Buongiorno cari amici,
È passato tanto tempo dall'ultima volta che ho postato un capitolo in questa storia che avete accolto con così tanto calore.
Qualche giorno fa, presa dalla nostalgia l'ho riletta e mi sono accorta , oltre agli innumerevoli errori di typing, che mancava un capitolo fondamentale per concluderla davvero.
La storia non è stata modificata, se non nelle prime righe del prossimo capitolo,
ma penso che questo capitolo bonus, scritto a 2 anni di distanza possa renderla più completa.
Spero di cuore di avervi fatto un bel regalo aggiungendolo.
Vi auguro buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate.
Un abbraccio a tutti.
Eri***
Contea di Westchester, New York, Maggio 1983
Raven
L'allenamento nella Danger Room con i ragazzi oggi è andato meglio del solito; finalmente sembra che abbiano appreso l'importanza di collaborare tra loro invece di fare gli egocentrici.
Quicksilver con quella sua aria menefreghista e il chewing-gum sempre in bocca, all'apparenza sembrerebbe un bamboccio strafottente, ma quando si impegna è inimitabile. È molto intelligente e riesce ad arginare i pericoli sfruttando la sua velocità per prenderli sempre in contropiede. Se continua ad allenarsi duramente penso proprio che diventerà un leader.
Anche Tempesta, la giovane che aveva arruolato Apocalisse è una valorosa guerriera. Quando riesce a sprigionare il suo potere al massimo diventa veramente spaventosa. Devo ammettere che è una ragazza tosta, senza contare che ha un vero e proprio debole per me quindi mi ascolta senza mai battere ciglio ed è un'allieva più che promettente. Amo le persone che mi stanno ad ascoltare senza discutere con la massima serietà.
Jean usa il suo potere con parsimonia, nonostante gli abbia intimato più volte di lasciarlo libero. Purtroppo lei non ripone in me la stessa fiducia che hanno tutti gli altri. Lei è devota solamente a Charles e a Sara, perché sono le due persone che la capiscono meglio. Senza contare che mia sorella l'ha accompagnata per due anni nel suo cammino di giovane mutante, standole a fianco proprio come una mamma. Per una come lei, poco affine all'istinto materno, è veramente strano... ma probabilmente la rossa deve averle ricordato in parte sé stessa quando ci siamo incontrati nel 1962.
Ciclope ha un potere molto interessante ma ha un atteggiamento che non mi piace. Ricorda molto quello di Alex, ma esasperato all'ennesima potenza.
Una piccola fitta di dolore al petto mi fa fermare lungo il corridoio dei dormitori. Pensare alla morte di Havok fa ancora male nonostante sia passato già un po' di tempo.
Quando siamo tornati dalla missione che ci ha affidato Charles, gli abbiamo dedicato una piccola cerimonia con tanto di discorso e funerale. È stato tutto molto emozionante, persino Erik aveva gli occhi lucidi durante il discorso di Hank. Se Sara fosse stata sveglia sono certa che avrebbe fatto lei il discorso d'addio. Era quella con cui aveva legato maggiormente e sicuramente quando le diremo che è morto sarà un brutto colpo per lei. Spero che questo compito lo assolva Charles, dopotutto è il suo compagno.
Entro nella stanza della rianimazione che abbiamo allestito nella vecchia camera di Sara e apro leggermente le finestre per arieggiarla. Guardo il monitor attaccato a mia sorella e controllo che tutti i parametri vitali siano nella norma poi mi avvicino al giradischi che ho portato per tenerle compagnia e metto su A Night at the Opera, uno dei suoi dischi preferiti dei Queen, una band inglese che negli ultimi anni ha fatto successo.
Charles dice che la sua canzone preferita è Bohemian Rhapsody perché la cantava sempre quando organizzavano i falò in mezzo al parco con i ragazzi.
La metto su tutti i pomeriggi per darle forza, nella speranza che riesca a svegliarsi grazie alla musica che tanto ama.
Quando ero a Berlino ho sentito da un medico locale che la musica fa miracoli con i pazienti .
Canticchio a voce bassa guardando i ragazzi che giocano a calcio nel giardino davanti alla stanza.
Sara fa un piccolo mugolio, ma non mi volto a guardarla perché so che sfortunatamente li fa spesso.
" Raven." Mi chiama con un filo di voce.
Un sibilo che mi fa balzare il cuore in gola e cadere il bicchiere di succo che tengo in mano.
