A discapito di quello che credevano tutti, Harry non era totalmente succube di Xander. O almeno, non lo era più.
Dopo il suo ultimo litigio con Louis, Harry aveva messo da parte il suo cuore e aveva affrontato Xander di testa: aveva ascoltato quello che aveva da dire, certamente, ma non si era lasciato incantare dalle sua parole. Perché alla fine, solamente ora se ne accorgeva, si trattava solo di quello: parole.
Parole, parole e ancora parole.
Xander parlava così dannatamente tanto e, Harry aveva notato, questa sua tendenza si intensificava soprattutto quando si trovava con le spalle al muro. Perché pensandoci, quante volte si erano già trovati in questa stessa esatta situazione? Harry stava iniziando a stancarsi di ascoltare scuse.
Eccetto per il fatto che, pensandoci effettivamente, Xander non si era mai veramente scusato, non era forse così? Né per quello che era successo tra di loro in passato, né per il modo tremendo in cui lo aveva tormentato su kiwi. Per nulla.Si era giustificato, quello sì.
Già, Xander amava trovare scuse, ma chiedere scusa? No, quello non era di certo il suo forte perché, infondo, in un modo o nell'altro, alla fine di ognuna delle loro discussioni, riusciva sempre ad uscirne con le mani pulite.
Parole, parole e giri di parole.
Harry era esausto, ma non poteva dire nulla.
Non era fisicamente in grado di aprir bocca: ogni volta che si decideva a controbattere, Xander era già pronto sul piede di guerra, deciso ad usare la sua lingua come una spada per difendersi da qualunque accusa.
Allora ad Harry non restava altro se non ascoltare, cercando al meglio delle sue abilità di non inciampare tra gli intricati discorsi del moro, e sforzandosi di non perdersi nella matassa dei suoi pensieri.
Forse, però, era proprio quello l'obbiettivo? Confonderlo, manipolarlo?
Quando si trattava di quel ragazzo, la sua testa si riempiva di mille interrogativi e, nonostante le mille e più parole pronunciate da Xander tra cui scegliere, Harry non trovava in nessuna di queste la sua risposta.
Solo Louis poteva essere la sua risposta, lo era sempre stato.
Solo lui aveva sempre saputo come mettere a tacere ogni suo dubbio e paura, ogni voce cattiva.E allora come si ritrovava in quella situazione? Come ci era finito in quell'abisso così profondo da cui non riusciva a scappare?
Harry aveva deciso di chiudere con Xander, aveva finalmente trovato il coraggio di affrontarlo e di dirgli che la loro amicizia non poteva continuare, non dopo quello che aveva fatto al suo Boo, e allora perchéー
"Ho ancora le nostre foto, sai?" aveva interrotto Xan non lasciando spazio al minore di finire il suo discorso.
Harry aveva quindi aggrottato le sopracciglia, la sua confusione dipinta palesemente sul viso.
"Di quali foto stai parlando?"
"Oh?" aveva risposto il moro fingendosi sorpreso, "Non ricordi? Però, pensandoci, ha senso: eri spesso abbastanza sconvolto in quei momenti, entravi sempre in una specie di shock post sesso? Così adorabile."
La risata che aveva seguito quell'affermazione era più pungente di mille spine a contatto con il cuore di Harry.
Era caduta la maschera e si era calato il sipario.
Ora, Harry vedeva il vero Xander: il ragazzo che per mesi ー o a dire la verità, anni ー lo aveva manipolato e controllato, che lo aveva distrutto in così tanti piccoli pezzi da renderlo impossibile da ricostruire.
"Di cosa stai parlando?"
Harry, completamente paralizzato, tremava sulle sue gambe: avrebbe voluto scappare, correre il più lontano possibile ma, già lo sapeva, in nessun posto al mondo sarebbe stato al sicuro. La vista offuscatagli dalle lacrime non era abbastanza da impedirgli di vedere Xander alzarsi dalla sua posizione e avvicinarsi a lui lentamente, con disinvoltura.
Spostandogli una ciocca di capelli dietro all'orecchio, "Vuoi vedere le nostre foto, stellina?" aveva chiesto con una dolcezza disarmante, la sua voce completamente in contrasto con le parole da lui pronunciare. "Vuoi che faccia vedere al mondo che puttana sei?"
"No, ti- ti prego."
L'abbraccio di Xander intorno al suo corpo sembrava come un cappio al collo ma, ancora una volta, Harry si ritrovava incapace di muoversi. Passivamente, si arrendeva alla situazione: incapace di far nulla se non piangere e accettare che, ancora una volta, il moro lo aveva in pugno.
"È okay, amore," aveva allora assicurato il più grande accarezzando la sua schiena scossa dai singhiozzi, "Sono stato buono fino ad ora ma tu hai continuato a fare di testa tua per tutto questo tempo, capisci che sto iniziando a perdere la pazienza? Capisci che ho bisogno di un modo per tenerti sotto controllo, per essere sicuro che tu non faccia nulla che possa ferirti. Lo capisci, vero?"
No. Non lo capiva, non aveva alcun senso. Nulla di ciò che diceva aveva mai senso. Ma a cosa avrebbe portato discuterne ora? Era troppo tardi: dal momento in cui aveva baciato Xander a diciassette anni, era iniziata la sua fine.
"Sì, lo capisco."
Non poteva liberarsene.
"Lo sai che non ti farei mai del male, stellina." aveva detto sorridendo stringendo tra le sue dita il mento del riccio obbligandolo a guardarlo fisso negli occhi.
"Non farmi più arrabbiare e non succederà niente, okay?"Non aveva alternative.
Harry aveva annuito ricambiando il sorriso del suo mostro personale.
Non più succube, ma ancora intrappolato.
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Che dire, l'altro giorno mi è uscito in tl un thread sugli Xarry quindi ringraziate chiunque l'abbia fatto perché mi ha ispirato a scrivere lol.
Baci Giulia, xx.
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𝒦iwi❷. 『 larry. 』
FanfictionIn cui Louis Tomlinson cerca di raggiungere il suo lieto fine insieme ad un certo @Hazzaa. Highest rank: #42 in fan fiction. Sequel di Kiwi, duh.