«Soldato?»
«Recluta Duncan, signore»
Mi schiarisco la voce cercando di sembrare il più maschile possibile e mi guardo un po' intorno, assicurandomi di non destare sospetti.
Il tenente sembra berla, quindi mi rassereno.
«Altezza?»
«Uno e settanta»
Alza la testa dal foglio e mi squadra da capo a piedi, facendomi preoccupare. Sapevo che l'altezza era il mio punto debole, non perché per una ragazza fossi bassa, anzi, ma perché le reclute qui erano tutte almeno uno e ottanta.
Borbotta qualcosa che non riesco a capire ma alla fine continua a scrivere.
Sento le mani sudare talmente tanto sono agitata e l'atteggiamento del tenente non aiuta.
«Peso?»
«67 chili»
Per fortuna a questa mia risposta non fa domande e si limita a riportare sul foglio davanti a lui, anche perché in realtà ne pesavo 50 o qualcosa di più.Ovviamente avevo riempito la divisa di imbottiture in modo da sembrare più robusta, il che devo ammettere che non è stata poi una grande idea visto il caldo.
«Nato a..?»
«Cracovia, Polonia»
Mi lancia un'occhiata sorpresa, ma alla fine continua ad annotare e riusciamo a finire questa tortura.
«Camerata 468, segui le indicazioni e trovala»
Ah, grazie.
Decido di non ribattere per levarmi da quella situazione di rischio, quindi prendo tutto il mio attrezzamento che i vari capi avevano preparato per le reclute e inizio a cercare delle indicazioni che mi facciano capire dove devo andare, stando attenta a non far cadere nella per terra.
Mi guardo attorno meravigliata, non riuscendo ancora a credere di essere veramente qui, e riesco, uscendo dalla tenda dove eravamo, a trovare un pannello di informazione, così mi metto a cercare la mia camerata.Una volta trovata, mi incammino, guardando intanto il trambusto qua e là. Il reclutamento era la parte che più detestavano qui e si notava: i capitani erano nervosi, i tenenti scocciati e tutti non avevano un minuto da perdere con novellini che non sapevano a cosa sarebbero andati incontro.
Io lo sapevo benissimo, ma era proprio quello che volevo.
D'altronde, senza né una madre né un padre, cos'hai da perdere?
Cammino velocemente verso la mia destinazione e in poco tempo la raggiungo: la mia tenda mi aspettava.
Sposto con un po' di fatica le tendine d'ingresso, visto tutte le cose che avevo in mano, e mi blocco appena vedo dove dovrò passare questi mesi.Il luogo non era così male, se non per una cosa a cui non avevo minimamente pensato: c'era un piccolo corridoio centrale e ai suoi lati, sia a destra che a sinistra, c'erano svariati letti, forse cinque o sei ciascuno, ma il problema è che non avevamo un minimo di privacy.
Mi sarei dovuta cambiare davanti a tutti.
Deglutisco amaramente e inizio a camminare verso uno dei letti vuoti, mentre nella stanza ci sono già due ragazzi che stanno sistemando le loro cose.
Appoggio tutto l'equipaggiamento sul letto e inizio ad imitarli, cercando di fare un po' d'ordine, quando due ragazzi che entrano attirano la mia attenzione.
Un ragazzo abbastanza alto, moro stava tenendo sotto braccio uno più minuto, biondo e stavano ridendo insieme mentre entravano nella camerata.«Oh, andiamo!»
Dice il moro, probabilmente notando che già quasi tutti i letti erano stati presi e non avrebbe potuto stare accanto all'amico.
«Non fa niente Buck, siamo comunque nella stessa camerata»
Finisco di mettere a posto le mie cose mentre cerco di sentire che cosa si stanno dicendo.
«Mh.. hai ragione. Allora io mi metto là»
Continua e poi sento dei passi farsi più vicini, fino a quando vedo il ragazzo moro superarmi e mettersi nel letto dopo il mio, mentre quello biondo era proprio davanti a noi, dall'altro lato del corridoio.
Perché sento che non è una buona posizione?
Ignoro le mie preoccupazioni e una volta finito di mettere a posto tutto, mi guardo intorno, non sapendo bene cosa fare.Sto morendo dall'agitazione e per l'entusiasmo quasi mi tremano le gambe.
«Reclute! Tra cinque minuti nell'area di raccolta!»
Ci urla il sergente sporgendosi dall'entrata.
Gli ultimi arrivati iniziano ad agitarsi e cercano di sistemare le loro cose il più in fretta possibile, invece io mi siedo sul letto un po' scomodo e mi rilasso un attimo.
«Non è male qui, eh?»
Mi volto verso la mia destra e trovo il ragazzo moro che mi fissa, mentre sistema i suoi vestiti.
«No.. ehm cioè volevo dire» mi schiarisco un po' la voce e poi continuo «No, affatto»
Lui mi guarda confuso e per qualche secondo il mio cuore perde qualche battito, ma alla fine continua con ciò che stava facendo e distoglie lo sguardo.
«Non sei americano, vero?»
«In realtà sono nato in Polonia, ma poco dopo la mia nascita i miei si sono trasferiti in America»
«Capisco. Io sono dell'Indiana»
Annuisco, non sapendo minimamente dove si trovi. Non volendo dare troppo nell'occhio, fisso intensamente le mie mani, ma appena alzo lo sguardo i miei occhi incontrano i suoi azzurri e ci rimangono incatenati per diversi secondi, quasi rapiti.
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Falling for you ~ Bucky Barnes
FanfictionLa guerra è vicina. Anne ha da sempre il sogno di combattere nell'esercito, ma purtroppo è una ragazza. Questo però non la ferma, anzi, la porterà a nascondersi e travestirsi fino a riuscire ad entrare nell'esercito, una realtà più dura di ciò che s...