La serata non sembrava voler mai finire.
Louis aveva perso il conto delle volte in cui aveva disperatamente controllato l'orario sullo schermo del suo cellulare. Era quasi penoso, davvero. Inspiegabile, forse. Ma, senza dubbio, innegabile: il ragazzo dagli occhi blu, in quel momento come mai prima d'ora, aveva bisogno di Harry. Soltanto Harry era infatti in grado di calmarlo, di riportalo con i piedi per terra e farlo respirare e, adesso, quella sua ancora di salvezza era tutto quello di cui necessitava. Nelle ultime ore passate nell'appartamento del riccio, Louis aveva accumulato una terrificante quantità di ansia e, ora, questa era fastidiosamente bloccata tra le sue costole, impegnata a distruggere i suoi polmoni e la sua sanità mentale.
"Amico, tutto bene?"
Quante volte si era sentito domandare quella stessa questione? Era davvero così evidente, quel malessere che stava cercando di nascondere con tutte sue forze?
Ancora una volta, il ragazzo si ritrovò a rispondere alla preoccupazione del suo migliore amico con un semplice cenno del capo accompagnato da un sorriso che di stabile non aveva assolutamente nulla. Era strano, veramente: quello che provava internamente era così reale ma, nonostante nella sua mente tutti i suoi sentimenti avessero un senso, era incapace di razionalizzarli e trasformarli in parole. Spiegare cosa stava accadendo in quella sua pesante e rumorosa testa era impossibile e, soprattutto, era ancora più difficile riuscire a trovare la ragione per la quale era caduto in quello stato tanto penoso e triste. Il suo cervello era fumo e i suoi polmoni erano in fiamme: come poteva pensare?
"Okay fratello, ascoltami: così non va" annunciò Zayn, leggendo sul suo volto tutto quello che il giovane non era riuscito a dire con le parole e attirando a sé gli occhi color mare del maggiore. Il mulatto era sempre stato in grado di leggerlo come un libro aperto e, anzi, i due amici avevano spesso scherzato sul fatto che, probabilmente, Zayn conoscesse Louis anche meglio di se stesso.
Uno sbuffo ilare uscì dalle labbra del mulatto che, scuotendo la testa rassegnato, porse la sua mano verso Louis, il quale, immediatamente e senza esitazione, si aggrappò alla solida figura del suo amico sentendo, forse per la prima volta dopo due ore, la terra sotto i suoi pieni. Dopo aver bisbigliato qualcosa che l'altro non riuscì a percepire all'orecchio di Liam, "Vieni con me" impose, trascinando Louis verso il bagno a loro più vicino e chiudendo la porta alle loro spalle.
Immediatamente e senza troppi giri di parole, Zayn si appoggiò con la sua immancabile disinvoltura al lavandino della stanza, facendo passare il suo sguardo inquisitorio sull'intera figura dell'altro. "Okay, cosa succede?" chiese infine quando capì che Louis, di sua spontanea volontà, non gli avrebbe rivelato nulla.
"Di cosa stai parlando?" controbatté allora il maggiore. Non che Louis fosse stupido, sapeva benissimo dove volesse andare a parare il suo amico, era più che ovvio davvero ma, ancora, per quanto si sforzasse, non era capace di esprime quello che provava. Per l'amore di Dio, non sapeva nemmeno che nome dare ai sentimenti che stava provando, figuriamoci se fosse stato in grado di spiegarli ad un'altra persona.
"Louis!" Il nome arrivò alle sue orecchie come un avvertimento: Zayn non era mai stato una persona paziente e, a maggior ragione, aveva ancora meno tolleranza in situazioni tanto idiote quanto questa: che senso aveva negare l'evidenza? Che senso aveva sprecare il suo prezioso tempo evitando di ammettere qualcosa che era letteralmente di fronte ai suoi occhi? Tutto quello che voleva fare era aiutarlo, ma aveva bisogno che Louis si aprisse a lui per poterlo fare.
"Non lo so, va bene?" sbottò di rimando l'altro, la disperazione nella sua voce così chiara da farlo rabbrividire. Anche lui voleva essere aiutato e non c'erano parole per spiegare quanto grato fosse a Zayn per essere lì con lui a cercare di sciogliere quella confusionaria matassa che gli stava uccidendo la testa ma... Semplicemente, non ci riusciva. Proprio in quel momento, un messaggio gli tornò alla mente, pugnalandolo al cuore con una potenza disarmante: "Tu non sei abbastanza". Cazzo, quanto odiava Xander e la sua stupida, stupida lingua tagliente: sapeva sempre dove andare a colpire, non era forse così? Confuso e irritato dai suoi stessi pensieri auto-deprecativi, "Mi sento come se stessi impazzendo ma, ecco, io non... Non lo so" sbottò infine. E forse, era una bugia, okay? Forse, Louis non era tanto ingenuo come voleva far passare. C'era la possibilità, in effetti, che il motivo del suo penoso stato fosse il soggetto di ogni suo sogno, la musa di ogni sua poesia d'amore.
Harry, la risposta era sempre il suo nome.
Louis si portò alla bocca la bottiglia di birra che teneva tra le mani prendendo un grande sorso della bevanda, ormai calda, che gli aveva tenuto compagnia durante quella sua crisi esistenziale. A quel punto, il suo buon sapore era completamente sparito e, bevendola, Louis non aveva fatto altro che rendere ancora più amaro il sapore che aveva in bocca ma, ironicamente, pensò avesse senso, no? Ora, poteva finalmente dire di sentirsi tanto male fisicamente quanto internamente.
Adesso che ci pensava, non ricordava esattamente quanto alcool avesse ingerito: aveva perso conto dopo il terzo shottino buttato giù quando aveva intravisto, per un solo secondo lungo un'eternità, la candida pelle sotto la camicia scura di Harry che, involontariamente, si era alzata mentre il riccio si divertiva ballando senza inibizioni in mezzo al salotto della propria abitazione insieme a Michael e Niall. In effetti, Louis aveva creato un piccolo gioco: aveva deciso, così tanto per divertirsi, che ogni volta che il suo bimbo avesse fatto qualcosa in grado di fagli tremare il cuore, lui di rimando avrebbe bevuto un sorso di un qualche alcolico e, ora, eccolo: questo era il risultato. Già, forse era un po' ubriaco.
Alzando gli occhi al cielo, Zayn gli tolse la bottiglia dalle mani proprio mentre stava per prendere un ennesimo sorso, "Smettila di bere, idiota" sbuffò poi guardando il suo amico con la stessa rabbia e preoccupazione di una madre. A quello sguardo, Louis rispose cocciutamente con occhi altrettanto indignati, protestando a gran voce e obbiettando che era abbastanza grande da decidere da solo se bere o meno.
"Vuoi andare all'ospedale per un coma etilico, oltre che per un attacco di panico?" chiese allora il mulatto cercando di pungere il suo orgoglio.
Louis sbuffò: solitamente, da ubriaco era particolarmente burbero e propenso alle discussioni ma, in quel momento, non aveva voglia di litigare, soprattutto non con Zayn e non nella toilette del suo ex fidanzato. Si sedette quindi al bordo della vasca da bagno di Harry e, dopo un lungo sospiro, "Sto bene" rispose cercando di suonare il più convincente possibile. "Ho solo bisogno di Har-... un attimo" aggiunse infine, morsicandosi la lingua per il terribile lapsus che aveva quasi lasciato sfuggire dalle sue labbra. Silenziosamente, pregò che Zayn fosse troppo distratto dalla musica che arrivava dalla cucina dell'appartamento per averlo sentito ma, purtroppo, lui e Dio non erano mai stati in buoni rapporti e la sua richiesta non fu esaudita.
Il mulatto rise sarcastico e "Quando imparerai?" domandò retoricamente prendendo alla sprovvista Louis, il quale completamente smarrito di fronte a quella richiesta si ritrovò a guardare l'amico con un'enorme punto interrogativo dipinto sulla faccia. Zayn non sembrò però interessato all'idea di concedergli una spiegazione e, piuttosto, decise di portare la conversazione in un'altra direzione.
"Senti, fammi un favore" iniziò, "Ora, io torno di là e ti lascio qui da solo per un attimo: respira, conta fino a... Facciamo 50 e poi, raggiungimi in salotto, okay?" chiese aspettando un cenno affermativo da parte dell'altro prima di ricominciare a parlare. "E non dovrei neanche dirlo ma, ovviamente, niente alcool per il resto dalla nottata" concluse infine facendo alzare al cielo gli occhi di Louis che però, alla fine, accordò con Zayn ammettendo che era decisamente la cosa miglior per lui.
Prima che Zayn potesse uscire dal bagno, Louis però si ricordo di un dettaglio non poco importante, un piccolo particolare che pure la sua mente annebbiata dall'alcool non aveva potuto non notare. Chiamando il nome del suo amico per riportare a sé il suo guardo, fermò quindi il mulatto e, con genuina curiosità, "Che succede tra te e Liam?" domandò.
Zayn sorrise compiaciuto, dipingendosi sul volto perfetto un ghigno tanto ammagliante quanto pericoloso.
"Bacia il ricciolino sexy e poi ne riparliamo" rispose furbamente.
//
Ci credete se vi dico che ho già scritto il prossimo capitolo?
A tra poco, Giulia xx.
STAI LEGGENDO
𝒦iwi❷. 『 larry. 』
FanfictionIn cui Louis Tomlinson cerca di raggiungere il suo lieto fine insieme ad un certo @Hazzaa. Highest rank: #42 in fan fiction. Sequel di Kiwi, duh.