#23.

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Il viaggio fu, tutto sommato, molto tranquillo.

Durante le due ore e mezza di volo, il più giovane aveva dormicchiato tranquillamente sulla spalla del proprio ragazzo che, intento a sfogliare alcune riviste sportive, aveva prestato ben poca attenzione al film sdolcinato che era stato trasmesso durante il lungo viaggio - "a quel romantico senza speranze di Harry sarebbe sicuramente piaciuto." aveva scommesso Louis sorridendo sarcasticamente e alzando gli occhi al cielo di fronte la pessima recitazione degli attori.
Oltretutto, Harry poteva anche dirsi fiero di se stesso: combattendo contro la stanchezza, si era infatti costretto a svegliarsi per l'atterraggio e, seppur fosse stato piuttosto spavento, si era trattenuto dallo strillare e, tenendo stretta la mano del suo Louis, aveva guardato il paesaggio sotto di lui farsi sempre più definito e vicino. D'altro canto, il ragazzo dagli occhi blu aveva preferito guardare i dolci lineamenti del viso del riccio in quanto, dal canto suo, il vero spettacolo era proprio Harry.

Non importava il fatto che ormai avesse imparato a riconoscere ogni tratto del suo volto: Louis non si sarebbe mai stancato di osservarlo. Amava poter chiudere gli occhi e riuscire comunque a vedere, chiaro nella sua memoria, quel sorriso e quei tratti tanto famigliari e amorevoli di cui era schiavo.

Era pazzo d'amore, ogni istante di più.

Scendendo dall'aereo, aveva avuto il bisogno di ricordarglielo e, quindi, improvvisamente, si era messo in punta di piedi, aveva circondato con le braccia il bacino di Harry e aveva sussurrato direttamente la sua confessione con una voce tanto sensuale da far arrossire il riccio.

Poi, Harry aveva riso rilasciando l'imbarazzo e, in un soffio divertito, "Il sentimento è ricambiato" aveva detto.

Se qualcuno gli avesse chiesto come si sentisse in quel momento, il riccio avrebbe potuto dire di essere felice e, finalmente, senza il bisogno di mentire.

☆☆☆彡

"Okay, sono andato a fare il check-in e, a quanto pare, è tutto a posto. Tra un minuto, arriverà qualcuno ad aiutarci con le valige e ci porterà nella nostra stanza." avvisò Louis sfregandosi le mani e sorridendo notando come Harry stesse ridendo al telefono. "Che succede?" curiosò facendo scuotere la testa dell'altro che "Non puoi capire quanto Liam sia paranoico: è più apprensivo di una madre! Pensa che ha, addirittura, ipotizzato che tu mi avessi rapito solo perché non ho risposto ai suoi messaggi." scherzò prendendo in giro il suo eccessivamente preoccupato amico.

"Sono così poco affidabile?" domandò giocosamente Louis disegnandosi un finto broncio sulle labbra che Harry si affrettò a baciare.

"Certo che no, daddy: tu sei super affidabile! Mi fido di te talmente tanto che sarei persino pronto ad affidarti la mia intera vita." assicurò divertito ridendo quando il maggiore lo rimproverò con un "Oh tu, piccolo impertinente!".

Per evitare di scoppiare una risata fin troppo rumorosa, il riccio si morse la lingua prima di "Che cosa farai ora, Boo? Mi punirai?" chiedere peccaminosamente.

In risposta, Louis sospirò pesantemente rendendo palese la sua ansia di avere il proprio ragazzo tutto per sé e, inumidendosi le labbra fini con la lingua, "Stai giocando con il fuoco, bimbo." disse per poi aggiungere un "Spero tu sia pronto per le conseguenze.".

Harry abbozzò un mezzo sorriso, aprì la bocca ma, prima che potesse rispondere in un qualsiasi modo, una voce femminile lo fermò dal parlare domandando un curioso "Sei inglese?".

Infastidito, il ragazzo più grande si voltò per incontrare la figura della ragazza che aveva interrotto il suo flirtare con Harry: forse più piccola del riccio di un paio d'anni, la ragazza aveva dei lunghi capelli castani raccolti in un alta coda e dei grandi occhi chiari; con sorriso estroverso spalancato sul volto leggermente abbronzato, guardava il ragazzo con innocente interesse invitandolo silenziosamente a parlare. Nel complesso, risultava davvero adorabile ma Louis sentiva di non poter far a meno di odiarla: insomma, come si era permessa di disturbare quella conversazione tanto importante? Perché sì, Harry che parlava in maniera sporca era decisamente importante.

"Sì, lo sono, e tu saresti?" domandò con noncuranza per poi commentare con un ironico "Oh no, aspetta: puoi fare a meno di rispondere tanto non m'interessa." che gli fece guadagnare una gomitata da parte del proprio ragazzo come rimprovero.

La giovane, invece, rise portandosi una mano alla bocca facendo notare a Louis le sue lunghe unghie curate. "Adoro il tuo accento." commentò facendo innervosire maggiormente il liscio che, pensando che la mora ci stesse provando con lui, come se fosse un venditore ambulante, "Non sono interessato, grazie." provò a liquidarla.

Ridendo nuovamente, "È carino! Ma non quanto il tuo ragazzo." scherzò ammiccando nella direzione di Harry che con un piccolo sorriso la ringraziò, lusingato.

A quella battuta inaspettata, Louis rimase senza parole e, incapace di pronunciare più di un semplice "Ah.", guardò confuso l'altra che "Troppo diretta?" chiese grattandosi timidamente la guancia destra.

"Forse giusto un poco." rise il riccio porgendo la propria mano alla ragazza in modo da presentarsi, "Sono Harry e lui è Louis.".

La mora ricambiò la stretta e, con un sorriso genuino, "Barbara, è un piacere conoscervi. Se volete seguirmi, vi mostro la vostra stanza." disse sorprendendo Louis che, strabuzzando gli occhi, "Aspetta! Vuoi dire che lavori per l'hotel?" domandò stranito.

"Già, lo so: non sembra affatto, non è così? Sono ancora abbastanza nuova a tutto questo, scusate la mia poca professionalità." rise leggermente imbarazzata prendendo le valige di entrambi i ragazzi che, subito, le vennero sottratte dalle mani da Harry che, sorridendole solidale, "Ci pensiamo noi." assicurò.

Barbara lo ringraziò sorridendo di fronte alla maniera con la quale Louis, nello stesso esatto modo con cui Harry aveva precedentemente soccorso lei, si affrettò ad afferrare il loro bagagli esclamando un "Lascia fare a me, piccolo. Non voglio che ti stanchi ulteriormente!" - "Un vero gentleman inglese." pensò la ragazza sospirando divertita e, allo stesso tempo, realmente intenerita da quella situazione.

Conducendo la coppia alla loro stanza, Barbara sentì una strana leggerezza pervadere il suo petto: l'amore che quei due condividevano era talmente forte da riuscire a coinvolgere chiunque li circondasse. Era un'amore tanto contagioso, puro e vero che poteva essere in grado di convincere il più grande degli scettici che sì, forse, il lieto fine di cui si parla nelle fiabe esiste realmente.








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L'inferno esiste ed è la quinta superiore, ve lo assicuro.
Sono esausta, raga, e mi dispiace da morire ma, per quanto possa provarci, sto facendo una fatica enorme a scrivere.
Non voglio assolutamente abbandonare questa storia (devono succedere ancora talmente tante cose!) però ho notato che le letture dell'ultimo capitolo sono davvero poche e, sinceramente, posso capire che alcune persone abbiano perso interesse ma, ovviamente, mi rattrista e mi butta giù da morire. 😪😥
Cose very depry a parte, ho visto Gigi durante la settima della moda e DIO SANTO! È talmente stupenda che non riesco ancora a crederci! Ho anche il "suo" cuscino. 😍😍
Sempre vostra, Giulia xx.

PS: This town aka mai laif. 🎧

𝒦iwi❷. 『 larry. 』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora