Capitolo 5 - Victoria

44 4 0
                                    

Stanotte ho sognato degli occhi blu. Gran begli occhi blu che mi fissavano, e una voce che mi intimava di odiare l'attesa.

Apro gli occhi di scatto, è già mezzogiorno. La domenica è così, mi alzo ad orari assurdi, mangio in orari ancora più assurdi, sempre se mi va di cucinare.
Ho ancora in mente quegli occhi che mi fissano, e penso che il sogno significasse "alzati, pigrona, che tra poco arriva Mel, e lei odia l'attesa, quando ha fame".
Probabilmente è così.
Mi rifaccio il letto pigramente ringraziando il Paradiso di aver lasciato tutto in ordine ieri sera.
Metto in forno la lasagna, preventivamente cucinata il giorno prima, e mi preparo un bel bagno.
Mi sono svegliata tutta sudata. E sento ancora la sensazione del fiato di Occhi Blu sul mio orecchio, mentre mi sussurrava.
È un vero maleducato. Non si bisbiglia all'orecchio. E poi perché dirmi una cosa del genere? Ho la faccia di una ritardataria?
O voleva significare qualcos'altro?
"State attenti a cosa succede nei vostri sogni, è probabile che sia un messaggio del vostro destino."
Seh, certo, ecco i miei voli pindarici di fantasia. Che cosa voglio che significhi? Ehi, Miss Sanders, ti aspetto nel tuo letto, non farmi attendere?
Ridacchio fra me.
Non è così, e se lo fosse, Damon non è l'uomo per me.
Già si vede che è solo uno pieno di se che nella vita avrà tutto facile, specialmente le compagne di letto.
L'uomo perfetto per me può somigliargli fisicamente ma, si sa, la bellezza passa. Il cuore ed il cervello contano.
Farsi scaldare per una notte da un uomo come lui, non significa altro che ritrovarsi la mattina, in un letto sgualcito, freddo, e ovviamente da sola.
Nulla può equiparare l'amore vero, quello che si fa fuori dal letto, quando due teste e due anime si intrecciano...
Bussano alla porta.
È sicuramente Mel, per cui indossi un telo velocemente e apro.
–Buongiorno! Come stai?–, mi bacia la guancia.
–Bene, mi hai appena strappato al mio momento filosofico da doccia.–.
–Davvero? E che pensavi?–
–Ai sogni–dico, e subito mi pento perché l'annuire di Mel mi fa capire che ha intuito cosa ho sognato.

–Ottime, queste lasagne. Se fossi un uomo, ti sposerei.–
–Oh, mi sposeresti solo per questo? Ferisci la mia indole femminista.–
Mel sorride. Mi guarda. Sorride ancora.
Si è innamorata davvero di me?
–Perché mi guardi così? Non verrò a letto con te.–, dico ridendo.
–Nemmeno io, ma non sai che ti perdi. Comunque, vedo nei tuoi occhi che c'è qualcosa che mi nascondi.–.
Eccola. Sospiro, mi ha beccata.
–Su, non fare la stronza e non farti pregare. Cosa c'è? Riguarda forse Occhi Blu?–
Quasi mi strozzo con l'acqua per le risate.
–Perché ridi? Lo so che ti piace. Lo capisco bene, se non ti avesse guardata in quel modo avrei attaccato bottone.– dice scherzando.
–Allora, ho ragione?–
Non posso mentirle, violerei il codice dell'amicizia, e avrei una sanzione che prevede massacramento fisico e mentale.
Ma qual è la verità? Mi piace? Oh Dio, si è bello come il sole. Ma non mi piace in quel senso.
–No, Mel, lo sai. È bello, ma non fa per me.–
Sbuffa.
–Sei superficiale e cinica, Vic. Hai etichettato quel poveretto senza conoscerlo. Dici tanto che ti interessa quello che le persone hanno dentro e, poi che fai? Giudichi il libro dalla copertina. È sbagliato. Sei una vera stronza, in pratica. –
La guardo senza batter ciglio. La adoro, ma in momenti come questo, le strapperei la lingua.
E so bene perché: è il mio "Grillo parlante", l'angioletto sulla mia spalla.
–Mel, non voglio giudicarlo su due piedi. Lui è lo stereotipo del " bello e stronzo", e non ho bisogno di un uomo così, l'ho già assaggiato.–.
Melissa mi guarda a bocca aperta, come se avessi appena ammesso di non sapere che la Terra è tonda.
–Victoria, mi fai pensare che non sono una buona amica, se pensi queste cose. Anche io ho avuto brutte storie, come te, ma siamo state vicine l'un l'altra e abbiamo deciso che avevamo chiuso con gli uomini che ci sbavano il mascara. Non che abbiamo chiuso con gli uomini.–
Sospira.
–Gli uomini non sono tutti uguali, c'è quello che ama, quello che tradisce, il violento, il mammone.... Lo so che ti è toccato un vero stronzo, due anni fa, ma adesso basta, buttatelo alle spalle.–
Mel mi guarda convinta negli occhi e continua a parlarmi lentamente, come se dovesse far capire un concetto chiave ad un bambino di cinque anni.
–Non avere paura, non devi sposarti, ma potresti divertirti intanto. O magari iniziare solo ad essere più aperta.–
Mi fa venire voglia di piangere. Ecco il treno Mel che passa sulle mie emozioni. Ha ragione, lo so bene. Non affrontare un'altra relazione è un po' come far vincere quel bastardo, ma ancora mi fa male.
Non perché sono ancora innamorata di Cameron, ma perché mi fa male ripensare a quanto sono debole.
–Sai che si fa domani? Si va a "El Cubanito", mangiamo cubano, tequila a go-go e magari ballerai la salsa con l'uomo della tua vita, chi lo sa?–
–Ti ricordo che passo in quel locale quasi tutte le sere, e fin'ora del principe azzurro neppure l'ombra.–, le rispondo facendo l'indifferente.
Sorrido. Ma sì, non so se ballerò davvero con l'uomo della mia vita, ma se non ballo con nessuno, non lo scoprirò mai.
Abbraccio forte Mel che, come sempre, mi apre gli occhi.
Anche se non sa che quando li chiudo, ne vedo un paio blu elettrico che mi fissano.  

FallingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora