Capitolo 27 - Victoria

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Alle sette spaccate, Mel butta giù il campanello.
-Eccomi! Calma-, rispondo, con gli occhi ancora chiusi.
Appena apro mi si butta al collo e piagnucola:
-Non mi vuoi più bene! Non ti vedo da tre giorni!-
Scoppio a ridere per quella rara dimostrazione d'affetto. Melissa deve avere proprio il cuore nello zucchero!
-Non è vero! Se qui c'è qualcuno che non vuole più bene all'amica sei tu! Ti pare che non mi dici nulla del tuo appuntamento di domenica?-
Ci accomodiamo, anzi, ci stravacchiamo sul divano, e come da copione, Mel calcia via i sandali.
-Allora, adesso ti racconto tutto. -
Mel si perde in un fiume di parole, raccontandomi per filo e per segno ogni cosa che è successa a Roosevelt Island.
-E poi, per fortuna non mi ha baciata, mi ha solo sfiorato le labbra per un secondo, sempre che io non l'abbia immaginato.-, finisce così il racconto.
NON CI POSSO CREDERE.
-Per fortuna? Melissa, quando smetterai di dirmi bugie? Sai cosa hai scritto in fronte? Sono-una-stronza-bugiarda-che-si-è-comportata-da-stronza-con-l-uomo-dei-suoi-sogni-ed-ora-imploro-per-un-bacio-vero!-
Mel inarca le sopracciglia.
-Davvero? È lunghetto, ci sta tutto sulla fronte?-
-No! Infatti ce l'hai impresso su quel culo bugiardo che hai!-
Scoppiamo a ridere entrambe come due cretine.
-E tu? Perché sei abbronzata? Autoabbronzante stile gipsy?-
-No! Dopo l'università Damon mi ha portata a Coney Island.-
-Ah, già! Il professorino! E cosa avete fatto stanotte?-, domanda Melissa alzando e abbassando e sopracciglia.
-Nulla. Niente di nuovo, mi dispiace, ma non ho nessuna news in cui farti affondare gli artigli.-, dico sarcasticamente
-Mmmh, ok! E invece qualcosa da mangiare per i miei artigli non ce l'hai? Sono le 7 e 30!Ho fame!!-

Dopo una decina di minuti, per la felicità di Mel -e anche la mia- facciamo colazione.
-Allora, Beth ti ha detto del concerto?-
-Uhm uhm-, rispondo con la bocca piena.
-E come credi di evitare tragedie tra Erik e Damon?-
La guardo senza rispondere. Questa è proprio una bella domanda. Non ci avevo pensato.
-Avevi detto che volevi regalargli il biglietto come regalo di compleanno. Non so quanto potrà essere contento della...compagnia.-
-Mel, per favore, non dire così! Ho parlato con Erik, se ha un po' di sale in zucca ha capito che deve smetterla di fare lo stronzo.-
-Lo spero.-
-E comunque Damon non è un attaccabrighe...l'altra volta ha avuto parecchio sangue freddo. Io l'avrei pestato prima.-
-La gelosia è gelosia, devi sperare che Erik eviti di fare storie, altrimenti addio regalo di compleanno perfetto.-
-Si, hai ragione. Comunque pensavo di regalargli qualcosa...non lo so, tipo un bel casco. O un giubbino in pelle da biker.-
-Un giubbino? Ci sono trenta gradi, Vic!-
-Ok, allora che ne pensi di un casco? Magari di quelli personalizzati, tipo che decido io il disegno.-
-Si, mi piace. Ho anche a persona che fa al caso tuo. Appena sei libera ci andiamo.-
Il cellulare mi avvisa di alcuni messaggi, così lo afferro per controllare.
Un messaggio da mia madre che guarderò dopo, e uno di Damon, arrivatomi stanotte all'una passata...
"Sono in un letto enorme e vuoto
che profuma di caramelle.
Buonanotte, piccola.
D."
Non posso fare a meno di corrucciarmi. Insomma, una cena a casa di mia madre non si protrae fino all'una del mattino...ma che è? Il cenone del Ringraziamento?
-Ehi, ma chi era al telefono? La morte? Perché hai quella faccia?-, domanda la mia amica.
-Era Damon...non lo so Mel, non mi piace questa situazione. Ieri è stato seduto a tavola con la madre che sicuramente elogiava la sua ex. Sta facendo carte false per farli tornare insieme. Doveva passare di qui dopo...ma è tornato tardissimo...-
Mel mi poggia una mano sulla spalla in segno di comprensione.
-Non devi preoccuparti della strega, per sua stessa ammissione, se avesse voluto tornarci insieme l'avrebbe fatto prima di incontrarti, no?-
-Immagino di si.-.

La giornata scorre lenta. Ho ancora il nodo alla bocca dello stomaco, e di Damon neppure le tracce.
Il giorno successivo, alle sette attacco al Cubanito.
Stasera persino l'atmosfera familiare e calorosa del locale mi irrita.
Mi irritano i clienti seduti al banco che mi chiedono "il solito", ed io non ricordo come si prepara perché sono sempre una frana a preparare i cocktail.
Dopo che ho gettato per la seconda volta il contenuto dello shaker nel lavandino, nel vano intento di preparare un Mai Tai, Gary mi viene in aiuto.
-Lascia, faccio io!-, mi dice, con un sorriso comprensivo.
Mentre lui dosa e versa velocemente tutti gli ingredienti del cocktail, io servo una Diet Coke ad una ragazza che si comporta da oca, che ovviamente mi irrita.
-Tutto bene?-, chiede Gary, premuroso.
-Si!-, rispondo infastidita.
Poi ricordo che mi è appena venuto in soccorso, (e probabilmente Mel mi straccerà le tonsille se tratto male il suo ragazzone), così mi dipingo il miglior sorriso di scuse sul volto.
-Ehm...grazie Gary, per avermi aiutata...è una giornata no.-, ammetto.
-Problemi in paradiso?-, domanda lui, con un ghigno degno di Melissa.
Mi avvalgo della facoltà di non rispondere e alzo gli occhi al cielo.

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