Capitolo 28 • Facile

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Elizabeth non mi era mai stata simpatica.

Mi aveva sempre dato l'impressione di essere vuota e superficiale, sotto la patina altezzosa che indossava come un mantello fra i corridoi della scuola, frusciando e sollevando sguardi ovunque. Flo mi ricordava qualcosa di lei, a ben pensarci, ma era infinitamente più calorosa e allegra: non aveva niente a che vedere con la freddezza da cubetto di ghiaccio della mia compagna di scuola delle superiori.

Tuttavia, qualcosa mi diceva che sarebbe stata proprio Elizabeth la persona giusta a cui rivolgersi per chiedere aiuto durante un'indagine. La tanto disprezzata freddezza le conferiva un'oggettività essenziale per condurre un'analisi critica e capire come stavano veramente le cose.

Maddie mi aveva tagliato fuori dalla sua vita e avevo evitato di causare scene drammatiche a proposito, ma non poteva impedirmi di prendermi cura di lei a distanza e dimostrarle che le volevo bene nella maniera più pura che esistesse. Volevo che fosse felice e, se non era con me, doveva scegliere una persona comunque degna, non un poco di buono disinteressato al suo benessere.

«Questa potrebbe essere un'idea eccellente. Lei adora risolvere misteri... Credo sia anche questo il motivo per cui ha intrapreso la strada verso la criminologia».

«E io che pensavo l'avesse fatto perché non esiste una laurea in stronzaggine!» feci, sarcastico.

Chloe rise.

«Certo che esiste, solo che il presidente della commissione, un certo Peter Goodwin, non l'ha ammessa. Un tipo a dir poco fuori dal comune, non so se ne hai sentito parlare» mi prese in giro lei.

«Goodwin, dici? Dev'essere proprio un bravo ragazzo, non capisco perché ascolti le voci di corridoio. Scommetto che, sotto sotto, ha anche un cuore».

«Certo che ce l'ha! E batte ancora per la mia migliore amica...»

Sospirai, a disagio perché Flo era di fronte a me e, se non proprio parola per parola, stava comunque ascoltando tutto.

«Ad ogni modo, contatta Elizabeth e dammi buone notizie, per favore» tagliai corto.

«Va bene» confermò Chloe, dopo un po'. «Tu fai il bravo, per l'appunto. Voglio solo buone notizie anch'io».

Ci salutammo scherzando ancora, quindi misi via il cellulare.

L'espressione di Flo era indecifrabile.

«Sei ancora innamorato di lei?» domandò di getto.

Ebbi qualche difficoltà a deglutire la mia stessa saliva.

Cosa si rispondeva ad una ragazza con cui si aveva un po' più di un'amicizia ma non una relazione riguardo ai sentimenti che naturalmente c'erano ancora verso l'ex di una relazione terminata da poco?

Mi spaventava la spontaneità con cui avevo affermato che quella con Maddie era solo una pausa, una fase. Io credevo davvero che fossimo fatti l'uno per l'altra. Le avrei vegliato sopra come un angelo custode, assicurandomi che trovasse il modo di rimettersi in sesto e ritrovare la serenità con se stessa, e a quel punto sarei tornato al suo fianco, nel posto che era mio di diritto, che sentivo mi sarebbe appartenuto per sempre.

D'altra parte, c'era Flo. Le sembianze di un angelo, la provocazione di un diavoletto, l'incarnazione di ciò che era perfetto per me sulla carta, ma che nel concreto non era Maddie e mi mandava, di conseguenza, in una confusione allucinante.

Non ci capivo più nulla e non sapevo come rendere l'idea.

«Ti ho fatto una domanda precisa, Peter» ribadì Flo, cominciando ad alterarsi.

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