Autoritario ed arrogante erano gli aggettivi che venivano in mente alle persone che non mi conoscevano bene per descrivermi, perché tutto ciò che avevo studiato nella vita lo avevo studiato con passione, dedizione, precisione ed elaborazione personale per sviluppare un giudizio critico: essere sicuro di ciò che dicevo metteva a disagio gli altri, specie i più ignoranti e pettegoli.
Durante gli anni delle superiori, avevo riconosciuto come grande valore aggiunto a Chloe quello di sapermi stare vicino non discutendo sui concetti che esprimevo bensì sul modo, aiutandomi a crescere da quel punto di vista. Rimanevo convinto di avere sempre ragione, poiché la mia ragione si basava su fondamenta solide e accreditate, ma imparai che non era necessario né utile dimostrarlo. Chi voleva credere solo alle proprie costruzioni lo avrebbe fatto indipendentemente da quanto fosse ferrea la logica.
Osservando Flo che mi teneva d'occhio a distanza per capire aria tirasse, mi venne voglia di prendere tutta l'arroganza che avevo represso negli anni e spalmarmela addosso per sporcarla tutta dandole uno spintone.
Ero pronto a scommettere che fosse convinta di poter placare la mia rabbia facendo gli occhi dolci e scuotendo i capelli e non vedevo l'ora di dimostrarle il contrario.
Come si era permessa di definire Maddie una nullità? Non la conosceva nemmeno e, se anche l'avesse conosciuta, quella superficialità non rappresentava di certo lo strumento adatto per apprezzarla come meritava.
Era vero, avevamo rotto. Era vero, si era comportata in maniera strana e distante, negli ultimi tempi. Era vero anche che io non l'avevo trattata al meglio, ma questo non dava alcun diritto a Flo, una totale estranea, di mancarle di rispetto in quel modo. Per me era stata ed era ancora importante, soprattutto tenendo in considerazione la mia certezza che saremmo tornati insieme. Calpestarla in quel modo aveva un prezzo e Flo l'avrebbe pagato tutto, senza illudersi che avere l'aspetto di una Barbie le avrebbe garantito uno sconto di pena.
Odiai la festa, naturalmente. Di cattivo umore com'ero, non potevo essere clemente nei confronti di quell'ammasso di ubriachi che cercavano un pretesto valido per limonarsi tutti a vicenda. A quanto pareva, però, l'amica festaiola di Flo, Callie, aveva il coraggio di dipanare la coltre di sprezzo che emanavo e di tentare di avvicinarsi per coinvolgermi.
«Ciao, Peter» salutò, gentile.
«Ciao» replicai, piatto.
Bevve un sorso del suo cocktail rosato.
«Non partecipi alla festa?»
Alzai gli occhi al cielo. Era più forte di me: le domande stupide erano proprio insopportabili.
«Jason mi ha chiesto di venire qui, tecnicamente, non di amalgamarmi alla massa e fare idiozie che, senza dubbio alcuno, fareste tutti anche senza una goccia di alcol nel flusso sanguigno; vi vergognate dei desideri che provate e vi nascondete dietro questa schifezza zuccherata e nauseabonda, per poi lamentarvi che non vi ricordate quel sesso sfrenato tanto desiderato perché siete andati a vomitare in bagno, dove un povero cristiano sobrio come me vi ha tenuto su i capelli con molta pazienza invece di andarsene beatamente a dormire» sentenziai.
Callie si era persa ben prima del mio breve discorsetto, ne ero certo, ma riuscì a strabuzzare gli occhi e a captare qualche parola chiave.
«Scusa, se sei sessualmente frustrato non prendertela con me...» si lagnò, fissando tristemente il suo bicchiere quasi vuoto.
Sbuffai, lanciando un'occhiata micidiale a Flo, che si voltò in quel momento verso di me come se l'avessi chiamata.
«No, hai ragione, non è con te che me la prendo. Vai a riempirti quel bicchiere che è meglio» la mandai via.
Urtata dalla mia ruvidità nei modi, se ne andò verso gli alcolici reggendo il bicchiere con due mani e camminando con le labbra all'ingiù, sperando di fare pietà a qualcuno. Patetica.
Poco dopo, Flo ebbe il coraggio di liberarsi dei trentacinque ragazzi che le si strusciavano addosso dall'inizio della festa, sperando di portarsela a letto ovviamente, e mi si avvicinò. Era ancora talmente terrorizzata che non aveva bevuto quasi nulla.
«Possiamo mettere da parte l'episodio di prima? È tutta la sera che mi fissi dall'alto al basso, in questo angolino buio, e chiunque si accorgerebbe che qualcosa non va».
