10 - La cella

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Mi fermo di scatto e alterno lo sguardo tra lui e James.
«Voi due avete qualche problema. Ora però mi avete stancato»
Lentamente si alza e si volta, tornando verso la porta.
«Kevin, Trevor, Cole prendete lei e il ragazzo. Anche quello ferito, uccidere tutti gli altri»
«No! Non uccideteli!»
Cerco di corrergli incontro ma vengo nuovamente afferrata per le braccia e vengo spinta in avanti, per seguire l'uomo verso l'ignoto.
Mi dimeno il più che posso e cerco di voltarmi verso gli altri, vedendo James che cercava di fare come me, un soldato sollevare di peso Bryan e gli altri sparare per cercare di difendersi.

L'ultima cosa che vedo è lo sguardo terrorizzato di James, ma poi il buio più totale.

Mi sembra di sentire in lontananza il mio stesso respiro, debole ma presente.
Apro lentamente gli occhi e mi ci vuole un attimo per abituarmi alla luce dell'ambiente e mettere tutto a fuoco.
«Anne!»
Una voce familiare arriva alle mie orecchie e spalanco gli occhi di colpo, trovando James a pochi metri da me, che cercava di raggiungermi.
Faccio per andare verso di lui, ma qualcosa mi blocca, così mi volto e mi accorgo di avere una mano legata alle sbarre di quella che sembrava una.. cella?
Apro e chiudo gli occhi più volte e mi guardo un po' intorno, non capendo cosa stia succedendo, fino a quando alle mie orecchie arriva la voce di James, che a quanto pare mi stava parlando.
«Stai bene?»
Annuisco debolmente ancora un po' intontita e con un po' di mal di testa, mentre cerco di capire dove siamo.

Non era sicuramente l'edificio sulla collina e nemmeno la nostra base.
Oddio.
Siamo in una gabbia.
«James?»
Lo guardo con uno sguardo terrorizzato, andando nel panico e cercando di liberare il mio polso dalle manette che mi tenevano ancorata ad una sbarra di ferro.
«Anne così ti farai solo del male, guardami ti prego»
Provo a dimenarmi ancora per qualche secondo, ma quando mi rendo conto che non sarei mai riuscita a liberarmi, mi volto verso di lui e la sua espressione quasi mi toglie il fiato.
Aveva le lacrime agli occhi ed era spaventato quanto me.
«Dove..? Cos'è successo?»
Abbassa per un attimo la testa come per riprendersi e poi riposa il suo sguardo su di me.
«Credevo ti avessero.. uccisa. Uno degli uomini ti ha colpita e credo che sia svenuta, poi ci hanno messo su un furgone e ci hanno portato qui»
Man mano che mi racconta inizio a ricordare ciò che è successo: la battaglia, i tedeschi, le loro strane uniformi... i ragazzi.

«Gli altri? Dove sono? E Bryan?»
«Non lo so»
«Oddio..»
Mi siedo appoggiando la schiena alle sbarre fredde della gabbia e fisso il pavimento per qualche secondo, non sapendo cosa pensare.
«Chi sono questi tizi?»
Rifletto ad alta voce, attirando l'attenzione di James, che mi guarda con un'espressione confusa.
«Non ne ho idea»
Mi risponde con un tono abbastanza rassegnato e solo ora noto un leggero livido all'altezza del suo zigomo.
«Ti hanno fatto del male?»
«Non preoccuparti»
Si limita a rispondere e io lo guardo quasi implorandolo di non nascondermi cosa prova in una situazione come questa, invece lui distoglie lo sguardo come per non volermi caricare dei suoi problemi.

Non faccio in tempo a replicare che la porta del corridoio si apre e lo stesso uomo che ci ha catturato percorre l'intero corridoio seguito da due suoi uomini fino ad arrivare davanti alla nostra cella, una delle ultime nella stanza.
«Eccovi qui»
Lo guardo uccidendolo con lo sguardo mentre lui alterna lo sguardo tra di noi quasi divertito dalla nostra impotenza.
«Chi siete? Cosa volete da noi?»
Chiedo impaziente, ma quando l'uomo posa il suo sguardo pungente su di me, mi zittisco.
Lentamente, toglie il passamontagna che aveva addosso da quando ci hanno attaccati e lo passa ad uno dei suoi uomini, rivelando il suo volto.
Era un uomo abbastanza alto, dai capelli grigi e un po' di barba che non avevo mai visto prima.
«Ragazzi, vi avevo detto di far accomodare i nostri ospiti, non di ammanettarli»
La mia confusione aumenta mentre con un cenno del capo, l'uomo ordina qualcosa ai suoi uomini, che si avvicinano a noi. Cerco di allontanarmi il più possibile dalle sbarre, ma poi l'uomo che ho davanti si china e con una piccola chiave apre le manette, liberandomi.

Falling for you ~ Bucky Barnes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora