7- Così lontani, così vicini

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Sara

Corro. Corro senza sosta per un tempo interminabile continuando a piangere come il giorno in cui morì mia madre.

Dopo aver capito che l'incidente di Charles era avvenuto anche per colpa mia e del mio scarso autocontrollo sono dovuta scappare lontano da lui e dagli altri perché rischiavo di far esplodere il castello.

La rabbia e la frustrazione date dalla mia incapacità di utilizzare il mio potere per proteggere le persone che amo, mi avevano completamente pervasa, azionando la disgregazione ad una potenza incredibile.

Mentre attraversavo il parco della villa ero talmente instabile emotivamente che non riuscii ad impedire l'esplosione di tre statue che costeggiavano il viale alberato.

Continuo a correre spingendo al massimo la mia velocità per dimenticare, ma non è così semplice.

In testa si susseguono sempre le stesse due immagini: il proiettile di Moira che si conficca nella schiena di Charles e lui seduto sulla sedia a rotelle.

Le parole che mi ha rivolto nello studio fanno male, troppo male.

Ha preferito portare in battaglia un'umana incapace come Moira MacTaggart invece di una combattente della sua stessa razza come me, perché di lei e delle sue capacità si fidava.

La sua fiducia lo ha portato a perdere l'uso delle gambe perché lei non aveva abbastanza sangue freddo per pensare razionalmente. E' colpa della sua incompetenza se lui è rimasto ferito.

E' colpa dell'attrazione fuorviante che lui provava per lei e della conseguente cecità nei confronti delle sue doti.

E' colpa mia, perché se solo fossi stata come tutti gli altri e avessi saputo controllare meglio il mio potere, sarei stata su quella spiaggia e avrei fermato Erik.

Crollo sull'erba scossa dai singhiozzi senza riuscire a bloccarmi.

In questo momento vorrei solo correre tra le braccia di Raven per essere rassicurata dalle sue parole e dalla fiducia, che al contrario di Charles, ha sempre riposto in me.

Raven. La mia amata sorella acquisita. Raven che adesso è insieme ad Erik chissà dove. Raven che vorrei al mio fianco per affrontare tutto questo dolore. Raven che probabilmente non vedrò mai più.

Mi alzo tremando e continuo la mia corsa senza dare peso alla meta, con il dolore e la rabbia che si mescolano tra loro come gli ingredienti perfetti nella composizione di un veleno fatale.

*

La mia condizione emotiva è in stato così confusionale che non mi accorgo del dirupo fino a quando non mi trovo sul ciglio. Freno con i piedi cercando di scartare di lato per evitare di finire dentro il crepaccio e mi schianto al suolo a causa del brutale moto d'arresto che ho avviato.

Con il cuore ancora in gola per lo spavento mi metto con la pancia rivolta verso l'alto e fisso il cielo ormai divenuto scuro cercando di respirare a pieni polmoni per far rallentare il battito cardiaco.

Non so dove mi trovo, ma probabilmente la corsa deve avermi portata fuori da North Salem se il sole sta tramontando. Sento il corpo che inizia a rilassarsi e nello stesso istante avverto i primi dolori tipici della stanchezza.

Anche se sono stata in coma per molti giorni, ho ripreso la mia vitalità dopo pochi minuti dal risveglio grazie alle proprietà auto curative dei miei tessuti.

Mi metto seduta e osservo il panorama che mi stava per divorare nella sua oscurità.

In fondo al dirupo si estende un bacino acquifero enorme circondato da rocce alte diversi metri.

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