Mi volto e guardo il letto dove giace la mia amica.
Gli occhi verdi sono un po' spenti, ma sono aperti e la sua bocca e leggermente schiusa in una sottospecie di sorriso.
Le mani mi tremano e le lacrime comincino a scendermi lungo le guance per riversarsi tutte sulla divisa che non ho ancora tolto.
Crollo in ginocchio completamente sopraffatta dalle emozioni e striscio verso di lei incapace di camminare come una persona normale.
Le prendo la mano e me l'appoggio sul viso bagnato e la guardo con il cuore talmente gonfio di gioia da stare male.
Lei allunga con molta debolezza l'altro braccio verso il mio collo e cerca di abbracciarmi goffamente perché è ancora quasi priva di forze.
Io la stringo con sicurezza contro il mio petto e immergo la testa nei suoi capelli con le lacrime che scorrono a fiumi. Anche le sue sgorgano copiose e mi bagnano il collo, ma è la sensazione più bella del mondo.
Nonostante la speranza continuasse a bruciare in me, avevo davvero paura di perderla perché le trasfusioni di Logan non erano state efficaci quanto credevamo.
Inizialmente pensavamo addirittura che non facessero nulla, poi abbiamo capito che il suo corpo ci metteva quasi venti giorni per metabolizzare il sangue del mutante e irrorarlo a tutto il corpo.
È tornata a "solida" solo due mesi dopo l'inizio della terapia, quando io e Charles eravamo ormai nel baratro della disperazione.
" Sei sveglia." Le dico staccandomi dalla sua spalla, ancora scossa da violenti sussulti.
" Sei viva." Dice lei senza riuscire a smettere di piangere.
Ci stringiamo ancora una volta, poi mi costringo ad alzarmi e ad asciugarmi la faccia tutta impiastricciata.
Lei si sposta verso il bordo del letto e cerca di alzarsi, ma io la blocco perché vedo che il suo viso è sbiancato per lo sforzo.
Volo nella stanza di Charles e prendo la sua sedia a rotelle di riserva, poi stacco la flebo dal suo braccio di lei e gli elettrodi dell'holter cardiaco che ha sul petto. La sollevo con dolcezza e la faccio adagiare sulla sedia.
" Immagino tu abbia voglia di fare una doccia." Le dico ridendo quando vedo che si annusa i capelli con aria disgustata. Abbiamo fatto del nostro meglio per lavarla, ma non era molto comodo farlo con tutti quei macchinari attaccati, anche perché ogni volta che la muovevamo il suo cuore impazziva e non volevamo rischiare di procurale un attacco cardiaco.
" Sì, per favore." Biascica lei.
La porto immediatamente in bagno e l'aiuto a spogliarsi. La doccia ha un seggiolino dove posso farla adagiare senza che rischi di cadere. Le lavo i capelli da fuori e lei si insapona in tutto il corpo. Siamo sorelle e non abbiamo alcun problema a stare svestite l'una davanti all'altra...ma lavarla ovunque mi sembra un po' troppo intimo.
" Come stanno tutti?" Chiede lei quando le sciacquo i capelli con la doccina.
" Stanno tutti magnificamente. Tu e Jean avete impedito al mondo di crollare sotto quel disgustoso essere." Le dico con dolcezza mentre la aiuto ad alzarsi dal panchetto, evitando accuratamente l'argomento "Alex".
Lei si avvolge immediatamente un asciugamano addosso e inizia ad asciugarsi. Il suo volto sta lentamente riprendendo colore, segno che probabilmente il corpo sta recuperando le forze.
" Sono felice di aver fatto qualcosa di buono. Quando ti ho vista sdraiata ai piedi di Apocalisse non ho capito più nulla." Mi dice con la voce che sembra più umana e meno roca rispetto a prima.
" Mi sono alzata in piedi quasi subito per scappare. Come hai fatto a non accorgertene e a pensare che fossi morta?" Le chiedo dolcemente dopo averle frizionato i capelli con la salvietta.
" Non sentivo più la tua presenza quindi ho pensato che il tuo cuore avesse smesso di battere. Ero accecata dal dolore e non mi sono controllata." Risponde lei con un mezzo sorriso.
" C'è mancato così poco... io Charles e Erik eravamo talmente disperati che non ci siamo nemmeno accorti che il tuo cuore batteva ancora." Le dico in un soffio, ricordando quel momento terrificante.
" Charles sta bene?" Chiede lei con una nota apprensiva nella voce.
" Magnificamente, è solo molto preoccupato per te." Rispondo
" Sono felice che stia bene. Adesso dov'è?" Il suo tono è strano, quasi irritato.
" È andato a Washington con Hank per prelevare un ragazzino mutante con tanti problemi. L'hanno chiamato stamattina e anche se a malincuore è dovuto partire. Dovrebbe tornare stasera o al massimo domani." Rispondo guardandola intensamente.
" Pensavo fosse su una spiaggia a Cuba con Moira." Risponde sarcastica alludendo a quello che era successo al Cairo.
Sgrano leggermente gli occhi per la sorpresa e farfuglio qualche parola incomprensibile per difendere Charles e la sua stupids sceneggiata con l'agente. Speravo non avesse sentito le sue parole perché troppo debole, ma a quanto pare il mio timore iniziale era reale.
" Raven è inutile che cerchi di scusarlo. Leggo nella mente di Charles quando voglio." Il suo tono sprezzante è seguito da un sorriso amaro.
" Sara, lui ti ama davvero. Quello che ha detto..."
" Raven, so quello che ha detto. E so perché l'ha fatto... non sono arrabbiata con lui, stavo solo scherzando." Il suo sorriso stanco mi fa capire che nonostante tutto, il suo corpo è ancora debole.
Scoppio in una risata cristallina e le asciugo i capelli con il phon. Pensavo che volesse lasciarlo per quello che è successo con Moira, che fosse arrabbiata e offesa ma in realtà l'ha presa con filosofia per fortuna.
" Vuoi che ti porti qualcosa da mangiare?" Le chiedo mentre la riporto verso la camera.
" Sì, in questo momento sarei capace di mangiarmi anche te." Ride divertita. È meraviglioso sentirla nuovamente scherzare.
" Bene, allora vado a rubare un po' di pane a Nina. Per oggi preferisco non avvertire tutti che sei sveglia, altrimenti ti troverai la camera piena di mocciosi urlanti che vogliono nuovamente abbracciarti."
I suoi allievi sono venuti a trovarla tutti i giorni, soprattutto Jean. Le vogliono davvero bene, ma in questo momento non ha bisogno di stare al centro dell'attenzione.
" Sì, è meglio se mi riposo ancora un po'. Ci penserò domani a salutare tutti." Risponde lei con un sorriso tenero.
Volo in cucina e senza farmi vedere, per evitare di dare spiegazioni a tutti, rubo una pagnotta e la imbottisco con del formaggio e del prosciutto, poi prendo una bottiglia di succo alla frutta e porto tutto a Sara.
Lei quando vede il panino sgrana gli occhi e ci si tuffa sopra, trangugiandolo senza quasi masticarlo.
Durante il pasto le racconto degli allenamenti che ho iniziato nella Danger Room con i ragazzi e delle lezioni private che ho dato ai suoi pupilli.
Lei ascolta con attenzione a annuisce nelle pause senza mai cercare di interrompermi, troppo affascinata da tutti gli eventi accaduti negli ultimi mesi.
Quando finisce di mangiare l'aiuto a lavarsi i denti e la riadagio sul letto. Il suo viso arrossato, dà segni di stanchezza. E dopo qualche sbadiglio, capisco che la sua resistenza per oggi è già finita.
Sono passate solo tre ore da quando si è svegliata, ma mi rendo conto che il suo corpo non è ancora completamente guarito.
Le chiudo le persiane in modo che la camera sia immersa nell'oscurità e la copro fin sotto al mento.
" Grazie mamma, avevo bisogno delle tue cure." Mi dice in tono scherzoso strofinando il naso contro il mio come facevamo quando eravamo due ragazzine.
" Questo e altro per la mia bambina." Ribatto stando al gioco.
Riattacco le piastrine dell'holter al suo petto perché anche se è sveglia non voglio rischiare che qualcosa vada storto, e dopo averle dato un bacio sulla fronte esco dalla camera chiudendomi la porta alle spalle.
Mia sorella sta bene. Questo è il regalo più bello che il cielo potesse donarmi.
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X - Pandemy
FanfictionPoco prima di laurearsi, Charles, incontra nel bar vicino alla sua università una ragazza a cui non riesce a leggere la mente. La ragazza dai magnetici occhi verdi ha un carattere altezzoso e sa contrastarlo perché in realtà è come lui e Raven: una...