Un ipotetico Ragazzo

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La sveglia suonò alle sette in punto di martedì mattina.Scesi dal letto rabbrividendo al contatto con il pavimento freddo e corsi a cambiarmi.

Feci una colazione veloce, senza vedere nessuno in casa se non Samantha che si stava preparando per fare un turno all'ospedale.

Quando uscii di casa rimasi stupita del tempo, c'era un bel sole e mi ricordai che ormai era primavera.

Corsi alla fermata dell'autobus ed arrivai pure in anticipo, purtroppo però trovai l'autobus pieno e dovetti stare in piedi.

Quando arrivammo a scuola l'autobus face una brutta frenata e io caddi addosso a un ragazzo davanti a me che prima non avevo notato, lui mi prese in tempo e io mi ritrovai abbracciata a lui.

Alzai la testa per ringraziarlo ma riconobbi subito...

"Denny?" dissi alzandomi velocemente.

"Non c'è di che" disse lui facendo un sorriso smagliante "Comunque come mai tu sai il mio nome e io non il tuo?"

"Lo hanno detto in classe e.." sospirai evitando di fare un discorso contorto "Alexandra, ma chiamami Alex"

"Beh Alex, avrei bisogno di aiuto" mi disse lui avvicinandosi "Siamo in classe insieme vero? Perché non mi ricordo assolutamente dove si trova la classe" disse lui sorridendo e grattandosi il collo.

"Ti ci accompagno io, nessun problema" dissi sorridendogli.

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La prima ora era passata a dormire, disegnare cose a caso su libri e quaderni, scrutare il mio nuovo compagno di classe, dormire e ancora dormire.

Ora c'era la seconda ora, una delle più odiate perché in comune con quell'arpia di Bleer: Ginnastica.

Quando arrivai in spogliatoio erano già tutte lì, a sparlare di tutti e tutte senza ritegno. Poggia la mia roba sulla panchina più lontana da loro e mentre stavo per aprire la borsa la mia professoressa di ginnastica entró.

"Ragazze oggi si va a nuotare, quindi andatevi a cambiare negli spogliatoi della piscina" e detto questo uscì.

Contro voglia presi la mia roba ed uscì dallo spogliatoio andando in quello della piscina.

Quando arrivammo non c'era ancora nessuno, stavamo camminando affianco alla piscina per raggiungere gli spogliatoi ma a un certo punto ci fermammo, perché Bleer si era messa a sbraitare qualcosa:

"Ma prof non sente che umidità! Mi si arricceranno tutti i capelli, e sono stata ieri dal parrucchiere per ben due ore! Due ore!" disse lei mostrandoci due dita, come se non riuscissimo a contare.

"Esistono le cuffie per questo, ma sta tranquilla il tuo cervello non potrebbe essere più annacquato di così" disse l'insegnante a voce alta. Non era mai stata fine, ma questa volta era stata una grande.

Lei si girò verso la prof, con una faccia incredula e arrabbiata, mentre le sue amiche la guardavano male e il resto ridacchiava.

"Cosa? Lei forse non riesce ad afferrare il concetto!" disse lei puntandole un dito contro "Io-"

"Io, io,io" dissi alzando un po' la voce "Parli sempre e solo di te! Come se a qualcuno importasse davvero qualcosa di te!"

Lei si girò guardandomi con una rabbia mai vista. Le sue guance si tinsero di rosso e strinse i pugni; cosa che non faceva mai per non rompersi un unghia.

"Peccato che il tuo ragazzo me lo sono scopata io!" disse lei urlando e usando un tono che mi ricordava vagamente le bambine quando cercano di farsi i dispetti. L'idea di lei e Michael insieme mi tornò di nuovo alla mente, e sentii le mani bruciare. Lo stava dicendo solo per cattiveria, e per quanto me lo stessi ripetendo nella testa non potei fare a meno di saltarle addosso.

Light in the Dark || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora