17- Combattere o morire

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Spazio autrice:

Buongiorno a tutti cari lettori.

Oggi ho deciso di postarvi un nuovo capitolo nonostante ne abbia postato uno già ieri, per farmi perdonare per tutta l'attesa che avete dovuto aspettare negli ultimi due mesi.

Sono stata veramente lenta, lo so, ma sfortunatamente il capitolo 16 è stato molto difficile da scrivere e non riuscivo più ad andare avanti. Ero così svogliata dal continuare, che sono arrivata addirittura a pensare di concludere tutta la storia con "Home sweet home" evitando la parte di Apocalisse.

Fortunatamente con l'aiuto di alcune persone sono riuscita a rinsavire e in pochi giorni ho concluso tutta la storia. Sì, perché quello che vi accingete a leggere sarà il penultimo capitolo della vicenda.

L'ultimo verrà postato sabato prossimo insieme all'epilogo.

Vi auguro buona lettura.

Un bacio.

Ery


Il Cairo, Egitto, Febbraio 1983

Sara

Jean, se mi senti concentrati sulla mia voce. Cairo. Trovaci. Jean. Cairo. Trovaci.

Da quando sono riuscita a captare il messaggio telepatico di Charles per Jean ho capito che tutti i miei sospetti non erano a vuoto.

Quella sensazione orrenda che ho avuto in questi giorni, era reale. E' successo qualcosa di brutto agli altri. Charles è in grave pericolo e io devo salvarlo.

Ero in Europa per reclutare nuovi giovani da portare nella nostra scuola, quando ho sentito come un boato risucchiare la terra. Ho provato per giorni a mettermi in contatto con gli altri per capire a cosa fosse dovuto, ma non ho avuto nessuna risposta.

Ero già pronta a partire con Joseph, il piccolo mutante piromane russo, alla volta di casa, quando ho ricevuto il messaggio di Charles. Sicuramente ha pensato di recapitarlo solo a Jean perché è con gli altri e perché non vuole mettermi in pericolo. Come sempre. Vuole proteggermi anche se ha bisogno di me. Mi sembra quasi di tornare alla battaglia di Cuba. Ma questa volta non mi impedirà di andare in aiuto alle persone che amo. Non mi impedirà di combattere per salvarlo.

Quattro ore fa ho lasciato Joseph all'aeroporto di Mosca e gli ho comprato il biglietto per raggiungere la nostra casa. Gli ho dato tutte le indicazioni precise per farlo arrivare sano e salvo a scuola e confido nella sua sviluppata intelligenza perché riesca a compiere il viaggio senza nessun intoppo.

Mi sento un po' in colpa per averlo lasciato solo proprio dopo avergli promesso che non lo sarebbe più stato, ma in questo momento ci sono problemi più gravi da risolvere e sicuramente non posso portarmi dietro in un potenziale viaggio suicida un ragazzino di dodici anni. Provvederò a scusarmi e farmi perdonare quando sarà tutto finito. Se sarò ancora viva.

In questo momento sto sorvolando il Cairo e tutto quello che vedo è un turbine di sabbia e metallo che svolazza da tutte le parti senza lasciarmi la visuale libera.

Ho fatto più in fretta che potevo a venire qui, il piccolo jet privato di cui mi ha dotata Hank due anni fa per la recluta dei ragazzi, sfortunatamente non è potente come quello degli X-man e mi auguro di essere arrivata in tempo per aiutare gli altri ad affrontare la minaccia.

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