Capitolo 28 Part.1 || Dad,I hate you

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Eravamo in viaggio da qualche ora, e ormai si era fatta mattina...quando arrivammo il sole stava appena nascendo e davanti a noi c'era una casa, sembrava abbandonata ormai da anni: il legno era consumato, le finestre sporche e la vernice rovinata, il giardino davanti era ridotto a erbacce .

"Cosa ci facciamo qui?" chiesi guardando la grande casa.

"Tu seguimi" entrammo senza problemi e il pavimento in legno scricchiolò sotto i miei piedi, nella grande casa non c'era un solo mobile ma vedevo i segni chiari lasciati un tempo dai quadri.

"Stai attenta a non scivolare" disse Michael aprendo una porta che portava a una scala, non vedevo niente solo buio, cercai la mano si Michael e la strinsi sentendo che la sua era sudata...Ansia?

Scendemmo piano e alla fine Michael aprì la luce mettendo fine alle tenebre.

"Una cantina?" chiesi confusa.

"Può sembrare una semplice cantina ma è stata più di questo"

"Che vuoi dire?"

"Beh intanto, qua" disse Michael indicando un angolo della cantina "C'era un grande letto, non so perché i miei genitori l'avessero messo qui, ma so solo che ogni tanto ci venivo a giocare per non sentire i miei litigare al piano di sopra...Loro litigavano molto, erano giovani e avevano sbagliato in ogni loro decisione, non passava giorno senza una discussione o una sberla, a volte mio padre persino se ne andava per giorni lasciando la mamma a casa in lacrime, ma quando tutto è cominciato è andata diversamente, quella volta è stata la mamma ad andarsene, era arrivata al limite, lui l'aveva spinta al limite...il risultato è stato che lui si è ubriacato e ha cominciato a spaccare cose, io ero piccolo e non mi piaceva vederlo così, ricordo di aver cominciato a piangere e lui vedendomi mi ha preso, mi ha portato qua, e mi ha detto che avremmo fatto un bel gioco io e lui ma che non avrei dovuto dirlo alla mamma, se no se ne sarebbe andata di nuovo"

"Mio Dio Michael..." non poteva aver fatto quello che stavo pensando...

"Ti prego, fammi parlare è tanto che tengo dentro tutto, come se servisse a dimenticare...Beh, fatto sta che lui ha continuato, la mamma era ignara di tutto e nel corso degli anni sono nati anche Cassie e Cody e la paura che lui facesse a loro quello che faceva anche con me cresceva, come crescevano i miei tentavi di scappare da lui, provavo a uscire dalla cantina ma lui era più forte,così un giorno approfittai del fatto che stessero litigando per salire nella camera da letto dei miei e prendere la pistola che un giorno quel verme aveva usato per minacciare mia madre. " faceva fatica a parlare e faceva grandi pause, come per paura che le sue parole lo riportassero indietro nel tempo "Senza farmi vedere scesi in cantina e la misi sotto il cuscino, aspettai che mia madre se ne andasse in lacrime e che mio padre mi prese di forza e mi portasse in cantina, quando mi buttò su letto estrassi la pistola e...."

"Michael..." stavo piangendo, come poteva avergli fatto una cosa del genere?

"Quando gli sparai, nei suoi occhi c'era sempre quel gelo, e mi disse 'Perché?' in un sussurro prima di accasciarsi a terra...neanche dopo averlo ucciso si è pentito, neanche dopo aver visto che suo figlio gli aveva sparato lui ha capito il dolore che ha fatto, avrei preferito non sparargli al cuore ma torturarlo, fino a fargli provare il dolore più grande, quello della mente e non quello del fisico,ma purtroppo è morto quasi subito e quando i soccorsi sono arrivati era tardi" sul suo viso c'era una smorfia di dolore...o di disgusto?

"Dopo aver raccontato quello che mi faceva nessuno mi ha accusato di niente, mia madre si è sentita responsabile di tutto, Cody e Cassie fortunatamente non ricordano niente perché erano molto piccoli e io sono così, un mostro..."

"Michael tu non sei un mostro" dissi avvicinandomi.

"Vedo il mostro che è in me negli occhietti di Cody quando ho le mie crisi, o quando Cassie mi prega di smetterla di urlare piangendo..."

"Loro ti amano, e odiano vederti stare male...come me Michael, ti amo e odio anche solo immaginare che ti ha fatto quel mostro!" dissi buttandogli le braccia al collo, cominciai ad accarezzargli la schiena e baciarlo per farlo sentire al sicuro in quella cantina.

"Tu..tu mi ami?" chiese lui guardandomi con gli occhi bagnati da lacrime. Non lo avevo mai visto così, era la parte più vulnerabile di Michael.

"Si Michael" dissi facendo una mezza risatina ma continuando a piangere, le mie mani ora gli accarezzavano le guance, il collo, la schiena.

"Anche io amavo lui, era mio padre... e lui mi ha fatto...lui è stato..."

"Michael ora non ti farà più male, e ti posso assicurare che anche se non ho tutta l'autostima di questo mondo so, e ne sono certa, di essere molto meglio di lui... e anche tu lo sei"

"Lo pensi davvero?"

"Ti ho appena detto che ti amo e tu pensi ancora che io ti consideri un mostro?"

"Non so se sono io quello più fuori di testa o tu" disse facendo una mezza risata, anche se ancora stava piangendo.

"Forse lo siamo entrambi"

"Siamo folli"

"Si lo siamo" dissi sorridendo.

"Alex" prese un respiro guardandomi intensamente, vedevo nelle lacrime che ancora scendevano dai suoi occhi il dolore di quello che aveva passato, non erano semplici lacrime ma grandi macigni,incubi,pensieri,paure che si era portato dietro per tutti questi anni. Lo avevo guardato piangere e ogni lacrima che gli rigava il viso sembrava gli bruciasse, forse appunto perché quelle erano lacrime di dolore, di odio...quelle lacrime avevano colpito anche me, che fino ad ora avevo sempre considerato Michael una persona forte e non troppo soggetta al dolore, non mi ero mai immaginata che cosa avesse passato, e non avrei mai immaginato che lui alla fine condividesse tutto questo con me...ma forse era già stato tutto deciso, era stata una cosa più forte di me avvicinarmi tanto a quel ragazzo scontroso avvolto dalle tenebre della crudeltà e della tristezza, forse ora però potevo portare un po' di luce nel suo cuore, fargli capire che l'amore non fa sempre male, e che a volte vale la pena di soffrire per qualcuno... io ho deciso di soffrire per Michael, ho deciso di amarlo... "Anche io ti amo"

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Giorno ragazze so che questo capitolo è il più corto ma mi sembrava uno dei pezzi da dover separare del resto della storia, personalmente ho conosciuto persone e ne sono stata soggetta anche io al carattere di Michael...non intendo che è capitata la stessa cosa a me o a altre persone di mia conoscenza, grazie al cielo...sto solo dicendo che a volte ci sono cose che ti possono far chiudere in te stesso, per paura che altri ti possano far soffrire mentre questo è solo farsi del male da soli, e sono fiera del fatto di essere riuscita a superare ogni problema che mi ha fatta chiudere in me stessa, quindi tranquille non starò qui a struggermi e a fare la vittima, ma per tutte quelle persone che non ci sono riuscite vorrei dirvi che la mia storia è dedicata anche a voi, perché possiate trovare la vostra Luce nel Buio e uscirne, ogni persona che ha il dono di provare emozioni autentiche ne ha il diritto :) Io ci sono per chi avesse bisogno

-Aly

Light in the Dark || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora