Capitolo 13 • Insulsa

206 14 0
                                    

All'ultimo minuto, Chloe mi notificò che sarebbero giunti con lei e Maddie anche Elizabeth e un ragazzo che non conoscevo, anch'egli iscritto alla Columbia. Il piano era sfruttare la casa del nonno come base e andare a dormire lì tutti quanti, me compreso eventualmente. L'inaspettata risoluzione del problema dei posti letti mi rese contento, ma non a lungo: al pensiero di quanto sarebbe stato male Steve, a scoprire dello sconosciuto con cui sarebbe arrivata Chloe, cominciò ad opprimermi una sensazione di disagio soffocante. Mi ritrovavo, per l'ennesima volta, a non sapere come agire.

«Io glielo direi. Se si trattasse di Callie o Erin, per esempio, sarei trasparente come un bicchiere d'acqua» mi consigliò Flo, quando le raccontai cosa mi angosciava.

Crucciarmi in silenzio non era più un'opzione: aveva imparato a riconoscere quando qualcosa mi angosciava e nasconderglielo diventava più faticoso che tacere.

Purtroppo, il suo parere non mi fece sentire meglio, né mi aiutò a prendere una decisione, perché l'unica cosa a cui fui capace di pensare risultò essere il bacio di Erin, un evento che avevo seppellito senza raccontare a nessuno. Neanche a Maddie.

«Questo Steve ci è ancora sotto? Sicuro?» volle sapere invece Jason.

«Sì» feci, secco.

Jason ponderò la situazione per qualche istante.

«E questa Chloe non ha nessuna voglia di festeggiare da qualche altra parte?»

«No. I suoi amici siamo noi, abbiamo sempre trascorso festività e compleanni tutti insieme» asserii.

Espirò, riconoscendo che non c'erano vie d'uscita.

«Be', io lo direi a Steve. Se non altro, per prepararlo psicologicamente».

Seguii le sue indicazioni e ottenni un silenzio pesantissimo in risposta. Mi torturai per un lasso di tempo che mi parve infinito, mentre Steve faticava a trovare una risposta da darmi. Non fu in grado di dire nulla se non un "ci vediamo dopo" lento e privo di emozioni. Al termine della chiamata, mi parve di buttare fuori tutto l'ossigeno che avevo respirato in quasi vent'anni di vita.

Soltanto quando rividi Maddie e potei abbracciarla, tuffare il viso nei suoi capelli profumati, mi sembrò che tutto fosse andato al suo posto. La tenni stretta a me più a lungo del necessario, perché non ero il tipo di persona che riempiva di baci o dimostrazioni d'affetto clamorose, ma volevo palesare quanto ci tenessi ugualmente.

«Dio, quanto mi sei mancata» sospirai.

Lei, con le lacrime agli occhi, ricambiò e ci scambiammo un bacio carico di emozioni.

Passai poi a salutare il resto del gruppo, scoprendo che il misterioso ragazzo in compagnia di Chloe si chiamava Blake. Aveva tutta l'aria di essere un po' arrogante, consapevole del proprio aspetto fisico muscoloso e curato, ma stregato dalla mia amica esattamente com'era capitato a Steve fin dal primo anno delle superiori. Steve stesso stava ribollendo di rabbia in disparte.

Impiegammo diverse ore a travestirci e truccarci a dovere, ma non mi dispiacque fare tutto con calma e minuzia: le fotografie scattate sarebbero rimaste dei ricordi indelebili per tutti noi. Steve non mancò di lanciare frecciatine e Blake non tardò ad annusare odore di sfida, pronto a battersi con una spada di testosteroni.

Steve si era mascherato da Batman, Chloe da Harley Quinn e Blake da Joker, con un risultato migliore rispetto a Jason. Flo, invece, aveva superato le aspettative di tutti, le proprie comprese, probabilmente, con la sua versione della celebre partner di Joker: ogni dettaglio, a partire dalle sfumature colorate dei capelli fino agli abiti fedelissimi ed aderenti alla sua figura, era curato nei minimi dettagli.

«Potresti evitare di stringere amicizia con le bastarde di Zeus, per cortesia?» sibilò Maddie al mio orecchio, fissandola.

Callie si era stipata, invece, in una tuta di pelle da Catwoman che a malapena le conteneva il seno e Maddie si preoccupò di farmi notare anche quello.

«Oppure con le graziate dalla Natura, che ha pensato bene di esagerare: non bastava entrare ad Harvard, meglio essere anche delle bambole mozzafiato!»

Alzai gli occhi al cielo.

Per fortuna, non aveva nulla da dire su Erin versione vampiro: l'unica stravaganza che mostrava era il rivolo di sangue dipinto col rossetto rosso all'estremità delle labbra. Labbra che erano state a contatto con le mie, mi ricordò la mia mente malvagia e paranoica.

Presi Maddie da parte ed esortai gli altri ad andare avanti senza di noi: ci saremmo trovati in pista. Non ci credevo nemmeno io, ma avevo bisogno di sfogarmi e non avrei atteso che alcol e persone varie ci avessero messo i bastoni fra le ruote.

«Ascolta, quello che ho da dirti non ti piacerà. Se fossi in te, mi arrabbierei anche io. Voglio dire, per me è irrilevante, ma so che un occhio esterno non può essere così clemente».

«Che cos'è successo, Peter?» si spazientì Maddie.

Ingoiai a vuoto, in visibile difficoltà.

«Erin mi ha baciato».

«Erin? Chi è Erin? Quella con il petto che le scoppia?! Come diavolo...»

«No, no, quella insulsa travestita da vampiro» intervenni rapidamente.

Maddie parve fumare di rabbia.

«Insulsa? Mica tanto, se è arrivata a baciarti! Com'è successo? Ti piace? Mi stai lasciando? È per questo che siamo qua fuori?»

«No, no, no! Ma cosa stai dicendo? Io amo solo te, Maddie. Lei mi ha colto in un momento di debolezza, di panico, e non sono riuscito ad allontanarmi in tempo. Nemmeno sapevo di piacerle! Sono rimasto scioccato» spiegai rapidamente.

Lo sguardo di Maddie si tramutò in disgusto.

«E dovrei crederti?! Sai quante fesse ci cascano e poi si ritrovano protagoniste di un film che le ritrae come perfette cornute ingenue? Eh no, io non ci sto».

«Maddie? Mi devi credere, a me non piace quella lì».

«E allora posso sapere come ti sei ritrovato incollato alla sua bocca? O è stato un caso come le principesse dei cartoni animati che inciampano tra le braccia del principe azzurro? Hai perso l'equilibrio anche tu? Sentiamo».

Sospirai, sentendomi annegare.

«Eravamo in lavanderia, quella sera che ti ho scritto dei costumi... Mi sentivo malissimo, lo sai. Volevo chiedere a Erin di ospitare te e Chloe nella sua stanza, stanotte, ma non ci sono riuscito. Ero agitato, ho perso il controllo della situazione e... Ti giuro, non riesco a spiegarmi tutt'ora come sia potuto succedere. È da quella sera che la evito come la peste».

Maddie accentuò l'espressione disgustata.

«Di male in peggio! Le devi dire che ti fa ribrezzo, invece di nasconderti. Smettila con questa balla dell'ansia sociale e vai a parlarle. Non sono qui per farmi prendere in giro da nessuno, okay?»

«Ma certo, figurati se voglio prenderti in giro! Tu sei... Tu sei la persona più importante per me, Maddie. Mi devi credere».

Lei mi lanciò un'occhiata dubbiosa, quindi cominciò ad avviarsi verso l'ingresso della festa.

«Aiutami a farlo, allora».

__________

Voi come avreste reagito nei panni di Maddie?

Buonanotte così 🙃

Baci ✨

EnigmaticDove le storie prendono vita. Scoprilo ora