9 - Non è un'esercitazione

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Durante il viaggio nessuno ha fiatato, tutti troppo concentrati e spaventati per dire qualcosa, anche se James non ha smesso di fissarmi per un secondo, tanto che volevo quasi chiedergli se volesse un autografo.
«Arrivati!»
Grida il soldato alla guida, così scendiamo e per la prima volta da quando sono salita in macchina mi guardo intorno.
Eravamo su una specie di collina un po' rialzata perché si vedeva bene il paesaggio circostante.
Poco davanti a noi c'era un edificio, forse la nostra nuova base, di forma rettangolare e circondato da alberi, mentre davanti ad esso c'era un bosco abbastanza fitto, cosa che mi preoccupava non poco visto che non avremmo potuto vedere l'arrivo del nemico.

Guardo l'orizzonte e quasi mi si mozza il fiato: c'era del fumo, tanto fumo. E veniva nella nostra direzione.
«Soldati, in posizione!»
«Ma come in posizione? Sono..»
Oh mio Dio.
Tutti i soldati già arrivati si guardano con gli occhi spalancati, non sapendo cosa fare e probabilmente nel panico più totale.
Sono già qui.
«Soldati!»
Grida il capitano ancora più forte e con un tono più duro, quindi siamo costretti a metterci nelle nostre posizioni.
«Signore, le protezioni..»
Lui mi guarda con dispiacere ma non mi risponde, quindi capisco che ne avremmo fatto a meno.
Io e i ragazzi insieme alle altre reclute assegnate al nostro gruppo ci posizioniamo davanti all'edificio, sdraiati sull'erba e con il fucile puntato esattamente davanti a noi, mentre gli altri due gruppi di dividono e si mettono una alla nostra destra e uno a sinistra, aspettando il nemico.

Chiudo gli occhi per qualche secondo e cerco di calmare i battiti del mio cuore.
Anne, è quello che hai sempre sognato, ora sei qui e non puoi tirarti indietro.
Li riapro appena riesco a ritornare lucida e afferro più saldamente il mio fucile, girandomi verso la mia destra.
Accanto a me, trovo James a fissarmi con uno strano sguardo.
«Hai paura?»
Gli chiedo, notando la sua presa incerta sull'arma e lui annuisce debolmente.
Sospiro, non sapendo cosa dire perché provavo la stessa sensazione, ma poi guardo tutti i miei compagni e noto le loro facce terrorizzate, così mi alzo in piedi.
«Soldati, questa è la nostra missione. So che siete spaventati ma avere paura significa avere il coraggio di provarla. Pensate che tra qualche giorno, quando i tedeschi se ne saranno andati, potrete tornare dai vostri cari, combattete per loro»
Grido con tutta la mia voce, per farmi sentire da tutti i gruppi e vedendo i loro sguardi farsi più sereni.

L'aria mi colpisce in pieno viso e mentre guardo l'orizzonte capisco che questo è veramente il mio posto, è ciò che sono. Schiudo le labbra e una lacrima solitaria scende lungo la mia guancia mentre posso vedere gli alberi più lontani muoversi e annunciare che i soldati tedeschi stanno arrivando.
«E non azzardatevi ad arrendervi perché se ce l'ho fatta io» dico, facendo una breve pausa e guardando Peggy alla mia sinistra, che nel frattempo era accorsa insieme a tutti gli ufficiali.
Sotto lo sguardo di tutti, mi tolgo il casco e sciolgo i capelli, facendoli ricadere sulle spalle.
«Ce la potete fare anche voi»
Concludo, guardando seria tutti i soldati che mi fissano stupiti ed increduli.
Appena realizzo cos'ho fatto, mi rimetto velocemente il casco e mi sdraio per terra guardando dritto davanti a me e sentendo il cuore quasi esplodermi nel petto.

Oddio. Cos'ho fatto.
Rimango immobile per qualche secondo sentendo tutti gli sguardo su di me, ma poi la mano di James si posa sul mio braccio e mi giro, guardando prima la sua mano e poi lui, che mi rivolge uno sguardo quasi orgoglioso.
«Sei stata fantastica»
Sorrido timidamente e mi rilasso un po', immergendomi nei suoi bellissimi occhi azzurri.
«Soldato Duncan!»
Sento la voce del capitano risuonare alle mie spalle e sospiro, alzandomi lentamente e girandomi verso di lui.
All'improvviso però, dalla foresta iniziano ad arrivare dei rumori sommessi, poi lamenti e infine rumori di granate che esplodevano e tutti iniziano ad agitarsi.

Guardo il capitano allarmata, che alla fine si arrende e impreca, andando contro ogni regola perché ormai non c'è più tempo.
«Rimetti al tuo posto»
Annuisco, ringraziandolo con lo sguardo, e corro subito accanto a Bucky e Pope, alla mia destra e sinistra.
«Forza soldati!»
Ci incoraggia il capitano per l'ultima volta, andando anche lui al suo posto, e poi cala il silenzio mentre aspettiamo i tedeschi avvicinarsi.
Ad ogni respiro, i loro passi mi sembrano più vicini e la mia presa sul fucile aumenta, così come i battiti del mio cuore.
Il vento muove le foglie degli alberi, nascondendo in gran parte il nemico, eppure sento che è vicino, solo pochi metri ci separano.

Falling for you ~ Bucky Barnes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora