Capitolo 7 - Victoria

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Stanotte stesso sogno, stessi occhi, stesse parole.

Mi infilo nella vasca sebbene abbia fatto la doccia prima di mettermi a letto. Sono sudatissima.

Mi aspetta una giornata pesantissima all'università.

Un full immersion nei corsi dalle otto alle tredici. E poi ho lezione di matematica.

Mi scappa un sorriso.

Che fai, Vic? Pensi a Damon?

Per questo hai scelto questa camicetta e questi pantaloni attillati?

Bene, adesso penso anche in terza persona.

Non è un buon segno, di solito.

E comunque ho scelto questi abiti perché li ho acquistati sabato, e mi piace metterli subito, gli abiti nuovi.

Ah, e non li ho comprati per essere carina per lui, vocina interiore dei miei stivali.

Mi faccio una linguaccia mentale.

Forse mi sto raccontando qualche bugia, perché in realtà non vedo l'ora di trovarmi in un'aula sola con Occhi Blu.

La giornata all'università vola, a pranzo un panino al volo con i miei amici ed ecco che scoccano le tre.

Mi batte il cuore come se fossi una bambina il giorno di Natale.

Vado a prendermi un caffè, farò tardi di proposito. Nessuno mi dice quello che devo fare, specialmente se poi lo pago. E soprattutto se quel qualcuno mi bisbiglia all'orecchio di odiare i ritardatari.

Benissimo, che mi odi pure. Il sentimento è reciproco.

Damon sarà anche un bellissimo dono di Natale da scartare, ma che pallone gonfiato!

Alle tre e un quarto mi trovo fuori all'aula tre, dove c'è scritto "Corso di tutoraggio in Istituzioni Matematiche".

Sorrido tra me per quel piccolo colpo di testa, non sapendo bene perché mi renda così felice aver ritardato.

Busso piano, ed entro quando Occhi blu mi invita ad entrare.

Oh, che voce!

Apro la porta e sgrano gli occhi. Ci sono almeno trenta studenti nell'aula che trascrivono ciò che c'è scritto alla lavagna.

Oddio, è un corso vero e proprio! Nessunissima lezione tete à tete.

Damon si volta verso di me, con il gesso tra le dita.

-Ah, Miss Sanders, mi dispiace, ma è in ritardo. Il corso è già cominciato da quindici minuti.-

Mi guarda sorridente.

-Questo la dice lunga sulla sua volontà di sostenere l'esame di matematica.

Le avevo detto che non amo aspettare. La prego, torni la prossima volta. In orario.-

Così dicendo, mi congeda con un ghigno beffardo sul viso.

Divento rossa dalla rabbia.

Faccio un cenno educato con il capo, e vado via.

Cazzo! Me l'ha fatta!

Mi ha preso in giro facendomi credere di essere uno studente che dà ripetizioni, e invece è un fottuto insegnante!

Da quando, poi? Sono sicura che me lo sarei ricordato.

Così giovane e così bello. E così stronzo!

Mi ha fatto fare la figura dell'imbecille di fronte a venti persone!

Sono sicura che se in questo momento mi guardassi allo specchio vedrei un drago dalla faccia rossa, con tanto di fumo che esce dal naso. Sono furiosa!

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