Il mio sguardo scorse rapidamente le braccia in aria, i bicchieri ovunque, il movimento collettivo di gambe e fianchi in sala, le risate senza senso che ne provenivano.
«A me sembra che ognuno si stia facendo i cazzi suoi» obiettai.
Flo sollevò le sopracciglia, incredula.
«Se ti dà fastidio il mio comportamento, non è proiettando questa insicurezza sugli altri che risolverai il problema. Tu hai sbagliato, mi hai fatto infuriare per dirla proprio tutta, e ti aspetti che due paroline soavi ti salvino, solo perché le dice Florence, la supermodella ambita da tutto il college».
«I-io non ho mai detto...»
«Di essere una supermodella? No, è vero, ma potresti diventarlo, se non fossi così impegnata a studiare per dimostrare di essere anche intelligente. Perché è vero, sei intelligente, ma in modo furbo: sfrutti la bellezza che hai per raggiungere i tuoi scopi e ti aspetti che funzioni sempre perché dovremmo essere tutti degli zerbini al tuo servizio, manco fossi una dea scesa in terra. Be', notizia dell'ultimo minuto: si può anche essere immuni al tuo fascino, volendo».
«Adesso voglio sapere perché mi stai dicendo tutte queste cose con cattiveria, come se essere attraenti esteticamente ti facesse ribrezzo».
Le riservai un'occhiata densa di astio.
«Il tuo atteggiamento mi fa ribrezzo, perché mi fa ripescare un'arroganza smisurata per combattere la tua. Hai definito Maddie una nullità in confronto a te e l'hai fatto con una superficialità che non mi va giù, perché significa che non hai capito un cazzo di me in tre mesi che mi ronzi attorno, per dirla con le tue stesse parole. A me della bellezza come la intendi tu non frega niente, se il criterio di giudizio è quello di un'aristocratica ignorante del diciottesimo secolo».
Flo cominciò a piangere. Martoriata da ore di silenzio e sguardi assassini nel caos più totale di una festa che pareva non aver sfiorato né me né lei, capitolò. Lo fece rimanendo in piedi di fronte a me, le spalle nude e l'anima spoglia, un cumulo di cenere opaca, che dell'abito ricoperto di lustrini non aveva neanche l'ombra.
«Tu credi che sia facile, mmh? Avere sempre gli occhi addosso e mettere la tua autostima al servizio della bellezza che gli altri vedono in te, per poi accorgersi che l'unica persona che vorresti ti guardasse così, proprio con quell'ammirazione smisurata, non solo rimane inerte davanti al tuo aspetto, ma anche alla tua dolcezza, alla tua comprensione, al tuo essere te stessa e basta? Credi sia facile non provare invidia verso colei che pensi ancora, ben sapendo che i complessi di inferiorità non hanno alcun fondamento? Lei non è migliore di me, eppure hai scelto di rimanerle accanto qualsiasi cosa io facessi per attirare la tua attenzione. E dirlo così, ad alta voce, mi fa sentire più umiliata che mai».
Mentre parlava con voce rotta e si macchiava il vestito di lacrime, ripensai a Maddie e alle sue paranoie. Era proprio vero che le donne avevano un sesto senso infallibile.
«Sminuire e mancare di rispetto alla ragazza che amo non ti farà guadagnare punti, Flo. Rimarcherà soltanto la differenza abissale che intercorre fra voi e che tu hai creato nella tua testa, proiettandola al di fuori. Se tu fossi te stessa e non ti affannassi tanto per dimostrare che vali la pena di essere scelta, saresti già fra le braccia del ragazzo giusto» "che chiaramente non sono io", aggiunsi col pensiero.
Pianse intensamente all'udire le mie parole. Pianse con un'autenticità che rischiò di toccarmi, prima che una triste verità venisse formulata nella mia mente: non importava quanto fosse realmente bella una ragazza, ci sarebbe sempre stata una ragione in grado di farle credere che non contava nulla e che doveva puntare ancor di più sull'aspetto esteriore quanto meno credeva valesse.
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Pregoooo esprimere la propria opinione, ladies and gentlemen! Peter ci ha dato il suo peculiare punto di vista...
Baci ✨
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Enigmatic
Teen FictionNessuna giacca di pelle, nessuna moto, nessuna sigaretta. Peter era il bravo ragazzo per eccellenza, con una facciata di marmo davanti e il fascino dipinto negli occhi. Pronto a frantumare qualsivoglia speranza di mantenere intatto il tuo cuore. E l...