Capitolo 24 - Victoria

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Dopo cena ,faccio un full immersion nei libri, cosa che prosegue anche domenica, in vista della prova finale di lunedì.
Sento Damon a telefono qualche volta, ma i corsi e i turni al locale, non mi va di lasciare i libri per uscire. Voglio fare un buon compito, ed un buon esame la settimana prossima.
Il lunedì salto una lezione, perché lo stress da studio ha avuto la meglio sulla sveglia, e Melissa ha dormito a casa sua.
Poco male.
Alle tre, quando entro nell'aula di matematica, passo accanto a Damon, e lo saluto come farei con qualsiasi altro professore.
-Buongiorno, Mr Butler.-
-Buongiorno, Miss Sanders.-, mi risponde, sorridendo.
Ispiro il suo profumo che mi è mancato tanto, anche se non le vedo solo da sabato, e prendo posto in terza fila.
Le ragazze sedute affianco a me stanno parlando di Damon.
Sono oscene, e mi fanno saltare un po' nervi, ma d'altronde, quale donna potrebbe non esserne attratta?
Dopo qualche minuto, Damon passa tra le file di banchi e ci consegna i compiti.
Le due ragazze stanno ancora vociferando sul sedere del mio uomo, quando lui passa loro i compiti.
Quando mi porge il mio, si china un po' e mi dice:
-Miss Sanders, non farti mettere un brutto voto.-,io annuisco, mi fa l'occhiolino e passa avanti.
La brunetta accanto a me si volta e mi dice, con aria stupefatta:
-Lo conosci?-
-Molto bene-
Siccome mi hanno interpellata, sento di avere il diritto di farle smettere di parlottare.
-E avete proprio ragione, tu e la tua amica. Ha proprio un culo da urlo.-
Le ragazze annuiscono e fremono come due quindicenni al concerto degli One direction.
-Io lo so bene.-, dico, annuendo a mia volta.
-Che intendi?-, fa l'altra.
-Che so bene che ha un culo, anzi, un corpo fantastico . L'ho visto nudo!-
Le oche spalancano gli occhi, le ho stupite. Un punto per me.
-Ci sei stata?-, la mia vocina interiore per una volta, fa il tifo per me e mi raccomanda di fare il culo a quelle due.
-Ci sto. È il mio fidanzato.-, dico dolcemente.
Vorrei avere una macchina fotografica per immortalare il momento glorioso.
-Quindi magari potreste smettere di parlare di lui nudo, grazie.-, faccio, con un tono un po' più duro.
-S-scusaci.-
Non replico, anche perché Damon richiama la nostra attenzione.
-Bene, ragazzi, con oggi siamo alla fine del corso di tutorato. Spero di avervi aiutato in qualche modo, e lo saprò dando un voto a questo elaborato. Non andate in ansia, non è un esame, infatti la mia votazione serve solo per farvi capire se e dove vi sono ancora lacune. Sarà premura mia, correggere questi trenta compiti entro dopo domani, e affiggerò i voti nella bacheca, nell'atrio, in tempo per la prima sessione d'esami. Avete un'ora e mezzo di tempo, dopodiché consegnerete e andrete per la vostra strada. Buona fortuna.-

L'ora e mezza passa in fretta, e consegno il compito insieme a tutti gli altri. Credo di non aver fatto grandi errori.
Quando poggio il compito sulla cattedra, avanti a Damon, lui incrocia il mio sguardo e mi fa segno di accomodarmi sulla sedia accanto a lui.
Mi mette un po'' in imbarazzo, sebbene nessuno dovrebbe avere nulla da ridire. In fondo non è un mio insegnante, non mi darà voti di favore.
Nessuno pare farci caso, infatti.
Quando tutti sono usciti, Damon si alza e chiude la porta. Si siede sulla cattedra, proprio avanti a me.
-Allora, Miss Sanders, com'è andata?-
-Credo bene, prof. Non dovrei aver fatto grossi errori.-
-Ok, mi piacerebbe metterti un bel 30 anche se non varrà nulla. Così direbbero in giro se la ragazza del prof di matematica si fa bocciare?-
-Proprio nulla, prof.-
Sorridendo, mi alzo e mi sistemo tra le sue gambe. Ho bisogno di toccarlo e respirarlo. Damon subito mi abbraccia, e mi bacia non proprio castamente.
-Credo che mi sei mancata troppo, per essere stato solo qualche giorno.-
-Oh beh, lo credo anch'io.-

Qualche ora più tardi, siamo buttati sul letto di casa mia, con la tv accesa, a baciarci come due quindicenni.
Mi dispiace costringere il mio uomo di 26 anni ad avere tutto questo... self-control.
Beh, allora concediti!
Forse dovrei ascoltare la vocina, di solito ha sempre ragione. Ricordo bene che quando Cameron mi usava mi urlava di cacciarlo a calci nel culo.
Ci penserò, vocina.
Non adesso, però, mentre Damon è su di me e mi bacia e mi tocca e mi sussurra che sono bellissima.
Io, dal mio canto, mi beo di un Damon post università, che sì è tolto la formalissima camicia bianca da lavoro. Adoro il caldo che fa nella mia camera!
Mi lascio toccare e scorro a mia volta, le dita sui muscoli torniti della schiena e del petto.
-Smettila di farmi i grattini con le unghie.-, dice soffuso.
-Ti piace?-. Si che ti piace...lo percepisco!
-Forse troppo.-
-Tu smettila di palparmi il sedere, bello.-
-Forse allora dovresti smettere di provocarmi, bellezza.-, mi reguardisce, tirandomi il labbro inferiore con i denti.
-Ah si?-, rispondo in modo malizioso.
-Si, cara mia.-
Damon mi bacia dolcemente un'ultima volta , poi si mette all'in piedi.
Così capisco una cosa bellissima.
Che ho fatto male a pensare "capiterà quando capiterà", perché il mio bellissimo e comprensivo uomo, mi ha anche oggi dimostrato che sa fermarsi al momento giusto. E quindi che accadrà solo quando io dirò sì.

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