Discomfort

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Alex's Pov:

La notte che avevo appena passato era un gran casino nella mia mente, mi ero svegliata con un gran mal di testa e quello che riuscivo a ricordare erano solo le cose essenziali:
la festa nella mega villa, io che bevo i drink alla fragola, io e Luke che balliamo e poi ci limoniamo in mezzo alla pista e... e Michael...Michael che piange.

Dopo ricordavo solo di aver trovato un bagno e di aver vomitato, poi ricordo Jess e Ash che mi avevano portato a casa di peso. Fine ricordi.

Andai in cucina e presi un'aspirina potente, la testa sembrava starmi per esplodere ad ogni rumore o movimento, e promisi a me stessa di non bere mai più in vita mia. La prima sbornia non è poi così emozionante, soprattutto al risveglio.

"Buongiorno, come stai?" sentii la vocina di Jess appena sveglia, guardai l'orario sul microonde ed erano le undici del mattino.

"Ho la testa che mi scoppia" dissi strofinandomi le tempie doloranti.

"Lo so, la prima è la peggiore, le altre che avrai saranno più sopportabili" disse lei alzando le spalle.

"Spero non ce ne siano altre" dissi versandomi del caffè nella tazza che preferivo.

"Beh ieri ti ho persa subito di vista, che hai combinato? Quando ti abbiamo trovata in bagno ubriaca quasi ridevo, tu ubriaca non l'avrei mai detto" disse lei ridacchiando.

"Si devo ancora abituarmici anche io, ma mi sono divertita con Luke tutto sommato" dissi sorridendo debolmente.

"Ahhh ecco con chi eri scappata" raccontai a Jess tutto, da quando eravamo usciti fuori e ci eravamo seduti sui divanetti a quando ci eravamo limonati in mezzo alla pista, omisi Michael però, lui che piange mi sembrava una cosa solo mia e di lui.

"Merda, e ora che hai intenzione di fare con Luke?" disse lei che era stata più attenta durante il mio racconto che a lezione.

"Boh, parlare di quello che è successo da sobri (?)" dissi non essendone molto convinta, io ero ubriaca e lui pure, forse era stata un'azione dettata dall'alcool.


"Tu piuttosto ieri, quando è venuto Ash a casa, gli hai parlato...?" le chiese con voce molto cauta, per non farla infuriare come ieri.

"No, aspetto gli esiti per dirgli qualunque cosa" disse mescolando lo zucchero nel suo latte e caffè "Oggi allora che vogliamo fare?" chiese cambiando discorso.

"Io intendo dormire, e prendere tante aspirine." dissi mentre sentivo pulsare la mia testa sempre più forte.

"Io so qual è la cura giusta per te!" disse Jess canticchiando, avevo voglia di staccarle la testa perché con i suoi urletti stava peggiorando il mio mal di testa.

La guardai in cagnesco stringendo le tempie, lei si scusò a bassa voce esibendosi in un sorrisetto.

"Dicevo che oggi pomeriggio potremmo andare da qualche parte, io e te" mi sorrise felice.

"E come facciamo se siamo senza macchina?" dissi io pronta a smontare tutti i suoi piani.

"Okay, io te ed Ashton" ricalcò lei.

"Andateci voi, Jess davvero non sto bene. Vai a divertirti io resto a casa a riposarmi" dissi facendo una smorfia di dolore, per convincerla.

"Sicura di non voler venire?" disse guardandomi triste, sapevo che ci teneva ma non stavo davvero bene, e quello che mi serviva in quel momento era solo un letto e del bellissimo silenzio.

"Sicura. Salutami Ash e ringrazialo per ieri sera da parte mia, divertitevi" dissi alzandomi dallo sgabello del bancone e tornando in camera mia.

Tornai nel mio letto e mi addormentai, dando fine per un po' al mal di testa pulsante.

Quando mi risvegliai il mal di testa era un po' diminuito, ma era sempre forte e doloroso.

Guardai l'ora sul mio telefono che era sul comodino, e quando lo accesi la luminosità mi accecò, riducendo i miei poveri occhi a due fessure.

Erano le quattro del pomeriggio, non avevo neanche mangiato ma con quel continuo senso di vomito preferivo di gran lunga restare a stomaco vuoto.

Mi alzai e come immaginavo ero sola in casa, quindi mi sedetti sul divano e accesi la tv, tenendo il volume più basso possibile.


Ero nel bel mezzo di una puntata di O.C. quando il mio telefono vibrò sul piccolo tavolo in cristallo della sala, guardai di chi fosse il messaggio e vidi il nome di Michael:

"Come stai? Male alla testa?" rimasi un po' colpita dal messaggio, si stava interessando a me?

"Mi fa un male pazzesco, credo che non berrò mai più in vita mia"

"Dicono tutti così"
immaginai il suo sorrisetto furbo.

Non risposi, non sapevo che dirgli e non era proprio giornata per me.

Light in the Dark || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora