17 - Vecchie conoscenze

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«Fuori c'è un uomo che vuole parlarci, dice di chiamarsi Howard Stark. Vuole parlare con noi tre, tutti insieme»
Io e James ci guardiamo confusi e alla fine io alzo le spalle.
«Beh, andiamo»
Rispondo, iniziando a camminare verso l'uscita dell'infermeria.
James mi segue e si mette al mio fianco, dandomi il suo braccio come sostegno, che stavolta afferro immediatamente.
Tutti insieme usciamo dal tendone e torniamo dagli altri nell'area di raccolta, ma ora non c'è più nessuno, solo un uomo abbastanza alto e dai capelli un po' brizzolati al centro della zona.
«Eccovi finalmente»
«Con chi abbiamo il piacere di parlare?»
Chiedo subito io, staccandomi da James una volta davanti a lui, facendo finta di non sapere chi fosse per sentirlo da lui stesso.
L'uomo posa lo sguardo su di me e spalanca gli occhi, guardandomi con un'aria confusa e rimanendo in silenzio per qualche secondo.

«Scusi, c'è qualche problema?»
Gli chiedo, notando il suo turbamento.
«Anne
Chiede lui quasi sussurrando, continuando a fissarmi.
Rimango immobile per qualche istante lanciando delle occhiate confuse ai due al mio fianco, mentre Stark sembrava sempre più sbalordito.
«Come sa il mio nome?»
«... allora ce l'hai fatta ad arruolarti..»
Farfuglia lui, al che mi avvicino un po' e lo squadro da capo a piedi, cercando una spiegazione.
«Come mi conosce?»
«Conoscevo tua madre, Irina lavorava per noi, proprio come tuo padre»
«Ma cosa sta dicendo.. chi diavolo è lei?»
Dico, facendo qualche passo indietro e guardandolo negli occhi, domandandomi perché quel volto mi sembrava così familiare.
D'improvviso mi torna in mente il ricordo che L'Hydra mi ha fatto vivere, quando mia madre stava parlando con un uomo in cucina che sembrava molto scossa dalla situazione in cui eravamo.
Quell'uomo si chiamava Howard..

«No aspetta tu... eri tu l'uomo in cucina?»
Gli chiedo, aggrappandomi disperatamente alle poche certezze che avevo.
«Si Anne, ero io. Non sto mentendo»
«Anne ma cosa sta dicendo?»
Chiede Steve alle mie spalle, ma io gli faccio segno di aspettare e continuo a fissare l'uomo davanti a me.
«Mio padre faceva parte dell'esercito e mia madre non aveva lavoro..»
Lui sospira guardandomi con aria dispiaciuta, ma poi inizia a spiegare.
«Tuo padre era sotto copertura per noi in una delle basi dell'Hydra, non nell'esercito, mentre tua madre seguiva le operazioni da casa per non lasciare te da sola, per proteggerti.
Quel giorno sono venuto a parlare con Irina perché-»
Si interrompe bruscamente e distoglie lo sguardo, mentre i miei occhi si riempiono di lacrime.
«Perché tuo padre era stato ucciso ed erano stati quelli dell'Hydra, come sono stati loro a provocare l'incendio»
Una lacrima cade sulla mia guancia e resto lì a fissarlo senza dire una parola, mentre ciò che ha appena detto rimbomba nella mia testa.

«Lavoravano per voi chi esattamente?»
Provo a dargli corda, anche se tutto quello che sta dicendo mi sembra impossibile.
«Sono Howard Stark, uno dei membri di un gruppo di agenti che vogliono sconfiggere l'Hydra,  lo stesso gruppo in cui facevano parte anche i tuoi genitori.
Anzi, sono stati proprio loro a formarlo e ad accorgersi per primi che questa guerra non era come le altre. Lo chiamiamo "S.H.I.E.L.D".
Io sono un inventore e mi trovo qui in rappresentanza del gruppo»
Cala il silenzio appena finisce di parlare e io e i ragazzi ci lanciamo delle occhiate stupite, non sapendo come reagire.
«Non ha senso.. io non ti credo»
«Lo so. E so anche che stai mentendo perché in fondo sai che tutto quello che sto dicendo è vero»
Le sue parole mi colpiscono come la lama affilata di un coltello e questa volta il dolore che sento non è provocato da una ferita fisica.
Piano piano tutti i pezzi del puzzle iniziano a coincidere e diversi aspetti della mia infanzia che non erano chiari, iniziano a spiegarsi.
«L'Hydra ha ucciso i miei genitori?»
Chiedo, non riuscendo a credere a tutto quello che le mie orecchie stanno sentendo, e lui annuisce.
«Se lavoravano per voi, perché non li avete avvertiti? Non lo avete protetti? Non eravate un gruppo?»
Chiedo dopo qualche secondo, alzando un po' il tono di voce.

Falling for you ~ Bucky Barnes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora