34 - Prima sbornia

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Dopo due o tre bicchieri di troppo, ovviamente obbligata da Howard, ho la testa che sta per scoppiare e non riesco bene a stare in piedi, infatti barcollo qua e là.
Ho raccontato tutto e dico tutto a Peggy riguardo quello che è successo, sia per quanto riguarda il lavoro, sia tra me e James e devo dire che non si è mostrata così tanto sorpresa, anzi, ha detto che lo sapeva fin dal principio che sarebbe finita così.
«Hai ragione Peg, questo posto è davvero mooolto grande»
Le rispondo, esagerando forse per il vino che ho bevuto.
«Non è vero James?»
«Si lo è»
Mi risponde lui con un sorriso e scuotendo la testa.
«Bene» continua lui abbassando lo sguardo sul bicchiere che avevo in mano «Ne hai bevuto abbastanza per oggi»
«Aspetta lo finisco!»
Fa per prendere il bicchiere ma io lo allontano, allungando il braccio sopra alla mia testa e ricevendo un'occhiataccia da lui.
«Anne, davvero»
Si alza in piedi e si avvicina un po' per prendere il bicchiere, arrivando con il bacino a pochi centimetri dal mio volto.

«È ora di andare a dormire»
«Ma la festa...»
Afferra il bicchiere e torna a guardarmi mentre io gli rivolgo uno strano sorriso, alternando lo sguardo tra lui e il suo petto.
Si riabbassa e mi prende il mento tra le dita, fissandomi intensamente, mentre l'unica cosa che io riesco a guardare sono le sue labbra.
«Andiamo»
«Mi stavo divertendo...»
«Forza, alzati»
«No»
«Anne...»
Si mette in piedi e mi porge una mano, aspettando che io la afferri, ma io incrocio le braccia al petto facendo il muso, non volendo andare via.
«Se non ti alzo tu, ci penso io»
«Io non mi alzo e poi non ti azzarderesti mai-»
Non faccio in tempo a finire la frase che James si avvicina e mi cinge la vita con le braccia, sollevandomi di peso e caricandomi sulla sua spalla come se fossi niente.
«No... James metti..»
Non riesco a formulare una frase di senso compito talmente la mia testa è confusa in questo momento.
«Mettimi giù!»
Alzo la testa e trovo Steve e Peggy a fissarci cercando di trattenere le risate, ma noto che si stanno allontanando pur essendo fermi, cosa che mi confonde.
«Ragazzi dove andate?»
Gli chiedo, ma loro non rispondono e poi li perdo di vista perché la gente si mette in mezzo a noi.
Guardo in basso e vedo che i piedi di James si stanno muovendo, così capisco che non erano loro ad allontanarsi, ma io con Bucky.

«Buck..»
Mi sposto un po' e inizio a spingere sulle sue spalle con le braccia per cercare di scendere, ma lui stringe ancora più la presa e non riesco a muovermi.
«Stai ferma!»
«James gira tutto così... guarda che bello!»
Guardo la stanza che stava ormai girando intorno a me, sentendo il mal di testa aumentare esponenzialmente ad ogni passo.
«James..»
Lo richiamo per convincerlo a mettermi giù, ma questa volta lui si blocca di colpo e mi lascia, prendendomi la testa tra le mani e guardandomi con aria preoccupata.
«Non mi sento.. tanto bene..»
Chiudo per un secondo gli occhi ma mi lascio andare all'indietro tanto che rischio di cadere, se non fosse che lui mi afferra e mi prende in tempo.
«Dai ti porto in camera, riesci a camminare?»
«I piedi li ho?»
Lui scoppia a ridere ed io guardo seria per terra, sorridendo quando vedo che i miei piedi erano ancora lì.
«Si ci sono. Aspetta..»
«Cosa?»
«Come si faceva a camminare?»
Lo guardo seria mentre lui quasi ha le lacrime agli occhi per quanto sta ridendo, ma io non ci trovo niente di divertente e lo fulmino con lo sguardo.

«Domani mi ucciderai...»
Lo guardo confusa ma prima che potessi dire qualcosa i miei piedi non toccano più terra e quasi mi sento fluttuare.
«Sto volando?»
«Si.. stai volando»
Sorrido, ma poi guardo in basso e mi rendo conto che James mi aveva presa in braccio come una sposa, così lo guardo con aria arrabbiata.
«Mi hai mentito!»
Lui non risponde e prosegue per la sua strada, salendo uno ad uno i gradini delle scale e portandomi con lui.
Continuo a fissarlo e accarezzo con le dita il mento ricoperto da una barba cortissima, che mi pizzica i polpastrelli.
«Che c'è?»
«Sei bello»
«Ah si?»
Annuisco, mentre arriviamo davanti alla mia stanza.
Lui apre la maniglia e dà un calcio alla porta, spalancandola per farmi entrare.
La richiude alle sue spalle e poi si avvicina verso il letto, posandomi delicatamente sopra.
«Mh... li fanno sempre così morbidi?»
Chiedo, stendendomi sul materasso e tastandolo con le dita.

Falling for you ~ Bucky Barnes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora