuto con Minerva. Non lo sapeva nemmeno lei che cosa voleva: forse delle scuse (che non avrebbe mai avuto) per averla mandata sulla via della rovina; forse voleva semplicemente che si comportasse da madre e non da Dea della Saggezza e della strategia militare - quella che usava sempre la testa e mai il cuore.
Oppure forse, solo forse, si era già scusata donandole un sonno senza sogni, cosa che l'aveva aiutata. Perciò, probabilmente aveva solo bisogno di tempo.
Annabeth batté la mano sulla tasca dove teneva il berretto - non era riuscita a separarsene - e decise che avrebbe capito che cosa voleva. Lo faceva sempre.
"Si portò anche un libro [...] metaldetector che avremmo incontrato sulla nostra strada"
"Pensavi che ti saresti annoiata? In un impresa?", chiese Frank. Ma poi si disse che quella era una cosa molto da Annabeth.
"Non ero mai partita prima, perciò non sapevo cosa aspettarmi. Ci sarebbero potuti essere tempi morti, nei quali avrei potuto leggere", rispose lei con le guance arrossate.
Oh, quanto era ingenua.
"Nessuno vi ha mai spiegato nulla per bene, vero?", chiese Leo a Percy, che semplicemente alzò le spalle.
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THE READING: IL LADRO DI FULMINI
أدب الهواةGea è stata sconfitta e i semidei stanno cercando di riprendersi da quella che è stata una guerra mai vista prima. C'è la pace, direte voi, ma purtroppo con il mondo della mitologia non si può mai stare tranquilli. Per questo motivo, un bel giorno...