Capitolo 1 - Victoria

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Ho qualcosa che mi pizzica nell'orecchio.
Ah, non è qualcosa. È il citofono. Mi rimetto con la testa sotto il cuscino, smetterà prima o poi.
Il citofono?! Mi alzo di scatto dal letto, che ore sono? Come al solito devo aver spento la sveglia, e Mel è già qui sotto a buttare giù il campanello.
Mi alzo di corsa, apro il cancello senza chiedere chi è, e mi do una guardatina allo specchio, sperando di non avere l'aria di una che si è appena svegliata.
Ho dei capelli arruffatissimi, il mascara della sera prima che mi cola fino alle guance e degli occhi gonfi di sonno.
Beh, il Grinch avrebbe vinto un concorso di bellezza al mio posto stamattina.

Come tutte le mattine, da ventuno anni a questa parte.

Vado ad aprire la porta e aspetto lì la mia migliore amica.
-Ciao brutta stronza! Stavi ancora dormendo!- dice con la sua voce un po' troppo squillante oggi.
-Oh cazzo, ma che hai da strillare? Quel compito di latino che ci ha fatto conoscere dovevo ficcartelo in bocca!-.

Mel ed io siamo così, più brave a dirci parolacce che a dirci ti voglio bene.

Ma in realtà le voglio un bene dell'anima.

Mi avvio verso l'angolo cottura e metto su un caffè che spero abbia proprietà magiche che cancellino la nottata dal mio viso.

-Hai di nuovo passato la notte attaccata a un libro o finalmente hai conosciuto qualcuno e ti sei data da fare?!-.

La guardo in cagnesco.

La verità è che amo leggere, anche se non è ho mai il tempo tra lo studio e il lavoro al locale cubano.

Amo il mio lavoro, anche se mi sfianca. Preparo cocktail tutta la sera, sono sempre in mezzo alla gente e il mio capo è un bonaccione sulla quarantina di origini cubane che mi ha insegnato la danza della sua terra.

Non ci guadagno un patrimonio, ma mi piace stare lì.

-Mel, sei pessima. Ieri sera ho lavorato fino alle quattro del mattino.-

-Tu sei pessima, brutta stronza. E dovresti smettere comunque di leggere quella merda, altrimenti non troverai mai un ragazzo.-

- Oh, sei in vena di complimenti oggi. E perché continui a chiamarmi brutta stronza? Qualcuno, qui, ha bisogno di un fidanzato più di me.- dico ammiccando.

Melissa è davvero una bella ragazza, ha lunghi capelli castani che le incorniciano il viso perfetto, con zigomi alti e grandi occhi dello stesso colore.

Sul metro e sessantacinque come me, ha un fisico asciutto e un lato B da urlo.

Molti ragazzi sbavano su di lei e, infatti, mi domando perché sia ancora single.

- Hai fatto il caffè? Dai, che tra un'ora devo essere a lavoro.-

Da quando lavora come segretaria dalle parti di casa mia, Mel sta con me il doppio del tempo.

Ci conosciamo dal primo anno delle scuole superiori, anche se l'amicizia è nata qualche tempo dopo.

Mel è fantastica, l'amica che mi ci voleva.

Quella che mi capisce e capisce tutte le storie che succedono a casa mia senza scandalizzarsi, sostanzialmente per due motivi.

Il primo è che passa tantissimo tempo a casa mia e quindi si sarà abituata, il secondo è che le ha vissute lei per prima.

Come ho già detto, non siamo brave a dirci quanto ci vogliamo bene, ma non stiamo separate per più di un giorno o due, e facciamo tutto insieme, a parte le faccende di casa, visto che le odia.

-Eccoti il tuo caffè.- Le porgo la tazza mentre sorseggio dalla mia.

-Allora, che hai da fare oggi?-

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