Cinque settimane.
Sono passate cinque settimane da quando ci hanno portati qui.
I giorni sono tutti uguali e trascorrono lentamente.
Anzi, sembra che proprio non trascorrano: io e James capiamo che è una nuova giornata solo quando Zola viene a prendermi per portarmi nell'altra stanza.
Quasi ogni giorno, viene a prelevarmi dalla nostra cella e cerca di entrare nella mia mente ma senza successo. Quasi ogni giorno aumenta le dosi di medicinali per farmi abbassare le difese e quasi ogni giorno interrompe la seduta perché non riesce ad ottenere ciò che vuole.Io mi sento sfinita. Svegliarsi, per modo di dire, alla mattina è sempre più difficile e ci riesco solamente grazie a James, che in questi ultimi giorni mi è davvero vicino.
Cerco di nascondere la sofferenza dai suoi occhi il più che posso, ma ormai il suo sguardo sembra trapassarmi anche l'anima.
Lui non fa più domande, si limita ad aiutarmi.
Per qualche strano motivo, Zola ha deciso di perseguire il suo esperimento solo con me. Mi sono chiesta il motivo fino a quando l'altro giorno l'ho sentito discutere con una guardia e ha detto una cosa simile a "se lei resiste, vuol dire che avremo un risultato migliore".
James lo stanno portando sempre nella stessa stanza, in cui gli chiedono ogni genere di informazione riguardo all'armata americana.
Un giorno di settimana scorsa lo hanno riportato nella cella con un livido sul viso: meglio per lui se non si rifiuta di collaborare.«L'ho visto anche io»
«Chi?»
«Bryan, era nella stanza con me ieri»
Alzo lo sguardo su di lui, che guarda fisso davanti a sè.
«Avevi ragione, gli stanno facendo qualcosa»
Annuisco, sapendo che il mio presentimento fosse corretto.
Non faccio in tempo a replicare che la porta della stanza si apre e Zola si avvicina velocemente alla cella.
«Forza Anne, oggi abbiamo qualcosa in mente per te»
Mi alzo un po' a fatica dato che ormai opporre resistenza è inutile ed esco dalla cella a testa bassa, senza voltarmi.
Mi conducono sempre nella stessa stanza, mi fanno sedere sulla sedia e il soldato accanto a me aziona la macchina, che inizia ad avvicinarsi al mio viso.
«Prima o poi collaborerai»
Mi dice Zola, prima che la mia vista si offuschi.~~
Mia zia mi accompagna fino ad un edificio molto alto, quasi interamente grigio e che non sembrava poi così accogliente.
L'America aveva in aria diversa da come me l'aspettavo.
Mi spinge verso il cancello e poi suona il campanello, finché una signora abbastanza alta e con un grembiule bianco viene ad aprirci.
«Buongiorno»
«Salve, sono venuta per Anne Djionič»
«Oh, ma certo! Entri pure»
Scruto ogni singolo millimetro della struttura prima di entrare, ma la zia mi spinge nuovamente e mi costringe a mettere piede nell'edificio.
«Mi hanno detto che questa è la struttura migliore della città»
«Infatti è così! Si accomodi»
~~«Basta!»
Grido, appena le immagini nella mi testa scompaiono. Alzo la testa e tengo per qualche secondo gli occhi chiusi, respirando affannosamente.
Quando apro gli occhi però il mio respiro si ferma.
Alterno lo sguardo tra Zola e James, che era inginocchiato davanti a lui e mi guardava con un'espressione mortificata.
«Perché... perché è qui?»
«Non volevo che si perdesse lo spettacolo..»
Risponde l'uomo, facendo apparire un ghigno sulla sua faccia.
«Di nuovo!»
«No!»
James tenta di liberarsi ma Zola è più veloce e gli dà un calcio in piena schiena che lo fa piegare in avanti.
No...
Sento i miei occhi inumidirsi non appena capisco cosa ha intenzione di fare e lo guardo, implorandolo di cambiare idea.
«Cederai mia cara, con le buone o le cattive»
Afferra James per i capelli e lo costringe ad alzarsi mentre lui riprende fiato.«Anne non dargliela vinta»
Lo guardo impotente, pregando con tutta me stessa che non gli succeda niente.
Prima che possa rispondere, una scossa elettrica su diffonde nel mio corpo e posso sentire i miei muscoli contrarsi per il dolore.
«Signore! Sembra esserci un problema»
La voce del soldato affianco a me cattura la mia attenzione e cerco di rallentare il respiro per sentire.
«Così è il massimo, se non cede ora non cederà mai»
«Tienilo d'occhio!»
Ordina Zola ad una guardia, spingendo James a terra e avvicinandosi al macchinario.
Alterna lo sguardo tra il pannello di controllo e il quaderno del soldato con un'espressione a dir poco infuriata, per poi voltarsi verso di me.
Si avvicina pericolosamente e mi afferra per i capelli, facendomi piegare la testa all'indietro, al che soffoco un lamento per il dolore.
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Falling for you ~ Bucky Barnes
FanfictionLa guerra è vicina. Anne ha da sempre il sogno di combattere nell'esercito, ma purtroppo è una ragazza. Questo però non la ferma, anzi, la porterà a nascondersi e travestirsi fino a riuscire ad entrare nell'esercito, una realtà più dura di ciò che s...